«Qual è la città che si vuole avere fra dieci anni o in un periodo più breve? C’è una mancanza di visione che notavo e noto».
È il giudizio di Salvatore Loschiavo, assessore a Sicurezza e Mobilità in quota lista civica Antonelli fino al rimpasto che ha rivoluzionato la giunta di Busto Arsizio all’inizio dello scorso ottobre. Oggi parla come fondatore PoliticaMente, associazione che negli ultimi mesi ha organizzato degli incontri pubblici sul - anzi, contro - il progetto del parcheggio di San Rocco e su piazza Vittorio Emanuele. Questa sera si è tenuto un momento conviviale e di tesseramento nella sede di via Roma.
Sulla gestione delle materie che sono state di sua competenza (oggi affidate a Matteo Sabba), dice di aver visto solo «una concretizzazione e un’inaugurazione di quello che era stato già fatto». Su un suo impegno diretto alle elezioni del 2027 non si sbilancia, ma si ribella alla «narrazione dell’assessore “di sinistra” che fa fatica a dialogare con le forze di centrodestra», che ha accompagnato gli ultimi mesi della sua esperienza amministrativa.
Le ultime attività di PoliticaMente dicono che la fine prematura e amara della sua esperienza in giunta non ha scalfito la sua voglia di impegnarsi per la cosa pubblica.
«Assolutamente no. Tra l’altro Politicamente è la continuazione di un’attività che è partita prima dell’impegno amministrativo e che sostanzialmente non si è mai interrotta, anche se ha avuto una fase meno pressante rispetto a quella che è ricominciata.
La voglia di fare e impegnarsi per la città credo debba essere la cifra minima di ogni buon cittadino, a prescindere dell’aver avuto e dal voler avere in futuro un ruolo amministrativo».
Da quante persone è composta oggi l’associazione?
«Da una trentina-quarantina di persone attive che si muovono a periodi alternati e in base anche alle tematiche che si affrontano. Un bel numero di persone eterogenee per interessi e per età».
Dagli incontri organizzati, emerge la volontà di coinvolgere i giovani.
«Si fa sempre fatica a coinvolgerli. Per tutta una serie di ragioni, non ultima il fatto che hanno davvero tanti impegni. Quelli che si lasciano coinvolgere danno però veramente tanto in termini di impegno e di idee fresche».
Da cittadino e osservatore, qual è il suo giudizio dell’operato dell’amministrazione?
«Da semplice cittadino, non mi sento di dare un giudizio tout court. Noto però una certa stanchezza amministrativa. Ho quasi l’impressione che si voglia arrivare a fine mandato e per questa ragione senza accelerazioni. Vedo questa sorta di stanchezza che non fa bene alla città, che invece esprime delle grosse potenzialità che devono essere assolutamente attualizzate».
Per stanchezza intende una mancanza di progettualità o visione?
«In generale credo che manchi proprio la visione. Qual è la città che si vuole avere fra dieci anni o anche in un periodo più breve? Questa è una mancanza che notavo e noto. E quindi anche la fatica per chi si impegna in amministrazione a portare avanti progetti di fronte a una visione effettivamente poco più che condominiale».
Nota una differenza importante nella gestione delle materie di sua competenza?
«Finora ho visto semplicemente una concretizzazione e un’inaugurazione di quello che era stato già fatto. Quindi è impossibile dire se ci sia una rotta diversa o si prosegue sulla stessa linea. Mi auguro che ci sia una continuazione di quella rotta che era stata tracciata, che non era la rotta Loschiavo, ma dell’amministrazione. Erano idee e progetti inseriti nel Dup approvato dal Consiglio comunale e in linea col programma elettorale con cui la coalizione si era presentata alla cittadinanza».
Si riferisce in particolare alla nuova sala operativa del comando della Polizia locale?
«Mi riferisco agli ambiti che ho seguito, sicurezza e mobilità sostenibile. Quanto alla sicurezza, abbiamo investito in tre anni tantissimo nella dotazione tecnologica, lavorando per fornire strumenti utili non solo alla Polizia locale ma a tutte le forze dell’ordine. Non ultima, c’è stata l’inaugurazione della centrale operativa. Sotto quel profilo, credo che la strada sia tracciata e si può solo andare a implementare, ma è una dotazione tecnologica di primissimo piano che la città di Busto ha al pari di altre pochissime città italiane.
Sotto il profilo della mobilità sostenibile, la città è stata esempio in tanti contesti e momenti. Penso al percorso dell’Intelligent city challenge, che si è concluso pochissimi mesi dopo il rimpasto di giunta ma che andava avanti già da due anni. Percorso che ha visto un confronto a livello europee tra città con Busto Arsizio che ha attinto e portato esperienza. Si può ancora concretizzare ulteriormente: proprio nei giorni del rimpasto, Regione Lombardia attribuiva a Busto 1,4 milioni per la realizzazione della centrale della mobilità».
Possiamo dire che questo suo impegno politico si concretizzerà certamente in un impegno elettorale in prima persona?
«Evitiamo equivoci: io sono tornato a fare esattamente quello che facevo prima e che mi piace fare. L’associazione ha come obiettivo principale quello di formare alla politica, non soltanto i giovani. Se poi, nell’ambito dell’associazione, si trasformerà per qualcuno in impegno attivo, politico, partitico eventualmente, amministrativo, ben venga. Qui, però, l’impegno attuale è in ambito pre-politico. C’è questa grandissima esigenza di formazione alla politica. Le sezioni di partito che funzionavano come scuola, oggi non ci sono più ed è un vuoto particolarmente grave, perché lascia spazio alla politica degli slogan, che parla alla pancia della gente e che ha presa ma non fa il bene della collettività. Per tornare alla politica del bene comune bisogna essere formati. Se poi ci sarà un impegno anche amministrativo personale o di altri è un aspetto successivo e secondario».
Parlare di discesa in campo, insomma, è prematuro.
«Sarebbe troppo berlusconiano. Per rispetto della sua figura, non si può parlare di discesa in campo».
Ci sarà la possibilità di dialogare con altre realtà che si impegnano per la città (questa sera in via Roma c’erano alcuni esponenti di Azione, ndr): oggi le sembra più facile farlo con le forze del centrodestra con le quali ha amministrato la città, o con quelle del centrosinistra che talvolta si sono dimostrate aperte alla sua visione?
«PoliticaMente è uno spazio davvero aperto a chiunque abbia voglia di impegnarsi per la città. Per il resto, io ho avuto e ho interlocuzioni schiette, serene sia con persone che hanno tendenze di centrodestra, sia con persone che hanno tendenze di centrosinistra. Credo che la narrazione dell’assessore di sinistra che fa fatica a dialogare con le forze di centrodestra sia stata messa ad arte da qualcuno che non ha a cuore il bene della città. Devo dire che nell’ambito della coalizione con cui ho lavorato e alla quale ho portato il mio contributo elettorale, ho avuto e ho ottimi rapporti e consonanza di idee su certi temi. D’altronde non potrebbe non esserci questa capacità di dialogare sia da una parte che dall’altra con le forze moderate per uno come me che ritiene di essere un cattolico impegnato in politica, un centrista che vede come obiettivo principale della politica il bene comune».
Si aspetta di leggere il suo nome sui giornali nel toto-sindaco?
«Non è importante il nome ma il progetto. Qui intendiamo formare giovani e meno giovani perché si costruisca un progetto per la città o addirittura un’idea di città. Certo, sono importanti anche le persone che possono portarla avanti. Ma quello che conta è appunto il progetto, le persone verranno di conseguenza. Non è indispensabile che ci sia il mio nome».