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Cultura | 16 marzo 2024, 13:32

È partito dalla Galleria Boragno il viaggio de “L’ultimo dei fuasté”, il nuovo libro di Marilena Lualdi

In tanti ieri sera hanno partecipato alla presentazione del romanzo della scrittrice e giornalista, responsabile del Bustese. Nella storia emergono anche gli incontri con gli imprenditori del territorio. Chi è “fuasté”, oggi?

È partito dalla Galleria Boragno il viaggio de “L’ultimo dei fuasté”, il nuovo libro di Marilena Lualdi

Non poteva partire che dalla Galleria Boragno di Busto Arsizio, autentico «luogo del cuore», il viaggio de “L’ultimo dei fuasté”, il nuovo libro della scrittrice e giornalista Marilena Lualdi, responsabile de ilBustese.it.
In tanti ieri sera hanno partecipato alla presentazione, affidata a Cinzia Ghisellini, direttrice di Acof e presidente di Assb, e all’imprenditore Michele Tronconi (autore di una delle due prefazioni, l’altra è di Giuseppe Battarino).

Nel libro, la storia frutto della fantasia della scrittrice è alimentata anche dagli incontri fatti nella seconda parte della sua vita lavorativa quando, dedicandosi all’economia, il confronto con gli imprenditori e i loro collaboratori è stato quotidiano. Nei momenti facili e meno facili.

«Da cronista, occupandomi di nera era difficilissimo per me all'inizio tenere giù la saracinesca dei sentimenti – ha raccontato Lualdi –. Da laureata in filosofa, mi sono così dedicata al mondo dell’economia, pensando che sarebbe stato più tranquillo. Ma dopo la crisi economica mi sono confrontata con tanti casi drammatici».

Un protagonista del romanzo è proprio un imprenditore, Mario, padre di famiglia ma in un certo modo anche dei suoi dipendenti. Ruvido ma vero, come tanti industriali del nostro territorio.
L’altro protagonista è Malik. E nella storia si sviluppa la prova di fiducia tra loro due. Due “fuasté”, stranieri, ciascuno a proprio modo.
«Non mi veniva altro termine, se non in dialetto – ha spiegato l’autrice –. Il dialetto di una città che non esiste», ma che idealmente può essere proprio la nostra. «È un termine fortemente identitario ma può sembrare anche esotico. Anche la casa editrice Progetto Cultura, che è di Roma, ha subito amato il titolo».

Forestiero non è soltanto colui che arriva, ma anche noi che non ci sentiamo più a casa, è stato sottolineato durante la presentazione. A cui hanno preso parte, tra gli altri, la vicesindaco Manuela Maffioli e gli assessori Mario Cislaghi e Salvatore Loschiavo, l’ex presidente del consiglio comunale Valerio Mariani e rappresentanti di associazioni e realtà del territorio. Tra questi il Pedèla Antonio Tosi – custode delle tradizioni cittadine – che ha ricordato come fino al 1928 anche tra Busto, Borsano e Sacconago ci si considerava “fuasté”, scatenando tra i presenti un derby fra quartieri.

La serata è stata addolcita da un dono speciale: un biscotto con la copertina del libro realizzato per l’occasione dalla Pasticceria Oscar. Ieri, di certo, nessuno si è sentito fuasté.

Riccardo Canetta

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