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Territorio | 03 giugno 2025, 15:19

Nuova tariffazione Tarip di Coinger, i critici alzano la voce: «Ascoltateci»

Conferenza stampa del “Gruppo intercomunale per i cittadini” per contestare il primo bilancio illustrato dall’azienda sul nuovo sistema. La raccolta firme promossa dal Gic ha raccolto 2.500 firme di utenti critici in un arco temporale circoscritto: «Consegneremo il tutto al presidente dell’Assemblea dei sindaci»

La conferenza stampa del Gruppo intercomunale per i cittadini

La conferenza stampa del Gruppo intercomunale per i cittadini

Conferenza stampa sulla Tarip "made in Coinger" indetta da Gic – Gruppo intercomunale per i cittadini. I toni sono vivaci, le critiche numerose. Anche radicali. Al tavolo dei relatori soprattutto, non esclusivamente, consiglieri di minoranza in comuni interessati dalle novità. Fabio Raiola (Castronno), Andrea Panfili, Mara Tamantini e Salvatore Marino (Jerago con Orago), Riccardo Cattaneo (Bodio Lomnago), Pasquale Carrozzo (Oggiona Santo Stefano), Nadia Vittoria Dal Secco (Besnate), Antonello Crosta (Cavaria con Premnezzo) partono dalla raccolta firme promossa da Gic  («Lo scontento dei cittadini è evidente, abbiamo raccolto 2.500 firme in due giorni e senza organizzazione sistematica»), annunciano la consegna del documento e delle sottoscrizioni al presidente dell'Assemblea dei sindaci («Il suo è un ruolo politico, deve tenere conto di quello che succede nei comuni») e contestano. Che cosa? Il passaggio al nuovo sistema (QUI il punto di vista di Coinger) è, a loro dire, segnato da 1) maggiori esborsi (soprattutto per le utenze non domestiche e le monoutenze familiari) 2) ripartizione discutibile dei costi, 3) comunicazioni e bollettazione non chiare, 4) servizio per nulla migliorato. E nel mirino finiscono anche i sindaci, rei di non tutelare gli interessi dei loro cittadini. Come macro-dato dimostrativo di una situazione tutt’altro che rosea, i relatori ripetono più volte: «Nel 2018 Coinger gestiva il servizio rifiuti con un Pef – Piano economico finanziario di 5,8 milioni per 105mila abitanti e 27 comuni, nel 2024 il Pef è salito a 11,8 milioni per 90mila abitanti e 22 comuni». 

Di seguitol l’articolato documento consegnato alla stampa.

Uno strumento per ascoltare e farsi ascoltare

La raccolta firme – avviata come estensione fisica di una prima iniziativa online su Change.org – è stata una risposta concreta a un malcontento diffuso, legato all’introduzione del nuovo sistem di tariffazione rifiuti Tarip, nella versione gestita da Coinger.

Le criticità emerse

Fin dall’inizio, il servizio ha suscitato scetticismo e perplessità, che abbiamo tentato di far presenti nelle sedi istituzionali, spesso senza ottenere risposte concrete. La raccolta firme ha voluto accendere i riflettori su diverse criticità rilevate da cittadini e operatori: un livello di servizio ancora inadeguato; mastelli mal gestiti; problemi di igiene e decoro urbano; comunicazione e bollettazione poco chiare; una tariffa puntuale solo nel nome, priva di corrispondenza nei fatti.

Una gestione da rivedere: i numeri parlano

Il nuovo sistema Tarip basato su conteggio a litri e dotazioni minime è stato presentato come più equo, main realtà redistribuisce i costi in modo poco chiaro e poco trasparente, soprattutto per le famiglie e le piccole attività. Guardando i Piani economici e finanziari (Pef) approvati nei vari Comuni, emergono dati allarmanti:

-            Nel 2018 Coinger gestiva il servizio con un Pef di 5,8 milioni di euro per 105.000 abitanti e 27 Comuni

-            Nel 2024, il Pef è salito a 11,8 milioni di euro, con 90.000 abitanti e 22 Comuni.

Una crescita dal 104% in 6 anni, con 5 Comuni in meno e 15.000 abitanti in meno: una dinamica che solleva interrogativi legittimi si efficienza, trasparenza e controllo politico della gestione. Negli anni, probabilmente, i Sindaci hanno delegato troppo, lasciando progressivamente che la gestione operativa e strategica sfuggisse di mano, senza un reale confronto con i territori.

2.500 firme in 2 giorni: la voce del territorio

In poco più di due giorni effettivi, abbiamo raccolto oltre 2.500 firme, senza banchetti fissi né strutture organizzative complesse. Un numero che, sebbene possa sembrare contenuto, rappresenta una reazione spontanea e determinata di cittadini delusi, amareggiati ed esasperati da un servizio che, fino a poco tempo fa, funzionava bene e oggi appare complicato, inefficiente e poco comprensibile.

