Il suono struggente di un violino e dell'organo, le rose bianche, rosa e viole, alcune parole di don Ambrogio Cortesi («Abbiamo circondato Paola di onore, musica e parole. Promettiamole insieme di ricordarci di lei») hanno dato l'ultimo saluto, insieme alla famiglia e in particolare ai figli e ai nipoti a Paola Abis, scomparsa nel tragico incidente avvenuto a Besozzo quando venne travolta da un'auto in retromarcia nel pomeriggio di venerdì 30 maggio.
«Mi è molto difficile prendere la parola oggi - ha detto don Ambrogio nella chiesa parrocchiale di Castiglione Olona, dove risiedeva Paola, che aveva 79 anni - dopo la morte improvvisa, inspiegata e inspiegabile di una mamma e di una nonna come Paola». «Signore, ti chiedo una carezza per i suoi figli e i suoi nipoti. Si fa presto a dure speranza: ci sono fatti che fanno finire tutte le speranze della vita - ha detto ancora don Ambrogio con parole che hanno colpito - Siamo tramortiti e abbiamo tante domande, perché la fede non ci toglie il diritto di farci domande».
«In questo momento mamma Paola non è finita nel nulla - ha infine trovato una speranza don Ambrogio in una chiesa luminosa, forse un segnale, come quella di Castiglione Olona - Non ci è stata strappata dal fato o dal suo destino, la mamma è stata immersa nella morte ma anche nella resurrezione di Gesù e un giorno la reincontreremo. Questa è la nostra speranza oggi».
Questa è la speranza, dove sembra non ci sia più speranza, che ha accompagnato Paola al vicino cimitero. Tra quelle rose che le sarebbero piaciute (la rosa non è solo spina, è purezza e amore), il suono di un violino e un sorriso di una persone semplice eppure, per questo, eccezionale e indimenticabile.
In Breve
sabato 07 giugno
venerdì 06 giugno