Sono gli atleti, giovani e giovanissimi, della “sua” Pro Patria Ginnastica Bustese ad accompagnare il feretro di Rosario Vadalà fuori dalla basilica di San Giovanni, gremita di persone e di affetto per il dirigente scolastico e presidente onorario della società sportiva, scomparso domenica scorsa a 77 anni a Germignaga, nel luinese.
Un professionista stimato in entrambi gli ambiti, quello scolastico e quello dello sport, accomunati dalla missione educativa che Vadalà ha condotto con passione e garbo.
«Rosario era come quelle fontana d’acqua fresca che si trovano in montagna quando siamo assetati», l’immagine usata da don Giuseppe Colombo. L’omaggio della scuola e dell’amministrazione comunale. E le parole dell’amata moglie Lella: «Nessun tramonto sul lago ti fatto dimenticare la tua Busto, a cui hai dato tanto e da cui tanto hai ricevuto». Oltre al sindaco Emanuele Antonelli e al campione Ludovico Edalli c’erano – tra gli altri – i consiglieri comunali Orazio Tallarida, presidente della commissione Sport, Alessandro Albani, in gioventù atleta della Pro Patria Ginnastica, e Gianluca Castiglioni, ma anche la presidente di Assb Cinzia Ghisellini con il vice Fabrizio Ranisi e Luciana Ruffinelli, che ha potuto apprezzare il lavoro di Vadalà prima da assessore all’Istruzione a Busto, poi come assessore regionale allo Sport.
«Ci direbbe di lavorare per il bene dei più fragili»
«Nella vita – ha detto nell’omelia don Giuseppe – ci sono persone che assomigliano a quelle fontane d’acqua fresca che si trovano in montagna quando siamo assetati. Rosario è stata una di queste persone, capace di insegnarci tante cose e di farci vedere del bene».
Il sacerdote ne ha elogiato l’impegno in tre ambiti. Il sindacato, innanzitutto: «Anche oggi quanto c’è bisogno di persone che portino avanti i diritti veri di chi lavora. Rosario si è impegnato lì». E lo ha fatto nel mondo della scuola: «Era competente, gentile, si prendeva a cuore le situazioni. Non aveva la bacchetta magica, ma che bello trovare qualcuno che ti ascolta. Oggi anche la scuola deve stare al passo con il cambiamento della società. Dobbiamo sostenere l’azione degli insegnanti, come Rosario».
E ovviamente lo sport: «Anche questa è una scuola, quello che insegna a mettercela tutta con le proprie capacità, a rispettare le regole, a riconoscere la superiorità dell’avversario».
«Se Rosario potesse parlarci – ha concluso il sacerdote – ci direbbe di non avere paura di impegnarci nei nostri campi e di lavorare per il bene dei più fragili e di chi ha bisogno di aiuto».
Il rammarico e la promessa del sindaco
Il sindaco Antonelli lo ha definito «un signore d’altri tempi. Un uomo onesto, sensibile, gentile, che ha lasciato un segno indelebile nel sistema educativo della città». Antonelli lo ha conosciuto come presidente della Pro Patria Ginnastica, apprezzando «le sue doti umane». «Mi dispiace moltissimo che non potrà vedere all'opera i suoi ragazzi nel nuovo palazzetto. Una struttura che ha contribuito a far nascere con un prezioso stimolo sempre pacato. Speravo di rispettare la promessa di inauguralo con lui qui. Ha seguito questo percorso senza mai alzare la voce, con l’educazione di chi si pone jn modo positivo. Perdo un punto di riferimento, Busto perde un esponente di punta del mondo educativo e sportivo».
L’assessore allo Sport Maurizio Artusa ha fatto sapere che proporrà di intitolare a Vadalà il nuovo palaginnastica (leggi qui): «Non potremo non ricordarlo – ha detto oggi il sindaco –. Faremo sì che quella sia e resti per sempre la sua casa che permetterà a molti di essere campioni, non solo nello sport ma anche nella vita».
La moglie: «Seguiremo sempre il tuo insegnamento»
Luigi Iannotta, successore di Vadalà come dirigente scolastico di Acof, ne ha ricordato il contributo al momento della nascita del liceo sportivo, oggi un percorso di studi istituzionalizzato.
«La porta del suo ufficio era sempre aperta», ha sottolineato, svelando un aneddoto eloquente: «Quando due studenti vennero alle mani, la “punizione” individuata dal preside Vadalà fu quella di far trascorrere loro gli intervalli nel suo ufficio giocando a scacchi».
Poi le parole della moglie Luisella, affiancata dai figli Gabriele e Andrea (quest’ultimo ne ha ereditato la guida della Pro Patria Ginnastica).
«Ti ho riportato a casa. Ultimamente me lo chiedevi spesso». Vadalà si è infatti spento mentre si trovava a Germignaga. «La nuova residenza non è mai stata davvero casa tua, anche se pure lì c’erano persone che ti hanno dimostrato tanto affetto. Ma nessun tramonto sul lago ti ha fatto dimenticare la tua Busto, a cui hai dato tanto e da cui tanto hai ricevuto».
La signora ha ricordato gli inizi dell’attività sportiva del marito come portiere dell’Ardor e la brillante carriera scolastica. «E che dire della tua amatissima Pro Patria, purtroppo recentemente colpita da un grave lutto». Quello dell’allenatore Serguei Oudalov (leggi qui).
«Ringrazio chi è qui con me a salutarti. Ci hai insegnato a volerti bene e te ne abbiamo voluto tanto. Io, da quando avevo 14 anni, sui banchi di scuola, i tuoi figli, gli amici. Adesso siamo qui, tristi e soli, ma seguiremo sempre il tuo insegnamento continuando a essere la famiglia di cui andavi tanto fiero. Ciao Rosario, mio piccolo grande uomo».