Ascolto attivo, non formalismi

Siamo scesi in piazza per ascoltare direttamente i cittadini, e ne è emersa un’immagine chiara: disordine, malessere e disagio diffuso. Invece di aprire un dialogo costruttivo, abbiamo assistito a tentativi di delegittimazione dell’iniziativa, con attacchi formali sulla validità della raccolta firme, senza affrontare le vere ragioni di chi si è espresso in modo civile e democratico.

Il nostro messaggio

Non chiediamo altro che ascolto, confronto e trasparenza. La raccolta firme non va strumentalizzata, ma riconosciuta per ciò che è realmente: un segnale chiaro di partecipazione civica autentica.

Un appello politico, non partitico

Siamo consiglieri comunali eletti, e come tali abbiamo il dovere di portare la voce dei cittadini all’interno delle istituzioni. Per questo chiediamo un confronto politico con l’Assemblea dei Sindaci: non per creare conflitto, ma per riaprire un dialogo trasparente, costruttivo e partecipato. È lecito che chi gestisce un’azienda curi gli interessi economici della società. Ma è altrettanto doveroso che i Sindaci difendano gli interessi dei cittadini, nel rispetto del loro mandato democratico. Perché Coinger deve essere una società al servizio dei cittadini, non i cittadini al servizio di Coinger.

Portiamo all’attenzione dell’opinione pubblica e dell’istitutuzioni una questione che riguarda da vicino la qualità della vita nei Comuni del bacino Coinger. Negli ultimi mesi abbiamo raccolto numerose firme da parte di cittadini stanchi di subire un servizio raccolta differenziata inefficiente, disorganizzato e, spesso, del tutto inadeguato rispetto ai costi sostenuti. Non si tratta di lamentele isolate, ma di un malcontento diffuso e trasversale, che coinvolge famiglie, anziani, attività produttive, commercianti. In sintesi: intere comunità.

Nel frattempo, l’Amministratore unico di Coinger è intervenuto più volte sulla stampa per difendere il mdello Tarip, arrivando persino a liquidare consiglieri comunali di minoranza come (un’armata Brancaleone”, come se fossero figure prive di autorevolezza e volontà politica.

Noi respingiamo con forza questa narrazione. I Consiglieri comunali rappresentano il voto dei cittadini e non rispondono né all’AU né a una logica aziendalista calata dall’alto. La gestione Coinger, società a totale partecipazione pubblica, deve essere trasparente, condivisa e rispondente all’interesse collettivo. Per questo motivo, nei prossimi giorni consegneremo le firme raccolte direttamente al Presidente dell’assemblea dei soci di Coinger.

Non ci rivolgiamo al gestore, ma a chi detiene la responsabilità politica della società: i Sindaci e gli amministratori pubblici che ne sono soci. Il nostro obiettivo è semplice: pretendere un servizio migliore, tariffe pi eque e decisioni prese alla luce del sole, con il coinvolgimento reale dei cittadini e dei loro rappresentanti.

Ruolo del Gic

Il Gruppo intercomunale per i cittadini ha sollevato da tempo tutte queste criticità legate alla Tarip di Cioinger: lo abbiamo fatto pubblicamente, con argomentazioni fondate e una petizione che sarà consegnata ufficialmente agli organi competenti. Non ci muove alcuna strumentalizzazione politica o partitica, ma solo la preoccupazione legittima di tanti cittadini, famiglie, imprenditori e lavoratori del territorio

La Tarip di Coinger: i numeri non bastano a raccontare tutta la verità

Poiché vanno di moda le citazioni, ricordiamo Sant’Agostino: la verità si difende da sola. Partendo da questa citazione, aggiungiamo che “la realtà è più potente di ogni narrazione, anche di quelle più convincenti” (G. Orwell).

Il 29 maggio e i giorni successivi sono usciti diversi articoli dal titolo simile: “Coinger, tariffa più bassa per il 61% delle famiglie: un’azienda seria parla coi numeri”. Titolo efficace, ma una lettura attenta rivela molte ombre e poche luci.

Si parla già di bilancio 2025, ma la Tarip è una tariffa puntuale basata sul numero effettivo di ritiri nel corso dei 12 mesi. Quindi, come si può dire a metà anno, se ci sarà un risparmio o un aumento reale? Sappiamo che il “variabile” conta poco: ma i calcoli possono essere fatti in anticipo, senza attendere i dati completi? Coinger afferma che il 63% delle famiglie ha registrato un risparmio con la nuova tariffazione. Ma il presunto risparmio per il 2025 viene calcolato rispetto al 2024, che è stato l’anno più caro della storia.

A parità di altre condizioni, le tariffe Coinger dal 2018 al 2024 sono salite in media del 60%, dunque oggi è facile ridurre del 3-5% i costi per determinate categorie e “cantare vittoria” con titoloni sui giornali, prevedendo risparmi contenuti che passano, per esempio, da 220 a 210 euro annui… peccato che prima la stessa famiglia ne pagava 150. È davvero un risparmio o è l’ennesimo tentativo di auto-giustificarsi?

