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Malpensa | 15 marzo 2024, 14:34

Malpensa 2035: alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità

Il Masterplan al centro di un intenso dibattito. Ecco le voci di Walter Girardi e Massimo Uboldi

Malpensa 2035: alla ricerca di un equilibrio tra sviluppo e sostenibilità

Il Masterplan per l'aeroporto di Malpensa ha destato un intenso dibattito sin dalla sua concezione nel 2019. L'obiettivo di trasformare lo scalo in un hub europeo di riferimento per il trasporto merci e passeggeri ha catalizzato l'attenzione di esperti, politici e cittadini. Tuttavia, dietro alle ambizioni economiche si celano sfide cruciali legate alla tutela dell'ambiente circostante.

L'iter del Masterplan non è stato privo di ostacoli. Le prime polemiche hanno preso piede nel 2021, quando ambientalisti e cittadini hanno sollevato il vessillo della tutela ambientale contro l'impatto previsto sul fragile ecosistema della brughiera di Malpensa. La bocciatura della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) da parte del Ministero dell'Ambiente nel 2022 ha sottolineato la necessità di una revisione del progetto, ponendo al centro del dibattito la compatibilità tra sviluppo infrastrutturale e protezione ambientale.

Il 2023 ha visto un tentativo di compromesso da parte di Sea, con la presentazione di una nuova Via che includeva misure di compensazione ambientale. La decisione finale del Governo, approvando il Masterplan con prescrizioni nell'ottobre 2023, ha sottolineato l'importanza di trovare un equilibrio tra le esigenze di sviluppo e la salvaguardia dell'ambiente.

La brughiera di Malpensa è stata il cuore del dibattito. La sua tutela è diventata un imperativo morale, con la cementificazione di parti dell'habitat naturale che avrebbe comportato perdite irreparabili in termini di biodiversità. L'inquinamento atmosferico e acustico derivante dall'incremento del traffico aereo e cargo ha sollevato preoccupazioni legate alla salute pubblica e al benessere delle comunità circostanti.

Le misure di compensazione proposte da Sea rappresentano un passo nella giusta direzione, ma è necessario un monitoraggio costante per garantire l'efficacia di tali interventi, hanno ribadito i promotori delle azioni in difesa della brughiera. L'adozione di tecnologie sostenibili e la rinaturalizzazione di aree degradate sono passi fondamentali verso la costruzione di un futuro più sostenibile per Malpensa.

Gli argomenti a favore del Masterplan sottolineano le potenzialità di crescita economica e occupazionale che il progetto potrebbe portare, ma secondo diverse voci è essenziale non sottovalutare gli impatti a lungo termine sull'ambiente e sulla comunità locale. La sostenibilità economica deve essere armonizzata con la sostenibilità ambientale per garantire un futuro equo e prospero per tutti, è quanto chiedono molti.

Il dibattito sul Masterplan di Malpensa 2035 è ancora in corso. La decisione finale richiede un'attenta valutazione di tutti gli elementi in gioco, con una riflessione approfondita sulle priorità della società. Solo attraverso un dialogo aperto e un impegno condiviso per la sostenibilità possiamo costruire un futuro migliore per Malpensa e per le generazioni future.

Ecco le voci di due protagonisti di questa “lotta” che si stanno adoperando a sensibilizzare il più possibile l’opinione pubblica rispetto all’argomento. Li abbiamo incontrati giovedì 7 marzo a Cascina Montediviso a Gallarate.

«SOLO LE OPERE NECESSARIE»

Walter Girardi, classe 1976 è specializzato in Valutazioni di Impatto Ambientale, Valutazione di Impatto Ambientale Strategica e programmazione territoriale, è educatore ambientale, insegnando in alcune scuole dell'infanzia e istituti comprensivi della sua zona. La sua passione per la natura lo ha portato a diventare Guida Naturalistica ed Escursionistica del Parco del Ticino, condividendo la sua conoscenza e amore per l'ambiente attraverso escursioni e attività didattiche.

