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Busto Arsizio | 27 aprile 2025, 13:30

Il servizio delle crocerossine nel nome di Santa Caterina: «Col coraggio di stare vicino a chi soffre»

A Santa Croce la messa dedicata alla patrona del Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa. Attivissimo il gruppo di Busto, che conta 85 sorelle. Don Antonio elogia «il coraggio di stare in mezzo ai problemi, di accorgersi che qualcuno ha bisogno»

«Una persona risorta si vede dal coraggio di stare vicino a chi soffre, di stare in mezzo ai problemi, di accorgersi che qualcuno ha bisogno». Le parole di don Antonio Corvi fanno riferimento a Cristo risorto, ma anche a papa Francesco, che ha interpretato il pontificato come un pastore vicino a tutti, anche e soprattutto agli ultimi.
E pure alle infermiere volontarie della Croce rossa, che oggi hanno partecipato alla messa dedicata alla loro patrona Santa Caterina da Siena.

La funzione è stata celebrata a Santa Croce, dove, sotto al porticato di piazza don Angelo Volontè, è presente una raffigurazione della santa, che oggi ha ricevuto una nuova benedizione dal parroco.
Presenti il presidente della Croce rossa di Busto Arsizio Giulio Turconi, la vice Simona Sangalli, le associazioni d’arma, gli scout e, per la giunta, il vicesindaco Luca Folegani e l’assessore Alessandro Albani, quest’ultimo anche in qualità di operatore sanitario.

L’impegno

Sono 85 le infermiere volontarie a Busto Arsizio. «Il nostro gruppo è sicuramente uno dei più numerosi in Lombardia», spiega l’ispettrice territoriale Beatrice Signorelli
C’è sempre spazio per nuove volontarie, per le quali è prevista una scuola regionale di due anni, con tirocinio in ospedale.
L’attività si svolge nella nuova sede della Croce rossa (in piena sinergia col comitato bustocco), oltre che nell’ambulatorio “Amelia Colombo” gestito dalle sorelle infermiere nel rione Frati.

La festa liturgica di Santa Caterina da Siena ricorre il 29 aprile. Caterina trascorse la propria vita dedicandosi alle opere di carità, curando i malati e i lebbrosi e assistendo i condannati a morte.
La santa è patrona d’Italia ma, appunto, anche delle infermiere volontarie della Croce rossa, storicamente in prima linea al fianco dei bisognosi in occasione di guerre, calamità, ma anche nel periodo più duro della pandemia.
Al termine della messa, l’ispettrice Signorelli ha letto la preghiera dell’infermiera volontaria, chiedendo a santa Caterina di «accogliere tra le braccia la cara sorella Luciana Salmoiraghi che ci ha appena lasciato e tutte le crocerossine che non sono più con noi».

La divisa

Nell’omelia, il parroco don Antonio ha sottolineato l’importanza di non voltarsi dall’altra parte davanti alle sofferenze e ai problemi, stando invece in mezzo agli altri. Così ha fatto Gesù risorto, e così papa Francesco: «Si “metteva in mezzo”, si avvicinava a tutte le situazioni di bisogno. Aveva buoni rapporti con tutti, coi potenti della Terra e con gli ultimi».

Ma così fanno anche le crocerossine nella loro opera quotidiana, e pure gli altri operatori in divisa presenti alla messa: «Quando c'è qualcuno che ha paura, vuol dire che ha bisogno di qualcun altro che lo conforti, che stando con lui gli dia forza. Oggi, quando ci sono pericolo, sofferenza, dolore, si scappa, si gira la faccia dall'altra parte. Questi signori in divisa, invece, quando c'è una situazione difficile si avvicinano. Una persona risorta si vede proprio dal coraggio di stare vicino a chi soffre, di stare in mezzo ai problemi, di accorgersi che qualcuno ha bisogno. La vostra divisa dice tanto. Ma tutti i cristiani hanno un “abito”, ricevuto col battesimo. Di fronte ai problemi non scappiamo, ma allunghiamo la mano».

Riccardo Canetta

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