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Salute | 30 aprile 2024, 11:39

Psicologia: «Circa il 5% della popolazione soffre di disturbi depressivi»

VIDEO. Il dottor Paolo Grampa, psicoterapeuta all’Istituto Clinico San Carlo, ci ha spiegato l’importanza della salute mentale e come si sia arrivati a parlare sempre più spesso di questo argomento

Psicologia: «Circa il 5% della popolazione soffre di disturbi depressivi»

Il Dott. Paolo Grampa è psicoterapeuta all’Istituto Clinico San Carlo di Busto Arsizio, collabora con la struttura complessa di Pediatria dell'Istituto dei Tumori di Milano ed è socio di Alice ETS, per cui svolge attività clinica, di formazione e intervento.

Qualche giorno fa è stato protagonista di una serata al Cinema Teatro Fratello Sole, durante la quale ha approfondito la tematica molto delicata della situazione dei giovani all’interno della società odierna. Lo abbiamo incontrato per parlare di salute mentale e di come, negli ultimi anni, le patologie legate a questo ambito si siano evolute e moltiplicate, diventando sempre più argomento di discussioni e analisi all’interno della società.

Questo rappresenta anche un enorme passo avanti nella percezione e nella valutazione di un approccio terapeutico che solo fino a poco tempo fa era considerato ancora una sorta di tabù.

Il Dott. Grampa ci ha aiutato a individuare i passaggi che hanno reso possibile questa presa di coscienza, questa consapevolezza: «Prima di tutto abbiamo assistito a un lento processo culturale, in atto fin dagli anni 60/70, che ha permesso una vera e propria riforma inerente al mondo della salute mentale, a partire dall’importantissima legge Basaglia, grazie alla quale sono stati aboliti i manicomi. Da lì in poi è cambiata la percezione rispetto al modo di intendere la salute e la malattia mentale e lentamente si è strutturata nella nostra società una concezione sempre più positiva rispetto all’importanza di prendersi cura di sé dal punto di vista psicologico e psichiatrico»

L’altro importante fattore di cambiamento «è inerente al sentirsi finalmente liberi di porsi domande e di chiedere aiuto agli altri, oltre che di accedere a servizi sempre più capillari sul nostro territorio. In qualche modo questo argomento è anche diventato “pop”: sui canali social, attraverso i più svariati mass media, sempre più persone dichiarano di prendersi cura della propria salute mentale affidandosi a psicologi, psichiatri, o intraprendendo percorsi di tipo più olistico. Questo fa sì che la necessità e, soprattutto, la possibilità di prendersi cura di sé, vengano accettate ed entrino a far parte della quotidianità».

Negli ultimi anni la sensazione è che sempre più persone si rivolgano a specialisti in queste aree. Ce lo conferma? «I pazienti sono sicuramente aumentati negli ultimi anni; non solo a causa della, ma sicuramente in maniera contingente alla pandemia Covid, abbiamo visto nei nostri studi decuplicarsi il numero di domande. Questo perché il Covid è diventato un’occasione per permettersi di chiedere aiuto. Quindi molti più pazienti sono arrivati nei nostri studi, partendo magari da un disagio già esistente ma che nell’era Covid si è amplificato e a reso più facile autorizzarsi a chiedere aiuto».

«Il disturbo più diffuso è sicuramente la depressione - ha spiegato lo psicoterapeuta - Gli studi ci dicono che circa il 5% della popolazione soffre di una delle patologie che va sotto il “nome ombrello” di disturbo depressivo».

E c’è una differenza di patologie tra generi: «Le donne sono più soggette a disturbi dell’umore o affettivi, mentre gli uomini afferiscono una serie di disturbi più esternalizzanti come l’abuso di sostanze, di alcol o disturbi della personalità veri e propri».

Una domanda, però, sorge spontanea. Quando ci si deve rivolgere ad uno specialista? «Come per la salute fisica, anche per la salute mentale occorre avere delle accortezze, sia a livello individuale sia sociale. È bene promuovere delle misure di prevenzione rispetto a quelli che possono essere dei fattori di rischio, dei fattori precipitanti, rispetto alla sofferenza psichica e mentale. Sicuramente, però, è bene che le persone abbiano in mente dei campanelli d'allarme ben precisi per stabilire quando si sta superando un certo livello di sofferenza e urge chiedere aiuto a uno specialista».

«Fatica ad affrontare la vita quotidiana, come lo si è sempre fatto; provare una sensazione di ansia che in qualche modo ha una ricaduta sulla produttività, non intesa semplicemente lavorativamente, ma anche a livello famigliare, affettivo, di leggerezza nella sua vita… Sono tutti campanelli d’allarme da tenere in enorme considerazione. Così come la depressione e le fobie. Quando questi sintomi iniziano a “far inciampare nella vita quotidiana”, li si deve sicuramente tenere monitorati. Altra cosa che si può fare, è agire a monte, lavorando sul diminuire i fattori stressogeni che poi comportano eventualmente delle psicopatologie». La cura della salute mentale sta dunque diventando tema di grandi approfondimenti, contribuendo a mettere sempre più al centro la perso a e il suo benessere.

Michela Scandroglio

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