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Cronaca | 25 marzo 2024, 15:37

Truffa dei Rolex in un hotel di Gallarate: la polizia denuncia un trentenne

La Polizia di Stato di Gallarate ha individuato un uomo di origine sinti residente in zona e lo ha denunciato per una truffa messa a segno con il metodo “Rip Deal”. L'uomo aveva raggirato un cittadino spagnolo durante la compravendita di alcuni orologi di lusso

Truffa dei Rolex in un hotel di Gallarate: la polizia denuncia un trentenne

La Polizia di Stato di Gallarate ha denunciato un uomo per truffa con il metodo “Rip Deal”. Questa truffa consiste di fatto in un cambio valuta “sporco”. Gli autori si fanno consegnare dalla vittima del denaro autentico o beni di valore, in cambio di una somma dal valore maggiore in un’altra valuta, o del medesimo conio, estremamente vantaggiosa, che in seguito risulterà falsa o con valore minore. Solitamente, i truffatori consegnano alle vittime denaro falso, banconote annerite o carta straccia, coperta solo in superficie da banconote vere. - impossessatosi di sei orologi del marchio “Rolex” pagati all’ignaro venditore quasi interamente con banconote false.

Tutto è iniziato lo scorso 23 gennaio, quando al Commissariato di polizia è arrivata una richiesta d’intervento da parte del personale di un albergo cittadino, in quanto un loro cliente, cittadino spagnolo, riferiva di essere stato appena derubato di sei orologi marca Rolex. I poliziotti quindi lo hanno raggiunto e hanno acquisito la relativa denuncia. 

La vittima ha riferito ai poliziotti che nel mese di aprile del 2023 aveva messo in vendita, su un noto portale, un orologio Rolex 1675 GMT per un prezzo di 20.000 euro. 

Nei giorni immediatamente successivi il venditore era stato contattato da uomo, presentatosi come un intermediario di orologi di lusso svizzero, che gli proponeva di effettuare la trattativa fuori dal portale che avrebbe sì garantito la buona riuscita dell’operazione, ma che per tale servizio si sarebbe trattenuto una commissione.

La vittima ha quindi proposto al sedicente commerciante svizzero la vendita di altri 5 orologi, sempre marcati Rolex, chiedendo un prezzo complessivo di 53.000 euro per tutti e sei gli orologi. 

Dopo vari mesi di trattativa e due incontri preliminari avvenuti nella città spagnola di Valencia, venditore e compratore fissavano l’appuntamento definitivo per il giorno 23 gennaio a Gallarate. L’acquirente si premurava di pagare il volo dalla Spagna, l’albergo alla vittima e l’affitto di una sala riunioni all’interno del medesimo albergo.

La vittima è arrivata così a Gallarate unitamente ad una sua amica e, nella tarda mattinata dello stesso giorno, si è presentato in albergo il compratore unitamente ad un complice. Quest'ultimo ha raggiunto l’interno della sala riunioni, mentre il compratore si intratteneva con la vittima e la sua amica, spiegandogli come si sarebbe svolta la l’operazione, che prevedeva il pagamento dell’intera cifra in contanti.

A questo punto, vittima ed acquirente hanno raggiunto il complice nella sala riunioni, mentre l’amica della vittima ritornava in camera con gli orologi.

Nella sala riunioni era già stata posizionata sulla scrivania in vetro una macchinetta conta soldi ed una apparecchiatura per controllare l’autenticità delle banconote. La vittima contava le banconote che sono state riposte dall’acquirente all’interno di una borsetta. Alla fine del conteggio delle banconote, la borsetta è stata sigillata con del nastro adesivo trasparente e trattenuta dall’acquirente.

Il complice ha ripreso a quel punto le apparecchiature per contare i soldi e si è allontanto, mentre acquirente e vittima si sono spostati nella hall in attesa che arrivasse l’amica della vittima con gli orologi. Alla consegna degli orologi, l’acquirente ha consegnato la borsa con i soldi alla vittima. Poi, con un escamotage, si è allontanato dall’albergo lasciando sola la coppia. Rientrati in camera e, dopo avere aperto la borsetta, i due hanno constatato come questa contenesse tutte banconote fac-simile al di fuori di 7 banconote da 100, ritenute vere.

I rilievi della Polizia Scientifica hanno permesso di reperire delle impronte digitali sul tavolo della sala riunioni, che sono state successivamente associate ad uno dei due truffatori, che è stato quindi identificato per un uomo di origini Sinti di 30 anni, domiciliato in un comune limitrofo a Gallarate.

Con il coordinamento dalla Procura delle Repubblica di Busto Arsizio, sono state acquisite le immagini dell’albergo e della videosorveglianza cittadina, che hanno permesso di identificare l’autovettura su cui i due truffatori si erano dileguati.

Lo scorso 20 marzo, su delega dell’autorità giudiziaria di Busto Arsizio ed a chiusura dell’indagine, sono state effettuate due perquisizioni domiciliari, che hanno permesso di rinvenire e sequestrare l’abbigliamento di uno dei due truffatori.

Redazione

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