È il giorno di Pontida, il giorno in cui la Lega delle origini e quella salviniana sembrano un po’ meno lontane. Certo, dalla prima edizione del raduno – era il 1990 – il mondo è cambiato e così la Lega. Ma sul «sacro suolo» reso scivoloso dal fango c’erano, insieme, bossiani della prima ora e i giovani che si sono avvicinati al movimento dopo la svolta nazionale impressa da Salvini. Due i pullman arrivati dal Varesotto. E per un veterano come l’ex ministro e senatore bustocco Francesco Speroni, si è trattato di «una delle Pontida più belle».
Nell’anno del quarantesimo anniversario dalla fondazione della Lega, Umberto Bossi non c’è, ma non è una novità. Ci sono, invece, dopo la presenza di Marine Le Pen lo scorso anno, i big della destra sovranista europea: da Viktor Orbán a Geert Wilders. Ma a suscitare curiosità è anche la presenza del generale-eurodeputato Roberto Vannacci.
«Non è reato difendere i confini» è lo slogan impresso sugli striscioni che dominano la scena. La condanna a sei anni di carcere chiesta per Salvini dai pm di Palermo nel processo Open Arms è uno dei temi principali della giornata. La scorsa settimana, anche in provincia di Varese i militanti hanno raccolto centinaia di firme a sostegno del “Capitano”.
Parola d’ordine: autonomia
Ma l’argomento che sta più a cuore a tanti leghisti anche del nostro territorio è quello dell’autonomia. «Essere più liberi a casa nostra, questo vuol dire autonomia, la madre di tutte le battaglie», dice dal palco Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, varesino, mentre viene esposto un gigantesco vessillo con la rosa camuna. «Chiediamo di essere nelle condizioni di governare meglio, di spendere i nostri soldi nel modo migliore che riteniamo – insiste il governatore –. Siamo la regione che riceve meno, che costa meno, ma diamo i migliori servizi, non è questione di soldi ma di come si spendono, se si investono o sprecano».
Lo stesso Salvini, dopo aver rivolto il primo pensiero a Bossi e Maroni, apre il suo discorso con l’autonomia: «È legge dello Stato, indietro non si torna».
Alle sue spalle, i capigruppo parlamentari e i ministri della Lega che ha definito «la nostra spina dorsale». Tra di loro il responsabile dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che un paio d’ore prima aveva dato il via alla Gran Fondo Tre Valli Varesine davanti al Comune di Varese. Nei giorni scorsi, le sue parole avevano creato agitazione per paura di nuove tasse: «Sono figlio di un pescatore e di un’operaia tessile – ha detto dal palco il ministro di Cazzago Brabbia –. So distinguere chi può fare sacrifici e chi no».
Le voci dal nostro territorio
Due i pullman arrivati dal Varesotto, oltre 500 persone. «Passione, voglia di stare insieme, amicizia», sono le parole d’ordine per il segretario provinciale Andrea Cassani. Anche se, ammette, «il momento non è semplice, i consensi non quelli di tre o quattro anni fa. Ma stiamo portando avanti la battaglia delle battaglie sull’autonomia». Le recenti elezioni provinciali hanno lasciato l’amaro in bocca per il quarto consigliere sfumato per un soffio: «Sono elezioni di secondo livello, bisogna sottostare ai giochi di potere dei vari consiglieri e sindaci che magari non rispondono esattamente ai desiderata dei cittadini. Continueremo a combattere dall’opposizione».
Sergio Ghiringhelli, uno che le Pontida «le ha fatte tutte», in Provincia è capogruppo uscente e consigliere riconfermato. E, rispetto al suo segretario, ha un’idea diversa: «La Provincia di Varese deve cambiare guida».
Un altro che di Pontida ne ha fatte tante è Francesco Speroni, già ministro, senatore, eurodeputato e molto altro ancora. Da decano del Carroccio, il bustocco parla di una delle edizioni migliori: «Non la più affollata, ma c’è un sacco di gente. E mi piace la presenza di amici al di fuori della Padania».
Su Vannacci: «Il suo discorso mi è piaciuto e ha confermato fedeltà al movimento. Ritengo sia una cosa positiva».
Sull’autonomia c’è il timore di qualche sgambetto: «Ma la legge Calderoli è stata approvata in Gazzetta ufficiale. L’ostacolo del referendum riusciremo a superarlo».
Da Pontida, il consigliere regionale Emanuele Monti lancia gli Stati generali della sanità: «Il 22 novembre a Milano uniremo tutti per proporre le iniziative che la Lega vuole portare al governo su questo tema».
Da oltre dieci anni anche l’eurodeputata Isabella Tovaglieri è una presenza fissa al maxi-raduno. Da Pontida il messaggio è che «in Europa dobbiamo esserci se vogliamo cambiare. Ma a certe condizioni. Non potevo entrare in maggioranza perché non avrei potuto rispettare il mandato degli elettori. Ho promesso che avrei combattuto le derive ideologiche del Green deal».
Ieri la bustocca è intervenuta al raduno dei giovani leghisti. In giornata dai ragazzi del movimento erano volate parole grosse contro l’altro vicepremier, il forzista Antonio Tajani, per la sua proposta sullo Ius Italiae. «I rapporti con gli alleati sono buoni e l’abbiamo sempre dimostrato – assicura Tovaglieri –. Quella dei giovani è l’anima più ribelle, magari si è ecceduto nei toni e Matteo ha chiesto scusa. Ma i giovani fanno i giovani. E per fortuna».