Simbolo di fede e cristianità per i gorlesi, la chiesetta della Baragiola verrà ripristinata al culto. Non solo: saranno collocati dipinti e inaugurati i lavori di ristrutturazione. Sabato 1 giugno c’è grande festa attorno al piccolo santuario, caro agli abitanti di Gorla Maggiore: alle 16, in programma inaugurazione della chiesa, taglio del nastro e interventi delle autorità, alle 16.30 celebrazione della messa con il parroco don Valentino Viganò e alle 17.30 rinfresco per tutti i presenti.
La ristrutturazione
A dare manforte alla riapertura della chiesetta è stata la Tsg, la Tintoria e stamperia di Gorla Maggiore. Il presidente e socio della ditta Plinio Delli, toscano, molto sensibile al restauro di monumenti, ha pensato bene di offrire i quadri realizzati dal pittore Costantin Migliorini, sistemare la piantumazione e l’illuminazione, collocare delle panchine e rendere fruibile la chiesetta. Un gesto eloquente che rende orgoglioso Plinio Delli. «Mi ha colpito in particolare una poesia all’esterno della chiesa che mi ha ricordato la mia infanzia – spiega – Si parla di contadini che, dopo il taglio del grano, trovano rifugio all’ombra della chiesetta. Insomma mi ricorda le mie origini care, legate al mondo agricolo».
Il monumento, databile attorno al XVI secolo (incerto), era meta di processioni religiose, note come “rogazioni” per propiziare un buon raccolto. «Lavorare nel bene è bello – prosegue il benefattore – e questa chiesetta mi ha colpito il cuore».
I quadri
Verranno collocati due quadri con sei santi, una Madonna e tre lunette.
«Un lavoro su committenza, specialmente quando si ha a che fare con temi religiosi, risulta piuttosto difficoltoso per i molti vincoli che comporta – racconta il pittore Migliorini - Il primo vincolo è il rispetto iconografico che ogni santo nel corso dei secoli si è caratterizzato, con dettagli che lo rendono immediatamente riconoscibile. L’altra prerogativa è che la comunicazione col pubblico, ovvero con i fedeli, deve essere immediata, diretta e il più semplice e leggibile possibile, così che tutti possono intendere il messaggio che le immagini trasmettono».
La chiesetta in origine era probabilmente affrescata con specifici santi e altri decori, di cui restano solamente alcuni disegni schematici che ricordano come era composta in origine. «Da questi ho attinto – prosegue il pittore - mantenendone sia la sequenza in due distinti gruppi, con la centralità delle pose in piedi e una certa staticità».
I santi in questione nelle due pareti della navata sono San Bernardo da Chiaravalle, Sant’Ambrogio, Sant’Antonio Abate, del primo gruppo, mentre l’altro gruppo si compone con San Cristoforo, San Giovanni Battista, San Sebastiano.
«Nel rimando della tradizione classica ho scelto un contesto naturale, paesaggi ispirati al territorio, riferimenti e spunti tratti dalle valli della provincia di Varese, mantenendo uno stile realistico, dalla luminosità più moderna e da una pennellata il meno possibile illustrativa, senza troppe invenzioni creative». (Vedi documenti IN ALLEGATO).