Oltre al suo impegno ambientalista che lo vede in prima linea nella divulgazione degli sviluppi sul Masterplan 2035, Walter è coinvolto anche in questioni sociali e di diritti civili. Collabora attivamente con Possibile, dedicandosi principalmente alle questioni ambientali e ai Diritti LGBTI+. 

Quanto è reattiva l’opinione pubblica sull’argomento Masterplan 2035?

L’opinione pubblica è reattiva, ma decisamente meno di un tempo. Il precedente MasterPlan ad esempio visivamente nella cartografia e anche nella realtà aveva un impatto maggiore e questo era sufficiente per mobilitare le persone. In questi ormai 4 anni di procedura di Via, soprattutto all’inizio abbiamo fatto molta più fatica a far capire tutte le problematiche connesse al progetto di espansione dell’aeroporto.

Come si potrebbero coinvolgere di più i cittadini?

Cerchiamo di raggiungere il maggior numero di persone sfruttando vari canali e ampliando e diversificando le proposte di sensibilizzazione: non solo serate, ma anche presidi, camminate e incontri con esperti per aumentare la consapevolezza sul valore di questa zona. Facciamo forse poche proposte per le famiglie e bambini, attraverso momenti di gioco o di educazione ambientale pensati ad hoc per loro si potrebbero coinvolgere più persone.

Come valuta l’informazione diffusa sul tema?

La materia è complessa e a volte ridurre gli argomenti o le tematiche in pochi caratteri o in titoli ad effetto non aiuta. È abbastanza evidente che molte volte sono gli stessi politici, locali o nazionali, a parlare del Masterplan per slogan ignorando aspetti amministrativi e giuridici non di poco conto e molte volte è passato il messaggio sbagliato: quando è uscita la legge 155 con l’emendamento su Malpensa i media hanno raccontato e dato per scontato che l’ampliamento a sud fosse già stato autorizzato cosa assolutamente non veritiera.

Quali sono i prossimi step che verranno intrapresi per proteggere la Brughiera?

È stato presentato ricorso al Tar contro la Delibera di Regione Lombardia contraria alla proposta di istituzione del Sic/Zps Brughiere e vedremo i tempi e quali decisioni saranno prese, sicuramente faremo altri eventi di aggiornamento e di informazione, così come sicuramente verranno fatti altre camminate nei luoghi interessati dal Masterplan.

A prescindere dai lavori per l’espansione dell’area Cargo, attorno a Malpensa hanno preso il via altri cantieri infrastrutturali. Come valuta l’impatto di queste opere? La “Rete Comitati Malpensa” si sta muovendo anche su questo fronte?

L’impatto di queste opere è sicuramente devastante per un territorio già fortemente urbanizzato e antropizzato come quello del Basso Varesotto. Abbiamo lavorato per impedire che queste opere fossero realizzate e cito la ferrovia T2- Gallarate la cui utilità ancora mi sfugge, mentre sono decisamente ben evidenti e incompensabili i danni ambientali. Continueremo a batterci affinché venga valutato preventivamente quanto questo territorio – popolazioni comprese – sia in grado ancora di sopportare in termini di inquinamento atmosferico, acustico e sulla salute umana, perdita di biodiversità con l’obiettivo di permettere la costruzione solo di quelle veramente necessarie – tangenziale di Somma Lombardo a esempio – impegnandosi affinché siano costruite bene, come avviene nel resto d‘Europa.

«SAREMO VIGILI»

Massimo Uboldi, nato a Cislago nel 1959, ha trascorso la sua carriera nel settore della ristorazione, occupandosi della gestione di strutture e risorse umane, fino al suo pensionamento circa un anno fa. Attivista del Movimento Cinque Stelle dal 2013, ha abbracciato con passione i temi ambientali. Nel 2015, insieme ad altri attivisti, ha fondato una lista del movimento a Saronno, candidandosi senza successo per il consiglio comunale. Uboldi si è impegnato attivamente nella diffusione dei valori del movimento, fondando diversi Movimento Umanistico (MU) nella provincia di Varese e contribuendo alla creazione di connessioni con associazioni ambientaliste. È stato nominato coordinatore di Uni.Co.Mal e ha fondato l'associazione "Ambientiamo", con l'obiettivo di portare avanti le tematiche ambientali a livello istituzionale, sottolineando l'importanza di un ambiente sano per il benessere di tutti.

