Ritorna nel 2024 per il quinto anno il festival itinerante “I Solisti Veneti per il FAI”, il ciclo di concerti nei Beni del FAI-Fondo per l’Ambiente Italiano nato nel 2020 dalla collaborazione con la storica orchestra d’archi de I Solisti Veneti, tra le più famose e longeve al mondo.
Un programma di concerti, dall’8 al 27 settembre, che offrirà al pubblico la possibilità di assistere a un suggestivo e inedito dialogo tra la musica e alcuni splendidi tesori d’arte e natura del FAI in Lombardia e Piemonte.
Gli appuntamenti saranno a Villa e Collezione Panza a Varese domenica 8 e venerdì 20 settembre, a Palazzo Moroni a Bergamo mercoledì 11 settembre, a Villa Necchi Campiglio a Milano venerdì 13 e 27 settembre e al Castello e Parco di Masino a Caravino (TO) domenica 15 settembre. Una programmazione volutamente pensata per i Beni del FAI, un dialogo tra l’arte e la storia, che spazia dalla musica classica a quella barocca sino alla musica contemporanea.
Il festival si concluderà il 27 settembre a Villa Necchi Campiglio con uno speciale concerto dedicato all’Ambasciatore Luca Attanasio, scomparso nel 2021 nella Repubblica Democratica del Congo, per ribadire attraverso la musica e l’arte un messaggio di pace e speranza, in un momento di grandi conflitti.
Per celebrare i 65 anni di attività l’orchestra, diretta da Giuliano Carella, proporrà alcune delle opere che l’hanno resa celebre e riconosciuta a livello internazionale. Forti del legame che univa la fondatrice del FAI, Giulia Maria Crespi, a Claudio Scimone, fondatore dell’orchestra nel 1959, la collaborazione prosegue oggi con l’amicizia che lega i Presidenti dei due enti, Marco Magnifico e Vittorio Dalle Ore.
“Ho iniziato a considerare la musica classica come uno degli elementi fondamentali - una vera necessità quotidiana - della mia vita anche grazie al modo di suonare dei Solisti Veneti, che ho avuto la fortuna di ascoltare assai spesso dal vivo, dalla mia adolescenza in poi.
I Solisti, come ogni orchestra seria che si rispetti, hanno uno stile inconfondibile dove la scelta dei programmi, il rigore dell’esecuzione e l’ irripetibile brio che caratterizza le loro esecuzioni si fondono con un equilibrio tutto italiano che rende sempre i loro concerti una grande occasione di gioia e nutrimento culturale. Sono più che felice che i Beni del FAI li accolgano ogni anno per concerti indimenticabili dai quali si esce sempre più… di buon umore! E’ il potere quasi taumaturgico della grande musica, eseguita con l’intelligenza e la passione con cui Claudio Scimone forgiò questo storico complesso, e che la direzione di Giuliano Carella ha di nuovo rinvigorito” dichiara Marco Magnifico, Presidente del FAI.
“La diffusione e la condivisione delle arti e della bellezza sono la vocazione del FAI e de I Solisti Veneti che in questo festival offrono non semplici concerti ospitati in luoghi artistici, ma strutturati simposi culturali che mettono in relazione magnifiche opere architettoniche e i quadri, gli affreschi, le sculture e i giardini in esse contenute con capolavori della musica barocca, classica e contemporanea”, spiega Vittorio Dalle Ore, Presidente de I Solisti Veneti.
Giuliano Carella, Direttore dell’orchestra, sottolinea: "Musica e luoghi di straordinaria bellezza dialogano insieme per un messaggio di pace e di speranza che, nel segno dell’arte e della cultura, ci indica il comune cammino verso una umanità migliore".
Villa Panza a Varese sarà lo scenario di due serate in programma domenica 8 e venerdì 20 settembre, ore 21, quando I Solisti Veneti, diretti da Giuliano Carella, dopo aver eseguito i concerti dell’Opera Decima e dell’Opera Terza “L’Estro Armonico”, proporranno al pubblico la terza “integrale” vivaldiana con l’esecuzione dell’Opera Ottava “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione”, comprendente “Le Quattro Stagioni”.
In occasione del sessantacinquesimo anniversario dell’orchestra, è stato scelto “Il Cimento dell’Armonia e dell’Inventione” (la competizione fra la musica e la fantasia artistica) perché è l’opera strumentale del genio vivaldiano che ha maggiormente contribuito a rendere I Solisti Veneti noti e apprezzati in tutto il mondo. Sono state più volte registrate e pubblicate in tutti i formati, dall’LP alle piattaforme digitali attuali, oltre a essere state protagoniste di un documentario artistico-musicale della RAI girato in alcune delle più importanti ville venete e pubblicato in DVD da TDK e Arthaus Musik.
“Il Cimento” e “Le Quattro Stagioni” di Antonio Vivaldi, a quasi 300 anni dalla pubblicazione (Amsterdam, 1725), sono a pieno merito una delle raccolte più popolari e amate dagli ascoltatori di oggi, diventati famosissimi già all’epoca, prima che la musica di Vivaldi fosse seppellita dall’oblio romantico durato oltre un secolo.
I dodici “Concerti”, in parte ispirati alla natura e alle sue molteplici caratteristiche, sono il prodotto di un’epoca felice per il compositore, giunto ormai al vertice della carriera ed esponente di spicco della Venezia del Settecento in cui raffinatezza, eleganza, amore per l’arte si univano alla gioia di vivere di un mondo pieno di benessere anche se già prossimo al tramonto.
Antonio Vivaldi - ordinato sacerdote nel 1704 (era soprannominato infatti il “Prete Rosso”, probabilmente per il colore della sua chioma e dell’abito da lui usato) e ben presto esonerato dall’incarico di celebrare funzioni religiose per un’infermità da lui definita “strettezza di petto” - era stato assunto dall’Ospedale della Pietà (uno degli istituti nei quali si educavano le trovatelle veneziane) con l’incarico di insegnante di violino e Maestro dei Concerti e approfittò di questa posizione per creare una delle più famose scuole di musica che la storia ricordi.
Vivaldi frequentava i più grandi letterati, pittori, architetti della sua epoca (le scenografie delle sue opere liriche sono firmate da artisti quali Canaletto e Bibiena e alcuni libretti da Goldoni) e suonava circondato dalle opere dei grandi artisti dei periodi precedenti. Secondo la concezione veneziana dell’unità delle arti, la musica di Vivaldi è nata in simbiosi con la grandiosa arte veneta di Tintoretto, Veronese, Tiziano, Canaletto; nella sua arte si riflettono i colori radiosi dei cieli di Tiepolo e le geniali e armoniose architetture del Palladio.
I Solisti Veneti si distinguono inoltre per l’esecuzione delle “Stagioni”, evitando alcuni errori di interpretazioni tradizionali. Ad esempio, il tema iniziale del Concerto “La Primavera”, che normalmente gli esecutori moderni suonano “staccato”, appare nel Coro che apre l’opera lirica “Dorilla in tempe”, il che rivela nel modo più evidente la natura cantabile di questa famosa frase musicale che va quindi eseguita con tale espressione e fraseggio.