L’attenzione ai debutti ha portato bene al Baff e ai suoi protagonisti. Lo ha ricordato, nella conferenza stampa del festival numero 22 (28 settembre – 5 ottobre) Gabriele Tosi, tra le anime della manifestazione fin dalle prime e più avventurose edizioni: «In passato ci siamo occupati specificamente di opere prime e seconde. Così abbiamo dato spazio a talenti come Sorrentino. O Crialese. L’augurio è che qualcuno fra quanti interverranno al prossimo festival possa seguire le orme di questi antesignani». Sì, perché il nuovo Baff, con la direzione artistica che passa da Steve Della Casa a Giulio Sangiorgio, avrà proprio nel concorso “opera prima” il suo cardine. Dieci film che conquistano attenzione, convincono, colgono premi e suscitano speranze (l’elenco in fondo, programma sul sito del festival, appuntamenti a ingresso gratuito, fino a esaurimento posti).
Parlerà, poi, del suo esordio Bertrand Bonello: oltre a ricevere il "Premio regista dell’anno", l’autore di “La bête”, in concorso a Venezia 2023, porterà a Busto il suo primo lungometraggio, “Quelque chose d’organique”. E sempre di inizi si discuterà con Maurizio Nichetti (Ratataplan) ed Eros Puglielli (Dorme) mentre la "star delle tavole" Gipi presenterà “L’ultimo terrestre”. Per “Anteprima italiana” il Baff ospiterà Mariano Baino: a oltre 30 anni dall’opera di culto “Dark Waters” sarà a Busto con "Astrid’s Saints". Confermate le rassegne “Made in Italy – Scuole” curata da Marco Longo, “Baff in libreria” (saranno presentati sette dei saggi finalisti al Premio Morando, in ricordo del critico Morando Morandini: tra gli altri, Bruno Bozzetto, Dante Spinotti e, con un’opera su Ettore Scola, Vittorio Giacci). Attesissimo “Baff in serie”, dedicato alle produzioni italiane (vedi QUI, Sangiorgio ha annunciato ulteriori sviluppi nell'attenzione alle serie).
Ancora, il Baff propone “Visioni future”, concorso per studentesse e studenti di scuole e accademie di cinema, aspiranti registi/e, autrici e autori (dieci opere selezionate tra quelle pervenute saranno proposte al pubblico e a professionisti del settore), masterclass (con il compositore Enrico Gabrielli), il premio Lello Bersani (quest’anno a Baba Richerme e Antonio D’Oliva, Gr Rai), eventi fuori concorso, un laboratorio per bambini (Food wizards – Come nasce un cartone animato) e Baff Off, due eventi collaterali (la performance di expanded cinema “Domestication film series” e il concerto de “Gli scudetto”). L’edizione 2024 del Baff sarà, infine, la sede dell’assemblea del Sindacato nazionale critici italiani.
«Questa è una sorta di edizione zero – ha affermato Sangiorgio, introdotto dal presidente di B.A. Film Factory, Alessandro Munari – un passo per dare al festival un’identità ancora più forte. Ci abbiamo lavorato, pensando a quale sia il punto che distingue il Baff da altre realtà. E ci siamo detti che questa caratteristica risiede nell’avere i piedi piantati in una scuola di cinema importante, l’Istituto cinematografico Antonioni. Da qui, e dalla vicinanza a chi si sta formando, l’idea di un festival che racconti i primi passi». Di nomi anche molto noti: in concorso, per esempio, ci saranno “Palazzina Laf” di Michele Riondino e “Felicità” di Micaela Ramazzotti.
«Sono almeno tre – ha ricapitolato Gabriele Tosi - i ritorni in grande stile: le opere prime, la collaborazione con le università e il ritorno di Vittorio Giacci, già direttore artistico del Baff. Si può parlare un’edizione segnata da continuità e strade innovative. Anche per quanto riguarda l’accoglienza. A volte un po’ difficoltosa, in passato, mentre quest’anno potremo contare sul Tower Hotel».
«Il festival – la sottolineatura dell’assessore alla Cultura e vicesindaco, Manuela Maffioli – nasce su un humus che gli preesisteva, tra cineforum e proiezioni estive. A quelle di quest’anno, vista l’affluenza, abbiamo visto persone serenamente sedute sul prato di villa Calcaterra. Il Baff è Busto ed è fuori da Busto. Il sostegno dell’Amministrazione comunale è convinto. Dopo questa edizione autunnale, anomala, tornerà alla sua collocazione, tra marzo e aprile».
Prospettiva apprezzata da Sangiorgio, al quale ha dato il benvenuto il sindaco, Emanuele Antonelli: «Ha davanti un bel compito». Il primo cittadino, portato il saluto dell’assessore regionale alla Cultura, Francesca Caruso, si è rivolto al presidente Munari e all’intera squadra: «Grazie per quello che avete fatto e che state facendo. Non vi stancate, continuate così».
I dieci film del concorso Opera prima
“Come pecore in mezzo ai lupi” di Lyda Patitucci. Storia di vendetta e riscatto di una donna infiltrata in una banda criminale (4 candidature ai Nastri d’argento e una ai David, per Isabella Ragonese)
“Gli oceani sono i veri continenti” di Tommaso Santambrogio. Film d’apertura alle Giornate degli autori 2023, coproduzione italocubana
“Una sterminata domenica” di Alain Parroni. Premio speciale della giuria Orizzonti alla Biennale di Venezia. Film sul disagio generazionale, ha ottenuto una candidatura ai Nastri d’argento
“Palazzina Laf” di Michele Riondino. Incentrato su un pezzo di storia dell’Ilva, ha ottenuto cinque Nastri d’argento, tre David di Donatello e altrettanti Ciak d’oro
“Non credo in niente” di Alessandro Marzullo. Viaggio notturno nell’anima di quattro ragazzi, miglior film indipendente europeo al Catania film festival
“Felicità” di Micaela Ramazzotti. Incentrato sulla lotta per salvarsi da legami familiari disturbati (Premio Spettatori sezione Orizzonti a Venezia, un premio ai Nastri d’argento, due candidature ai David)
“La primavera della mia vita” di Zavvo Nicolosi. Esordio cinematografico di Colapesce e Dimartino, road movie premiato ai Nastri d’argento
“Con la grazia di Dio” di Alessandro Roja. Indagine di un uomo sulla morte del suo migliore amico, presentato alle Giornate degli autori 2023, sezione Notti veneziane
“Patagonia” di Simone Bozzelli. In concorso a Locarno, un sogno di libertà che porta all’esperienza del controllo e della prigionia
“Disco boy” di Giacomo Abruzzese. Orso d’argento per il miglior contributo artistico a Berlino 23, una candidatura ai Nastri d’argento, due ai David