Il Decreto D’Alema, come ha influenzato lo sviluppo del Masterplan?

Il “Decreto D'Alema “ nasce nel 1999  in relazione allo sviluppo dell’aeroporto chiamato “Malpensa 2000 “ dopo il diniego da parte del ministero dell’ambiente guidato dall’allora ministro Edo Ronchi e per sbloccare questa situazione di stallo venne redatto questo DPCM agevolando lo sviluppo di Malpensa.  Va ricordato che all’interno di questo provvedimento sono inserite delle prescrizioni precise e puntuali in relazione alle tematiche ambientali e sanitarie che dopo 25 anni si è ancora in attesa di applicazione. Inoltre, che a distanza di un quarto di secolo molte norme legislative sono state modificate ed ora ci troviamo con un Masterplan 2035 approvato in buona parte ad esclusione della realizzazione della Cargo City fuori dal sedime aeroportuale

Sea ed Enac parlano di realizzazione di opere pubbliche a mitigazione e a compensazione del consumo di suolo a seguito della realizzazione della terza pista e dell’area cargo. Cosa ne pensa a riguardo?

In relazione alle opere di mitigazione e compensazioni previste va evidenziato che sono causa di un ulteriore consumo di suolo e sono opere viabilistiche soggette a Via. Senza poi considerare che tra gli attori in gioco manca quello più importante cioè Anas che di fatto è l’ente che realizzerà ed erogherà i finanziamenti per tali opere. Tornando al Master Plan 2035 ricordo che il ministro della Transizione Ecologica ha emanato un decreto Via su basi tecnico/scientifiche con parere negativo alla realizzazione della Cargo city fuori dal sedime aeroportuale ed indicando gli scenari 2 e 2A già previsti all’interno dal proponente che riguardano i terreni destinati alla realizzazione della terza pista proposta  successivamente ritirata proprio da Sea .

Il ministro dei trasporti è stato il promotore dell’emendamento Aria diventato legge n155/2023 il 6 di novembre. Come si stanno muovendo i comitati in attesa che si sblocchi la situazione? 

Quando si parla della legge 155 che ha recepito il decreto aria è notizia di questi giorni che la commissione europea ha aperto un procedimento di infrazione nei confronti dell’Italia in relazione alla condanna della Corte di giustizia europea risalente al 2020 proprio riguardante gli interventi per la riduzione degli inquinanti presenti nell’aria che quotidianamente respiriamo a cui l’Italia non ha mai dato seguito. Su questo tema RCM (rete comitati Malpensa) ha inoltrato alla commissione europea una petizione e ha prodotto a supporto della stessa una serie di denunce recapitate al parlamento europeo evidenziando proprio quelle incongruenze che emergono da questo procedimento di infrazione inoltrato allo stato italiano .

A quando il prossimo incontro tra le parti?

In questo periodo nei media viene evidenziato che ci siano trattative sotto traccia riguardante la questione dei 12 ettari ad oggi non emergono nessun tipo di incontri tra le parti interessate , però mi sento di evidenziare che anche questa ipotesi è di difficile e complessa realizzazione perché vorrebbe dire andare a modificare i confini del Parco del Ticino , proprio quest’anno compie i 50 anni di esistenza , con un iter lungo e di coinvolgimento di tutte le amministrazioni presenti nel Parco stesso. Certamente saremo vigili che regole e norme vengano rispettate ed applicate con la consapevolezza di poter lasciare alle generazioni future un bene comune così importante ed unico nel suo genere

Alice Mometti

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