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Gallarate | 23 maggio 2025, 15:53

«Grazie Comandante»: Gallarate saluta Aurelio Giannini, tra emozione e gratitudine

Un saluto commosso e partecipato al comandante della Polizia locale, che dopo tre anni e mezzo lascia Gallarate, tra bilanci, ricordi e parole cariche di stima

«Grazie Comandante»: Gallarate saluta Aurelio Giannini, tra emozione e gratitudine

«Se potessi ti chiederei di portarmi con te, ma ciò non è possibile. Grazie comandante Aurelio, grazie per tutto e in bocca al lupo: sappi che io sto sempre dalla parte del lupo». Con questa frase carica di stima e affetto, l’assessore Germano Dall’Igna ha chiuso la lettera di ringraziamento per una conferenza stampa che è stata insieme saluto istituzionale, tributo umano e momento di commozione. Un arrivederci sentito a colui che per tre anni e mezzo ha guidato gli agenti della Polizia Locale di Gallarate: il comandante Aurelio Giannini.

Un momento scandito da parole lente, voce rotta dall’emozione e da un’atmosfera leggera, a tratti scherzosa, come quella che ha accompagnato l’aneddoto di Giannini in riferimento alle parole di sua moglie quando il telefono squillava a casa: «Secondo me è Dall’Igna che ti sta chiamando…». Un siparietto che ha strappato sorrisi, ma anche fatto da cornice a un addio sentito e non privo di nostalgia.

Giannini, arrivato il 17 gennaio 2022, ha ripercorso il suo cammino: «Vorrei raccontare i miei sentimenti in questo momento e quello che è stato il mio percorso fin qui», ha esordito. Classe ’92 dell’Accademia Militare di Modena, ex carabiniere fino al 2005 con il grado di capitano, poi dirigente, ha assunto il ruolo di comandante a Gallarate portando con sé i suoi collaboratori più diretti: «Perché siamo cresciuti insieme. Nessuno qui non ha dato un contributo più decisivo di altri».

Tra i presenti anche il responsabile della Protezione Civile Pietro Orlandi, che ha sottolineato: «Mai prima del suo arrivo la collaborazione con noi era stata così proficua. Ci ha permesso di crescere culturalmente e strutturalmente».

Giannini non ha nascosto le difficoltà affrontate: «Operiamo in un contesto complesso, fatto anche di equilibri politici e istituzionali. Non si può più immaginare una polizia locale come quella di 30 anni fa». Eppure, risultati importanti sono arrivati: il piano per la sensibilizzazione degli studenti, l’arrivo del cane Zorro contro il narcotraffico, lo sgombero del campo sinti, l’intervento al bosco di via Curtatone. E poi ancora: sicurezza urbana, codice rosso, formazione, digitalizzazione.

Un pensiero anche per i colleghi: «Marco Cantoni, il vice, è un vulcano di entusiasmo. Il lungimirante Mauro Adamati. Giovanni Langella è un trascinatore, Risi un innovatore, e ringrazio tutti gli agenti e il personale amministrativo». Lo stesso Adamati, citando Camilleri, ha espresso la stima nei confronti di Giannini: «Come l’acqua noi abbiamo la forma dell’oggetto che ci contiene. Ecco, tu ci hai dato la forma». 

Cantoni ha ricordato come «mancasse quell’unione che è la vera forza», mentre Dall’Igna, con parole dense di riconoscenza, ha voluto citare tutti gli ufficiali: Mauro Adamati, Giovanni Langella, Gianluca Risi, Silvia Rota.

E infine la domanda che aleggiava: perché andare via? «Credo sia necessario, dopo un certo numero di anni, rimettersi in gioco. Le sfide vanno affrontate con spirito nuovo. Nessun rimpianto, solo grande soddisfazione, soprattutto umana», ha risposto Giannini.

Dal 1° agosto sarà trasferito a Villa Recalcati per ricostruire la polizia provinciale. Intanto, il comando sarà affidato operativamente al vice Cantoni, in attesa della nomina dirigenziale. L’assessore Dall’Igna ha assicurato che «c’è tempo per riorganizzare, la discussione è aperta».

In chiusura, un ringraziamento anche al capitano della Guardia di Finanza e al comandante della compagnia dei Carabinieri, oltre al dottor Luigi Marsico. Un congedo, quello di Giannini, che lascia un’eredità solida e un esempio tangibile di servizio alla comunità.

Alice Mometti

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