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Busto Arsizio | 19 novembre 2024, 15:18

Nuova aggressione a un poliziotto nel carcere di Busto: il Sappe denuncia l'inefficacia delle politiche di sicurezza

L'ennesimo episodio di violenza mette in luce la crescente tensione nelle carceri italiane, con il sindacato che chiede interventi urgenti per fronteggiare le problematiche psichiatriche dei detenuti e le carenze strutturali nel sistema penitenziario

Nuova aggressione a un poliziotto nel carcere di Busto: il Sappe denuncia l'inefficacia delle politiche di sicurezza

Nella mattinata di oggi, 19 novembre, si è verificato un nuovo episodio di violenza nella Casa Circondariale di Busto Arsizio. A darne notizia è Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sappe, il sindacato autonomo della Polizia Penitenziaria.

«Questa mattina c'è stata l'ennesima aggressione ai danni di un poliziotto penitenziario presso il carcere di Busto Arsizio. Un detenuto magrebino, ristretto nella sezione ex art. 32 r.e. (isolamento, ndr) per eteroaggressività, ha chiesto una somministrazione farmacologica fuori dall'orario previsto. Quando il poliziotto in servizio gli ha comunicato che doveva attendere l’arrivo dell'infermiera, il detenuto, dal cancello della propria cella, ha scagliato un pugno al volto dell'agente. Ormai non c’è più rispetto per l'istituzione che rappresentiamo».  

Il sindacalista evidenzia ancora che «il personale di polizia penitenziaria è esausto e attende quanto prima che questa situazione possa essere sanata senza dover ogni giorno sperare di non tornare a casa con lesioni o altro. Un plauso al personale della Polizia Penitenziaria di Busto Arsizio che, ancora una volta, con grande professionalità, ha evitato che la situazione degenerasse, riportando l’ordine e la sicurezza all’interno dell’Istituto di pena».

Con riferimento all'episodio nel carcere di via Per Cassano, anche Donato Capece, segretario generale del Sappe, commenta: «Quel che sta succedendo nelle ultime settimane nelle carceri - tra suicidi, aggressioni, risse, evasioni - è di inaudita gravità ed è la conseguenza dello scellerato smantellamento delle politiche di sicurezza delle carceri attuato nel passato. Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più e ha assoluta necessità di interventi urgenti».

Per il leader nazionale del Sappe, «ci sono troppi detenuti che presentano problemi psichiatrici. Questa una delle gravi problematiche che al momento interessa le carceri italiane, e purtroppo non risparmia neanche Busto Arsizio». È così anche a Busto «gli agenti della Polizia Penitenziaria, pur non avendo le competenze necessarie, sono chiamati a gestire queste persone con le più svariate problematiche mentali. Il problema dei detenuti con disagio psichiatrico è la prima e più importante emergenza nazionale nelle carceri italiane. La riforma che ha previsto la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari non ha indicato delle valide alternative, tant'è che è stata bocciata anche dalla Corte costituzionale».

«Si riparta da questi gravi fatti accaduti nel carcere di Busto Arsizio, al netto delle attestazioni di solidarietà e vicinanza al poliziotto ferito, per porre fine alla lunga scia dello smantellamento delle politiche di sicurezza nelle carceri attuato in passato. Smembrare la sicurezza interna delle strutture penitenziarie con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria ha infatti inevitabilmente favorito gli eventi critici, che sono costanti e continui», conclude Capece.

Redazione

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