!["candu l'è sia…"" - quando è sera….](https://www.ilbustese.it/typo3temp/pics/s_41ca13e748.jpg ""candu l'è sia…"" - quando è sera….")
«Una gentilezza spontanea, non affettata. Mi parlava sempre con orgoglio dei suoi figli. Le numerosissime conversazioni con lui erano all’insegna dell’estrema sincerità, al di fuori di ogni ideologia. Mi parlava sempre di Sacconago, della sua vicenda pubblica». Parole andate dritte al cuore quelle pronunciate da monsignor Severino Pagani durante l’omelia alle esequie dell’onorevole Paolo Caccia, a cui hanno preso parte tanti cittadini e rappresentanti delle istituzioni nella basilica di San Giovanni.
Monsignor Pagani lo conosceva molto bene e di lui ha voluto ricordare le conversazioni a tu per tu, ha tracciato il ritratto di un uomo esemplare, dedito alla sua città, alla famiglia, alle sue passioni, in primis quella politica, a servizio della collettività.
In prima fila le autorità cittadine, il sindaco Emanuele Antonelli, la vice Manuela Maffioli e l’assessore Salvatore Loschiavo. In seconda le autorità militari: il dirigente del commissariato di Busto Arsizio Franco Novati e il luogotenente dei carabinieri Francesco Caseri. Anche il governo ha voluto far sentire la propria presenza con il ministro Giancarlo Giorgetti. Presenti ex sindaci, ex parlamentari, i deputati Erica D’Adda, Ninetto Pellegatta e Costante Portatadino, rappresentanti delle associazioni con le bandiere dell’Ucid (che ha letto la preghiera dell'imprenditore), della Famiglia Sinaghina e di “Quelli del 37” che l’hanno innalzata con orgoglio.
L’ingresso e l’uscita del feretro sono stati accompagnati dal Corpo musicale Santa Cecilia di Sacconago; la celebrazione dalla corale di San Giovanni.
«Mi sembra di vederlo qui ogni domenica con la sua cara moglie – ha sottolineato il prevosto –. Un uomo che ha vissuto con gioia nella fede della chiesa. Questo è un evento significativo per la nostra città, per la storia sociale, politica e culturale di Busto Arsizio. Il riconoscimento di una persona significativa». Ha voluto evidenziare i tempi non semplici in cui l’onorevole Caccia ha messo in pratica la sua passione politica. «Una sincera dedizione al bene comune in tempi non facili: lui li ha attraversati ricevendo plausi, meriti, ma anche qualche sofferenza. Quando qualcuno si assume le responsabilità, queste gratificano, ma spesso anche pesano. La sua è stata una grande testimonianza per la città e per l’Italia intera».
Una chiesa strapiena, fuori due cesti di fiori, tra cui uno degli ex parlamentari: l’onorevole Caccia ha seduto sugli scranni di Montecitorio dal 1979 al 1994, tra le fila della Democrazia Cristiana.
Tante le testimonianze finali, a partire da quella di Padre Alvaro Conti che insieme a Francesco Nicastro, amici di Paolo, hanno concelebrato la funzione: «Paolo è stato un uomo di fede: una fede semplice, profonda. Ha sempre avuto un amore grande per la sua famiglia. Di lui mi è rimasto impresso il suo sorriso, che esprimeva accoglienza e amicizia».
Parole significative anche quelle espresse dal sindaco Antonelli: «Con la sua competenza e autorevolezza ha saputo rappresentare la città al meglio. Un appassionato della politica, della buona politica coltivata sin dagli anni della giovinezza nell’associazionismo cattolica per continuare poi con incarichi in provincia, regione e dal 1979 al 1994 in parlamento, ruoli sempre vissuti per le persone e all’insegna dell’ascolto e del dialogo. Mi fa piacere ricordarlo come esempio e fonte di ispirazione. Da sottolineare la partecipazione costante e attiva alla vita della città, promotore di iniziative sociali e culturali sempre partecipate e apprezzate».
Laura Vignati