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Opinioni | 14 gennaio 2024, 11:00

«Paola Cortellesi ti costringe a rivolgerti a te, maschio alfa o qualsiasi altra lettera dell'alfabeto greco. Dovrebbe essere obbligatorio nelle scuole per educare al rispetto»

Le riflessioni del collega Giovanni Toia dopo la sala sold out del cinema Lux di Sacconago di venerdì sera: aveva in stragrande maggioranza un pubblico di donne, ma che messaggio agli uomini. E ai giovani

«Paola Cortellesi ti costringe a rivolgerti a te, maschio alfa o qualsiasi altra lettera dell'alfabeto greco. Dovrebbe essere obbligatorio nelle scuole per educare al rispetto»

La sala sold out del cinema Lux di Sacconago di venerdì sera aveva in stragrande maggioranza un pubblico di donne. Qualcuno potrebbe obiettare che il film “C'è ancora domani” di Paola Cortellesi parlava e parla delle donne. Vero. Ma il messaggio era ed è destinato agli uomini. Loro avrebbero dovuto essere in stragrande maggioranza. Non per vedere o guardare il film, ma per ammirarlo.

La pellicola è un quadro in movimento. E un'opera d'arte la si ammira, la si scruta in ogni suo particolare, non la si guarda e basta per poi  passare ad un altro quadro.

Venerdì sera il pubblico ha incollato i suoi occhi allo schermo, ha teso le sue orecchie per non perdersi una battuta; voleva gustarselo quel film, mandarlo a mente e rifletterci sui tanti spunti di riflessione ed esami di coscienza che la Cortellesi ha suggerito con sagacia, profondità d'animo ed anche con quel pizzico di leggerezza tipica della sua personalità.

Una riflessione sulla non ancora considerata ricchezza dell'universo femminile che ancora troppi stereotipi non vogliono vedere frutto di una cultura miope ed arcaica, alla quale si è abbeverato anche un certo pensiero clericale relegando le donne in postazioni di retroguardia. Senza disprezzo, per carità, ma con scarsa dignità.

Cortellesi ne esalta l'intelligenza, la maturità, l'arguzia, la capacità di essere costruttiva e punto di unione familiare sempre e comunque anche quando sarebbe legittimata la sua voglia di scappare.

Ti costringe a rivolgerti a te maschio alfa o qualsiasi altra lettera dell'alfabeto greco. Ti costringe a chiederti se sai apprezzare la donna che ti sta accanto, la ricchezza che lei porta in dote e che tu spesse volte dai per scontata se non addirittura ad arrivare fino al disprezzo ed alla soppressione.

Se poi il destino quella ricchezza te l'ha tolta, allora hai ancora maggiormente  l'obbligo di andare indietro nel tempo per rivedere il film della tua vita insieme a lei e magari darti dello sciocco perché non sempre hai riconosciuto le perle che illuminavano la tua giornata.

Le due ore della proiezione del film della Cortellesi dovrebbero diventare obbligatorie nelle scuole per educare al rispetto, alla bellezza di avere lo sguardo alto per scrutare l'orizzonte. Per dirti che dopo la notte arriva sempre la luce. Per dirti che sempre c'è ancora domani.

Giovanni Toia

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