Vita. Fragilità. Comunità. Non solo parole, ma radici profonde che, a Busto Arsizio, hanno trovato forma e voce in gesti concreti. Giornate intense quelle vissute tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio dal Cav – Centro di Aiuto alla Vita “Anna e Giovanni Rimoldi”. Emozioni forti, legami, memoria che si fa seme. Una mostra, un anniversario, un saluto che ha lasciato il segno.
Si è appena chiusa, alla Parrocchia di Borsano, la mostra “Un grande Sì alla Vita”. Dal 27 giugno al 4 luglio, i pannelli realizzati nel 2009 da Anna e Giovanni Rimoldi sono tornati a parlare. La mostra, aggiornata per ricordare il decimo anniversario della scomparsa di Anna Puricelli Rimoldi, è stata accompagnata da un’intensa partecipazione. Presente anche la sorella Bruna. Emozione, gratitudine, impegno: parole vive nei volti dei visitatori e nei racconti dei volontari.
L’inaugurazione ha visto la presenza dell’assessore alla cultura Manuela Maffioli e del consigliere comunale Emanuele Fiore. È stata l’occasione per rinnovare pubblicamente il senso profondo della mostra: ribadire il valore inviolabile della vita, in ogni sua fase, contro ogni cultura dello scarto. Nel ricordo di Anna, nel segno di una testimonianza che continua.
Ma il cuore si è stretto, lunedì 7 luglio, quando la comunità del Cav ha accompagnato Gianna Barone – per tutti “Gianna” – alla sua ultima dimora terrena. Una delle prime volontarie, una donna concreta e silenziosa. La prima della grande famiglia del Centro a “salire al Cielo”, come ha ricordato la presidente Natalia Marrese. Nella chiesa di Beata Giuliana, sulle note della sua adorata Ave Maria, la riconoscenza si è fusa con la promessa di non fermarsi.
La mostra è stata un’occasione di incontro. Coppie giovani, anziani, manager. Volti diversi, cuori attenti. Oltre cento persone hanno varcato la soglia dello spazio espositivo. Hanno guardato. Hanno letto. Ma soprattutto hanno parlato. Con i volontari, con sé stessi, con un’idea di umanità che troppo spesso sembra svanire nel rumore del mondo.
Temi forti, attuali, scomodi. Il figlio come dono, non come progetto. La sessualità come bene delicato, da custodire. La fragilità come occasione di umanità. “La realtà vissuta”, direbbe Anna. E in effetti è proprio questo che è accaduto: uno scambio sincero, mai retorico, tra chi cerca e chi testimonia. Tra chi ha bisogno di senso e chi prova a offrirlo.
Grande l’impegno dei volontari. Natalia Marrese, la vicepresidente Giovanna Bizzarri, il presidente onorario Antonio Pellegatta, la storica volontaria Piera Genoni. Tutti coinvolti, tutti protagonisti. Prezioso il supporto di don Marco e dei parrocchiani di Borsano. Fondamentale il video realizzato da Mario Colombo sulla vita di Anna e Giovanni, “Eroi per la Vita”, come li definisce Federvita Lombardia.
In questo clima di vicinanza è maturata una convinzione: non può finire qui. La mostra deve continuare a vivere, a raccontare, a provocare. E così sarà. La comunità di Turbigo ha già invitato il Cav a portarla nelle sue quattro parrocchie. Un segno chiaro che il messaggio è ancora atteso, ancora necessario.
Memoria, dolore, bellezza, futuro. In questi giorni il Centro di Aiuto alla Vita ha custodito tutto questo. Lo ha fatto nel nome di Anna, di Giovanni, di Gianna. E di tutte le vite che ogni giorno attendono solo una cosa: essere accolte.