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Busto Arsizio | 25 aprile 2025, 14:33

25 aprile a Busto, il sindaco cita papa Francesco: «Torniamo a sperare che la pace è possibile»

FOTO E VIDEO. Antonelli ha voluto ricordare anche la collega di Castellanza Cerini, scomparsa improvvisamente lo scorso anno proprio dopo le celebrazioni per la Liberazione. I messaggi di fiducia e speranza nei giovani e il corteo del Comitato Antifascista

«Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile». Nel discorso per le celebrazioni istituzionali del 25 aprile, il sindaco Emanuele Antonelli cita papa Francesco. La cui voce, «la più decisa e autorevole a favore della pace», si è spenta «alla vigilia dell’anniversario della fine della Seconda guerra, dopo anni di devastazioni».
Il primo cittadino ha voluto ricordare anche la collega di Castellanza Mirella Cerini, scomparsa improvvisamente lo scorso anno proprio dopo le celebrazioni del 25 aprile.
Al termine della cerimonia, da via Fratelli d’Italia è partito il corteo promosso dal Comitato Antifascista che ha raggiunto piazza Vittorio Emanuele, transitando per le vie del centro.

La cerimonia istituzionale

Le celebrazioni per l’ottantesimo anniversario della liberazione dal nazifascismo coincidono con i giorni di lutto nazionale per la morte del pontefice. Una ricorrenza dunque «segnata purtroppo dalla tristezza e dal cordiglio per la scomparsa di papa Francesco», ha detto il sindaco. Per questo gli addobbi sono stati limitati all’essenziale, mentre il programma è rimasto invariato. «Vogliamo pensare che anche lui avrebbe voluto così», ha aggiunto.

La giornata si è aperta con la deposizione di una corona al tempio civico di Sant’Anna, dove monsignor Severino Pagani ha celebrato la messa. Dopo un momento di raccoglimento davanti al monumento ai caduti in piazza Trento e Trieste e al monumento alla Resistenza e Deportazione in via Fratelli d’Italia, la cerimonia è proseguita sul sagrato del tempio civico, mentre nel cortile del municipio è stata allestita una mostra con i lavori degli studenti del liceo artistico e coreutico Candiani Bausch e dell’Ite Tosi coordinati dal professor Raffaele Mantegazza, relatore della giornata, nell’ambito dell’iniziativa promossa da Anpi, Raggruppamento Patrioti Fratelli di Dio e Associazione Amici di Angioletto, tutte presenti oggi insieme alle altre associazioni, alle autorità politiche cittadine e alle forze dell’ordine. In prima fila il partigiano Adelio Borlandelli, 99enne.

Le parole del sindaco

Il sindaco Antonelli ha citato più volte papa Francesco: «La voce più decisa e autorevole a favore della pace si è spenta alla vigilia dell’anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e del ritorno della pace dopo anni di devastazioni, massacri, sofferenze per milioni di persone. Oggi celebriamo la memoria di chi ha sacrificato la propria vita e di chi ha lottato per la libertà, con la speranza che gli appelli per la pace e per il rispetto della vita umana che il papa ha ripetuto fino alla fine con le ultime forze rimaste non cadano nel vuoto».

Antonelli ha ripreso le parole usate dal pontefice nel suo ultimo messaggio urbi et orbi in occasione della Pasqua e dell’anno del Giubileo: «Vorrei che tornassimo a sperare che la pace è possibile».
Il primo cittadino non si è detto ottimista, cogliendo però una speranza «nella partecipazione unitaria di oggi, segno di rispetto nei valori della democrazia, doveroso in una città medaglia di bronzo alla Resistenza; nell’impegno assiduo delle associazioni del terzo settore e delle realtà culturali e sportive; in chi porta i pasti ai senzatetto, in chi passa il tempo con ragazzi meno fortunati, nel lavoro di ricerca storica che le scuole portano avanti con le associazioni».

Antonelli ha poi citato l’impegno del professor Mario Castiglioni, ex docente al liceo Crespi di Busto, che dopo il 25 aprile 1945 venne chiamato dal Cln ad assumere l’incarico di sindaco a Carnago. Aveva trent’anni, è il "sindaco della Liberazione", tra i più giovani in Italia.
E poi ha ricordato Mirella Cerini, sindaca di Castellanza, morta nel suo municipio un anno fa poco dopo le celebrazioni della Liberazione, con la fascia tricolore ancora indosso.

La speranza e la fiducia nei giovani

Il presidente dell’Anpi Liberto Losa ha ripercorso l’annuncio della Liberazione dato a Busto da Radio Alto Milanese, risuonato in tutta Italia e non solo. Ha ricordato i martiri della Resistenza bustese, la nascita dei gruppi combattenti. Citando episodi importanti come le deportazioni alla Ercole Comerio e il coraggioso sciopero delle operaie al calzaturificio Borri, quando «la forza disarmata delle donne prevalse sulla violenza, sulla sopraffazione, sull’inciviltà».

Losa si è soffermato anche sull’esempio dei magistrati, in particolare quello di Cosimo Orrù ricordato ieri in tribunale, e del clero, come ha fatto poco dopo anche Marco Torretta, presidente dell’Associazione Raggruppamento Divisioni Patrioti Alfredo Di Dio.
«Nell’ottantesimo anniversario della Liberazione – ha concluso Losa – non possiamo tacere gli orrendi conflitti in corso in Ucraina e a Gaza, situazioni che ripugnano la nostra coscienza. Occorre intensificare gli sforzi per una pace giusta, secondo il monito del papa».

Il professor Mantegazza, pedagogista e docente dell’Università degli Studi di Milano Bicocca, ha aperto il suo discorso, carico di speranza, con in mano un fiore, simbolicamente il fiore del partigiano che ha poi donato a una bambina. «Occorre continuare a mettere i semi di valori importanti nelle coscienze di bambini e ragazzi, perché poi potranno crescere con i loro tempi. I giovani di oggi sono un terreno un straordinariamente fertile. Una delle migliori generazioni che ci sia mai stata in questo paese. Ascoltiamoli quando parlano di ecologia e diritti civili. Ragazzi di 14, 15 anni ci insegnano, ci lasciano un segno nel cuore e nell'anima. E con il loro linguaggio saranno testimoni della memoria».

Quando i suoi studenti gli domandano perché si definisca ancora antifascista, ha risposto che lo fa perché «i fascisti ci sono ancora. E il fascismo è la negazione del principio di eguaglianza. È come se si volesse giocare a calcio con le mani».
La cerimonia è stata accompagnata dall'associazione musicale Rossini e da Borsound 1919. E pure il sindaco Antonelli ha canticchiato Bella ciao (come da "tradizione").

Il corteo antifascista

Al termine delle celebrazioni istituzionali, dal municipio è partito il corteo organizzato dal Comitato Antifascista, che si è snodato per il centro fino a piazza Vittorio Emanuele (qui le ragioni dell’iniziativa).
Il percorso è stato accompagnato da canti e cori, anche per la Palestina libera.

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