È già tempo di Carnevale. In Piemonte. Così il Tarlisu, da bravo vicino, è andato dai "colleghi" Pirin e Majin a rendere visita. A Busto Arsizio, in base al calendario ambrosiano, la festa inizia tra una decina di giorni; quindi c'è tutto il tempo di andare a trovare gli altri e condividere sfilata e colori.
Come a Oleggio, appunto, dove domenica il Tarlisu era accompagnato come di consuetudine da Bumbasina e Fudreta e ha potuto incontrare tante altre maschere.
Quello alle spalle è stato un anno spettacolare per il Tarlisu e la sua famiglia; ricordiamo che è pure volato a Bruxelles a rivendicare l'identità bustocca (LEGGI QUI). Ma sopratutto è l'anno in cui si è ripreso fiato, spazio, il senso dello stare insieme senza timori e senza mascherine, da parte di tutti. Un risveglio collettivo e fortemente voluto, dopo la pandemia, che ha giovato a tutti.
Facendo parte poi del Centro di coordinamento nazionale (LEGGI QUI), le maschere bustocche hanno avuto tante opportunità di confronto e crescita. Ora - sottolinea Simone Colombo, presidente della Famiglia Sinaghina, artefice della manifestazione con il Comune – si ricevono molti inviti ed è importante per loro come per la città, che può farsi conoscere e attirare un ulteriore interesse su di sé.
In questi giorni di trasferte, si è presentata la nuova Bumbasina, Paola Crespi, accanto al Tarlisu, Antonio Tosi Pedèla, e alla Fudreta, Monica Colombo: per Paola sarà il primo Carnevale bustocco in cui interpreterà questa figura. Prima, però, un'altra manifestazione importante: quella del Carnevale di Crescentino, che lo scorso anno a Busto aveva partecipato con la Regina Papetta e il Conte Tizzoni. Ma c'è anche Castel Goffredo con Re Gnocco che scalpita.
Aspettando il grande ritorno a casa. Come consuetudine, domenica 11 febbraio comincia la settimana con il nuovo sindaco provvisorio: ul Tarlisu. Sarà lui a guidare Busto per una settimana, dopo aver ricevuto le chiavi dal primo cittadino Emanuele Antonelli. Infine, la sfilata sabato 17 febbraio. Sfilata a cui si spera di vedere tanti amici piemontesi e non solo. Perché facendo questo tour, la frase risuonata spesso è stata: «Guarda che verremo a Busto, eh».
Tutto questo colore, tutta questa legittima voglia di spensieratezza e di far divertire bambini e non solo hanno dietro però un durissimo lavoro, quello dei volontari che stanno preparando i carri, giorno e notte.