Nel centenario della nascita dello scultore milanese Giancarlo Sangregorio (1925-2013) si terrà il 7 maggio prossimopresso la Biblioteca Nazionale Braidense la presentazione del libro “Forme Combaciate”, poesie ed incisioni, edito dai Cento Amici del Libro.
Nato nel 1925 a Milano, comincia da autodidatta a scolpire opere in pietra, affascinato in particolare dal materiale estratto dalle cave dell’Ossola, dove soggiorna per lungo tempo. Terminati gli studi classici, frequenta i corsi di scultura all’Accademia di Brera a Milano, sotto la guida di Marino Marini. Di quel periodo sono le sue prime importanti mostre di gruppo nelle principali città italiane.
Dal 1950 al 1958 soggiorna spesso in Versilia: lavora il marmo delle Apuane e modella figure e ceramiche nelle fornaci di Viareggio. Intraprende lunghi viaggi all’estero, in particolare a Parigi, dove ha uno studio. Intensifica i viaggi e i contatti con artisti e gallerie in diverse nazioni, segue con interesse le proposte dell’arte informale, ma non è collocabile entro una cerchia definita, distinguendosi dagli artisti cresciuti con lui.
Esordisce nel 1949 partecipando alla grande mostra di scultura Premio Internazionale Città di Varese allestito a Villa Mirabello e nel 1950 partecipa al Concorso d’arte contemporanea presso la Galleria Nazionale d’arte moderna di Roma.
È del 1952 la sua prima personale a Milano. Da allora è presente alle più significative manifestazioni d’arte internazionali. Di seguito è presente alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia e alla Biennale di scultura di Carrara. A partire dagli anni Sessanta incomincia una intensa attività espositiva in tutta Europa: Bruxelles, Düsseldorf, Stoccarda, Locarno, Basilea, Colonia, Friburgo. Nel 1960 è presente anche al Salon des Réalitées di Parigi e nel 1964 è di nuovo invitato alla Biennale di Venezia.
Ha esposto in Francia, ex–Jugoslavia, Israele, Belgio, Svizzera, Svezia, Stati Uniti, Messico, Argentina e in Italia nelle maggiori città d’arte.
L’interesse per le arti primitive, lo avvicina all’Africa dei Dogon e proprio in Mali viene a contatto con la realtà cultuale delle maschere. Dopo l’Africa, è la volta di un viaggio in Oceania che lo porta lungo il corso del fiume Sepik ad avvicinarsi ai lavori degli scultori della Nuova Guinea. Giancarlo Sangregorio ha vissuto e lavorato a Sesto Calende fino al 2013, nella casa-atelier oggi sede della Fondazione da lui voluta per sostenere e divulgare la sua opera.
Alla domanda “Dove sta di casa la cultura?” così affermava: “… Evitando di chiedersi cosa sia, forse riusciremo a saperlo. Quasi sempre lontana dai monumenti, ci capiterà di incontrarla proprio in luoghi inattesi. Sarà sempre rivelatrice di una verità legata strettamente alla vita e alla realtà di chi l’ha creata. Realista solo talvolta nella forma, immancabilmente lo diventa nella sua carica di significato. Riuscirà a rimettere luce interiore, occuperà lo spazio con sicurezza non ostentata, provocherà una repentina o prolungata vertigine temporale…”. Ed in merito alla poesia ricordava che “…Architettura e musica la compenetrano e persino la danza, se ormai la scultura può muoversi nello spazio a un soffio di vento. Anche la poesia può affidare alla seducente spazialità della scultura le lettere dell’alfabeto per ottenere arcane consonanze”.
Interverranno alla presentazione Laura Tirelli e Alain Salem (Cento Amici del Libro), Francesca Marcellini (Presidente Fondazione Sangregorio), Lorella Giudici (storico dell’Arte e Responsabile scientifico della Fondazione Sangregorio) e Davide Tomatis (Archivio Tipografico).
Dove e quando
Mercoledì 7 maggio 2025 ore 16,00
Sala Lettura Biblioteca Nazionale Braidense – Via Brera 28 – Milano