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Trasporti | 30 gennaio 2024, 17:11

Traffico intorno alle scuole, per consegnare le merci o per andare a lavorare: Busto vuole domarlo in modo "intelligente"

Il progetto Intelligent Cities Challenge, iniziativa della Commissione Europea che ha la città tra le 64 selezionate, oggi ha visto un confronto con molte realtà e affrontato tre temi chiave. Ecco alcune proposte al vaglio

Traffico intorno alle scuole, per consegnare le merci o per andare a lavorare: Busto vuole domarlo in modo "intelligente"

Continua il percorso partecipativo legato al progetto Intelligent Cities Challenge (ICC), iniziativa della Commissione Europea che ha la mission di supportare le città europee nella transizione verde e digitale attraverso il sostegno di esperti, l'accesso a reti di consulenza e a strumenti metodologici condivisi. 

Come si ricorderà, Busto è tra le sessantaquattro città europee selezionate per l’edizione 2023-25 e, tra l’altro, come annunciato oggi dall’assessore alla mobilità Salvatore Loschiavo all’avvio del tavolo di lavoro convocato a villa Tovaglieri, da qualche giorno fa parte del gruppo ristretto di 11 città scelte tra le 64 come ambassador, con il compito di fare da traino alle altre. Il tavolo di lavoro di oggi, il secondo organizzato nell’ambito del progetto, ha visto la partecipazione di importanti stakeholders del territorio, come Confindustria Varese, Confcommercio Varese, Politecnico di Milano, Agenzia per il Trasporto pubblico locale Como Lecco Varese, Leonardo Spa, Hupac, Asst Valle Olona, Mobilità Its Academy, alcuni dirigenti scolastici degli istituti comprensivi e superiori cittadini, oltre al comandante della Polizia Locale Stefano Lanna e al Mobility manager Giuseppe Vaccarino e agli estensori del  Piano urbano della Mobilità sostenibile. 

L’assessore ha ricordato brevemente i progetti legati al miglioramento della mobilità sostenibile posti alla base della candidatura all’ICC: il Piano urbano della Mobilità sostenibile, il trasporto rapido di massa, l’Hydrogen valley e la digitalizzazione del sistema di mobilità e si è soffermato sui vantaggi della partecipazione all’ICC: «Questo progetto ci offre un modello di lavoro, quello dei local green deals, che permette a stakeholders e ai cittadini di partecipare alla costruzione della città del futuro e questo significa anche migliorare la fiducia nella democrazia locale».

Al professor Pierluigi Coppola del Politecnico di Milano il compito di spiegare l’utilità del local green deals, considerati un’opportunità per avviare un processo sinergico e collettivo tra amministratori, tecnici, stakeholder e cittadini. Un approccio dal basso, che permette di raccogliere idee, informazioni, criticità, e che risponde anche all’esigenza, dettata dai livelli di criticità dei sistemi di trasporto urbani, di attivare sia un approccio integrato alla pianificazione della mobilità, sia una valutazione sistemica delle soluzioni progettuali individuate.I green deal sono utili anche per allineare le politiche della mobilità di Busto Arsizio alle best practice europee; per condividere fabbisogni e motivare le scelte, anticipandone i risultati e gli eventuali conflitti.  

I TAVOLI DI LAVORO

La mattinata è proseguita con la creazione di tre tavoli di lavoro, invitati a delineare dei local green deal su tematiche già emerse nel corso del primo incontro con gli stakeholders.

Il primo ha affrontato il problema della congestione del traffico davanti alle scuole, il secondo il tema della logistica relativa all’ultimo miglio nella zona a traffico limitato del centro, quotidianamente invasa da furgoni e camion che consegnano merci sia ai negozi che ai privati, il terzo la carenza di collegamenti sostenibili tra la zona industriale di Sacconago e il resto della città.

Ogni tavolo ha lavorato sulle criticità e ha individuato alcune proposte che dovranno essere approfondite nel corso delle prossime settimane anche con il coinvolgimento degli enti e delle realtà interessate.In particolare, dal primo tavolo è emersa la necessità di rendere più flessibile il sistema di trasporto degli studenti dalle stazioni alle scuole superiori e di migliorare il servizio pedibus individuando delle aree di sosta dove i genitori dei bambini che frequentano gli istituti comprensivi possano fermarsi e affidare i bambini a personale che provveda  poi ad accompagnarli a scuola a piedi lungo percorsi protetti.

Il secondo tavolo si è soffermato sull’esigenza di individuare modalità di consegna alternative (con mezzi elettrici e di dimensioni limitate), aree di carico e scarico dedicate o hub logistici per far convergere le merci.

Il terzo tavolo ha proposto invece di avviare una raccolta di dati per capire quali sono le necessità dei lavoratori e delle aziende e quindi valutare in quale modo intervenire per migliorare la situazione (nuova linea TPL con navetta dedicata, collegamenti ciclabili, car sharing).

C. S.

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