Coinger non spiega come siano stati calcolati i dati comunicati alla stampa, né cosa accade al restante 37% degli utenti che ha subito rincari. La stessa infografica di Coinger mostra che quasi il 40% delle utenze private subirà un aumento, con alcune di esse che vedrà rincari superiori anche di 100 auro annui. Altro che famiglie premiate. Ad esempio, l’aumento medio della Tarip 2025 rispetto al 2024 è del 14% Iva inclusa, a Bodio del 10%.

Il 66% delle attività economiche paga di più

Nell’area Coinger due imprese su tre hanno registrato un aggravio di spesa, anche molto significativo. In un periodo in cui molte piccole attività lottano per la sopravvivenza, parlare di equità mentre bar, ristoranti, negozi e industrie vedono impennare le bollette, suona come una beffa. Secondo Coinger, la riduzione “dell’imponibile” è del 4,6% ma non dice che questa deriva da una banale redistribuzione interna tra diverse categorie di utenti. Ovviamente gli aumenti di costo degli esercizi commerciali ancora una volta ricadranno sui cittadini e sulle famiglie.

Penalizzate le famiglie mono-componente

Coinger ammette che solo il 29% dei nuclei da una sola persona paga meno: sono tipicamente coloro che vivono in case grandi. Tutti gli altri, cioè la netta maggioranza, pagano di più. Eppure si tratta spesso di anziani soli, giovani precari o famiglie mono-reddito. Nel suo comunicato Coinger cerca di sminuire, parlando di aumenti “tra 3 e 6 euro al mese”. Un modo elegante per dire da 36 a 72 euro l’anno: una cifra che per molti è tutt’altro che trascurabile.

C’è un dettaglio interessante: i risparmi sono presentati su base annua, mentre gli aumenti vengono mostrati su base mensile. Un modo di comunicare che genera, a nostro parere, un’impressione distorta e non consente un confronto equo. Per completezza va detto che, chi beneficia di più della Tarip 2025 sono le famiglie numerose, che hanno una riduzione più marcata della tariffa.

La tariffa puntuale non premia gran parte degli utenti

Il principio “chi più inquina più paga” dovrebbe incentivare comportamenti virtuosi. In realtà, l’elevata quota fissa e le dotazioni standardizzate per categorie di utenti non permettono a molti cittadini di risparmiare davvero, nemmeno se producessero pochi rifiuti. I costi fissi, pari a oltre l’85% del totale, fanno perdere senso al concetto di tariffa puntuale.

I numeri vanno letti oggettivamente

Se davvero la rivoluzione Tarip di Coinger fosse così evidente, ci domandiamo perché serva un così grande sforzo comunicativo da parte dei suoi vertici per convocare i cittadini. Fino a 5 o 6 anni fa nessuno sapeva nemmeno cosa fosse Coinger. La verità è che questa riforma presenta molte ombre, che sarebbe doveroso affrontare con onestà e spirito pratico, non limitandosi a citazioni dotte e a dire che “va tutto bene”!

Anche perché quando si invoca la ricoluzione bisognerebbe dichiarare a vantaggio di chi.

Di sicuro non del cittadino medio che, guarda caso, esprime giudizi molto critici ad ogni articolo pubblicato su Coinger. Ci chiediamo quali riflessioni politiche e sociali siano la base di queste scelte e se davvero la logica dei numeri giustifichi una riforma che ha generato oltre 2.500 reclami o segnalazioni dirette a Coinger in poche settimane. La quiete agli sportelli di Coinger oggi è fisiologica: è cresciuta la rassegnazione, non la soddisfazione degli utenti.

E il servizio?

Negli articoli non se ne fa parola. Ma chiediamo ai cittadini come giudicano il servizio. Le segnalazioni ricevute parlano chiaro: disservizi, mancati ritiri, difficoltà di contatto, per ultimo ma non meno importante la poca chiarezza nelle voci della bolletta, che rendono difficoltosa la sua verifica. È possibile parlare di successo tariffario se la qualità del servizio non tiene il passo?

Comunicazione asimmetrica e narrazione unilaterale

A parlare alla stampa è sempre e solo l’Amministratore unico di Coinger, che ovviamente non può che approvare il suo stesso operato con toni assertivi e citazioni evocative. Nessuno spazio è concesso ad altre voci, dati alternativi o opinioni diverse. Un’informazione oggettiva non può basarsi su ripetuti monologhi. Senza uno sguardo critico e contestualizzato, è difficile valutare l’efficacia complessiva della Tarip.

E i Sindaci? Chi controlla chi?

I Comuni e i loro Sindaci, che dovrebbero rappresentare i cittadini e vigilare sull’operato della loro società controllata Coinger, sembrano invece limitarsi ad approvare ogni scelta dei suoi Dirigenti, senza un vero confronto. Una domanda è inevitabile: se chi deve controllare non esercita il proprio ruolo, chi tutela davvero i cittadini?

I numeri estrapolati ad arte non bastano

Servono trasparenza, confronto, responsabilità. E il coraggio di ascoltare anche chi solleva domande scomode.

S.T.

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