È stato rinvenuto nei boschi che circondano Bregazzana, alle porte di Varese, il primo esemplare certificato di Heracleum mantegazzianum, meglio noto come panace di Mantegazza. La scoperta, che preoccupa ambientalisti e naturalisti, è stata resa pubblica nei giorni scorsi grazie alla segnalazione di un attento cittadino sul gruppo Facebook "Gruppo WWF Sentiero dei Castagni – Belgirate e dintorni". L’uomo, in escursione nei pressi del luogo del ritrovamento, ha documentato con alcune foto l’insolita pianta, che ha subito attirato l’attenzione degli esperti per le sue dimensioni e caratteristiche morfologiche.
«La Heracleum mantegazzianum è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Apiaceae, originaria del Caucaso e introdotta in Europa nel XIX secolo come curiosità botanica per giardini ornamentali - ci racconta Daniele Zanzi, agronomo varesino conosciuto e stimato a livello internazionale - Oggi è considerata una delle specie aliene invasive più pericolose, sia per l’ambiente che per la salute umana. Può superare i 4 metri di altezza, con grandi foglie profondamente incise e ombrelle bianche che possono raggiungere anche i 50 centimetri di diametro. È proprio la sua linfa a rappresentare il pericolo maggiore: contiene furanocumarine, sostanze fototossiche che, a contatto con la pelle e successiva esposizione alla luce solare, provocano reazioni cutanee simili a ustioni di secondo grado, vesciche, arrossamenti intensi e, nei casi più gravi, necrosi. Le cicatrici possono persistere per mesi e, in alcuni casi, lasciare danni permanenti. Nei bambini o nei soggetti sensibili, anche un’esposizione limitata può causare gravi reazioni».
Finora la presenza del panace di Mantegazza era stata documentata in varie province della Lombardia – in particolare nel Lecchese, Bergamasco e Bresciano – dove ha messo in crisi interi ecosistemi locali, soffocando la vegetazione autoctona. La segnalazione nel Varesotto rappresenta quindi una novità preoccupante. È fondamentale non toccare mai questa pianta e segnalarne subito la presenza alle autorità competenti.
L'auspicio è che le autorità forestali avviino un monitoraggio nell’area, il più presto possibile, per accertare se vi siano altri esemplari. In parallelo, il gruppo WWF sta pianificando una campagna di sensibilizzazione per educare i frequentatori dei boschi e i residenti a riconoscere e segnalare eventuali piante sospette. Nel frattempo, si rinnova l’invito alla prudenza: in caso di avvistamento, non avvicinarsi, non tentare di estirparla e fotografarla solo da lontano, evitando qualsiasi contatto diretto.