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Territorio | 12 agosto 2025, 14:55

Rave fermato a Tre Salti: «Salvata la natura del Ticino da un assalto illegale»

Oltre otto ore di operazioni congiunte tra Carabinieri, Polizia locale, Protezione civile e Parco del Ticino hanno impedito lo svolgersi di un rave party nei boschi di Turbigo. Il presidente Rognoni: «Musica assordante, rifiuti e degrado avrebbero messo in ginocchio flora e fauna. La chiave è stata la sinergia e la prontezza delle segnalazioni dei cittadini»

Il presidente Rognoni

Il presidente Rognoni

Un’operazione complessa, durata oltre otto ore, ha impedito che un rave party si svolgesse nei boschi e lungo le sponde del Ticino, in località Tre Salti (LEGGI QUI). Protagonista della mobilitazione anche il Parco Lombardo della Valle del Ticino, che con i suoi guardiaparco e volontari della Protezione Civile ha fornito supporto operativo e conoscenza capillare del territorio.

«Siamo stati contattati dall’Amministrazione comunale sabato mattina – racconta il presidente del Parco, Ismaele Rognoni – e un nostro guardiaparco si è recato sul posto rilevando la presenza di un gruppo di ragazzi con attrezzature acustiche, gazebo e materiali riconducibili a rave illegali. L’operatore ha subito informato le forze dell’ordine e la Polizia Locale, avviando così l’intervento».

Il rave, che sarebbe dovuto durare fino a domenica, è stato fermato grazie a un’azione congiunta che ha visto impegnati Polizia Locale, Carabinieri, Protezione Civile e Parco del Ticino. Sono state identificate oltre cinquanta persone, in gran parte già con precedenti penali, sequestrati impianti audio, generatori, tende e altro materiale.

Rischi per la natura e precedenti

Eventi di questo genere, spiega Rognoni, non sono frequenti ma non mancano precedenti: «Ricordo il rave di Vigevano, nel 2017, quando morì una persona. Questi raduni sono pericolosi non solo per l’intrinseca presenza di droghe, ma anche per l’impatto ambientale: la fauna viene flagellata da musica assordante, i rifiuti contaminano zone delicate e la flora può subire danni irreparabili».

In questo caso, il tempestivo intervento ha scongiurato conseguenze concrete: «Abbiamo salvato fauna e flora impedendo che la situazione degenerasse».

La forza della collaborazione

Per Rognoni, la chiave è stata la sinergia tra le diverse forze: «Quando si collabora a 360 gradi si tutela davvero il territorio. Ringrazio Carabinieri, Polizia Locale, il sindaco Fabrizio Allevi, l’assessore Davide Cavaiani e la popolazione di Turbigo per l’enorme sensibilità dimostrata».

Il ruolo dei cittadini, infatti, è stato determinante: «Le segnalazioni tempestive ci hanno permesso di agire. Invito tutti gli abitanti del Parco Lombardo della Valle del Ticino a contattarci o rivolgersi alle forze dell’ordine ogni volta che notano situazioni pericolose o anomale».
 

Prevenzione e risorse

Sul fronte normativo, Rognoni sottolinea che le competenze in materia di ordine pubblico spettano alle forze dell’ordine, mentre il Parco si occupa della tutela ambientale: «Il monitoraggio è costante grazie ai guardiaparco e alle guardie ecologiche volontarie, ma le risorse non sono sufficienti per ampliare l’organico. Siamo soddisfatti però del recente sostegno di Regione Lombardia, che ci ha permesso di acquistare un nuovo autoveicolo per le pattuglie».

Un piano ufficiale di prevenzione non è ancora in vigore, ma il Parco ha già rafforzato il controllo soprattutto nei periodi più a rischio.

Un appello alla responsabilità

Infine, il presidente lancia un messaggio chiaro: «Solo grazie alla cura, all’attenzione e al senso di responsabilità di ciascuno potremo mantenere intatto questo straordinario territorio. La fruizione deve essere rispettosa: chi non rispetta la natura va sanzionato, per proteggere la biodiversità che rende unico il Parco del Ticino».

Alice Mometti

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