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Storie | 26 ottobre 2023, 18:30

Una giusta dimora per la maestra Gilda Rossi che alla sera radunava i suoi alunni per lezioni supplementari

LA STORIA. Dopo continue peregrinazioni mercoledì prossimo, giorno d’Ognissanti, al cimitero di Borsano viene solennemente benedetta dal parroco la tomba della docente cui è dedicata una scuola del quartiere. La spiegazione dello storico Mario Colombo

Una giusta dimora per la maestra Gilda Rossi che alla sera radunava i suoi alunni per lezioni supplementari

“Tramandare alle future generazioni la venerata memoria e la prodigiosa attività della indimenticabile Maestra Gilda”. Questo l’auspicio del parroco don Ferdinando Oleari che più di 60 anni fa desiderava che la maestra cui sono dedicate le scuole di Borsano potesse consegnare ai posteri il suo infaticabile lavoro.

Ma la storia non è stata clemente con lei. Le sue spoglie hanno iniziato una lunga peregrinazione che mercoledì prossimo, il giorno d’Ognissanti, si spera cessino. Nel Cimitero di Borsano, alle 15.30 verrà solennemente benedetta la tomba dal parroco durante i riti per la Commemorazione dei Defunti.

L’Odissea

«Il monumento funebre inizialmente situato lungo il viale principale del cimitero di Borsano – spiega lo storico Mario Colombo - intorno al 1968 fu spostato a lato dell’ingresso, lasciando il posto alla tomba dei parroci. Nel giugno 2015, su iniziativa del parroco don Mauro Magugliani, il monumento fu smontato, restaurato e ricomposto, con un nuovo basamento, sopra la suddetta tomba dei parroci, sottraendolo a un degrado intollerabile».

Spostando il monumento, nessuno si rese conto che sotto di esso c’era anche la tomba: fu trovata due anni dopo, iniziando la costruzione del nuovo portale d’ingresso del cimitero e si scoprì che conteneva due cassette con gli ultimi resti di Giulio Rossi e, quasi sicuramente, di sua figlia Gilda. «Esse sono rimaste nella camera mortuaria del cimitero di Borsano, in attesa di una dignitosa collocazione – prosegue - Dopo sopralluoghi, discussioni, decisioni e contrordini, si è stabilito di sistemare monumento e cassette nella parte nuova del cimitero, in una posizione di rilievo, grazie all’interessamento dell’assessore Mario Cislaghi e alle sollecitazioni del parroco don Francesco Ferrante e di vari borsanesi e al contributo fattivo di alcuni di loro».

Gilda Rossi, educatrice per missione

A Ermenegilda Rossi è intitolata la scuola elementare costruita a Borsano nel 1962.

Nacque a Borsano il 18 ottobre 1858 da Giulio, originario di Bienate, sarto e organista della parrocchiale, e dalla sua seconda moglie Maria Pisoni di Magnago (vedova di Giovanni Milani, con due figlie). Grazie alle buone condizioni economiche della famiglia poté frequentare le scuole magistrali: si diplomò nel 1877 e subito fu assunta dal Comune di Sacconago, che nel 1869 aveva assorbito quello di Borsano, e per quarant’anni insegnò alle classi maschili.

La sua opera fu determinante per la scomparsa dell’analfabetismo in paese e lei rinunciò a formare una famiglia per potersi dedicare totalmente all’insegnamento, che considerava una vera missione, quasi un apostolato.

Per questo, la maestra «riuniva di sera, a casa sua, gli alunni più deboli per impartire loro lezioni supplementari», ovviamente gratuite; e oltre ai suoi scolaretti, aveva anche allievi di età matura.

Collaborò strettamente coi parroci di Borsano, insegnò catechismo alle bambine e fu tenace sostenitrice e co-fondatrice dell’asilo, sorto nel 1906. Nel 1912 tenne il discorso di inaugurazione della Scuola Marconi, invitando le colleghe «all’educazione dei sentimenti più nobili ed elevati da cui scaturiscano i doveri dell’uomo e del cittadino, che miri... a educare la vita interiore dell’uomo».

Nel 1915, costituitosi il “Comitato Militari in guerra”, la sua casa divenne una specie di ufficio corrispondenza: riceveva le mogli e le madri dei soldati, ne leggeva loro le lettere e scriveva per loro le risposte. E queste visite diventavano l’occasione per ascoltare sfoghi e confidenze, dare consigli e conforto. Dovette consolare le famiglie di 21 dei suoi allievi che avevano perso la vita durante il conflitto (altri tre sarebbero caduti prima della fine della guerra, due li avrebbe stroncati la “spagnola” poche settimane dopo l’armistizio e, infine, la tubercolosi contratta in trincea se ne sarebbe portati via altri sei negli anni seguenti).

Nel 1916 ricevette il diploma di “Benemerenza della popolare istruzione”: la relativa medaglia d’oro le fu donata dai borsanesi, grazie a una sottoscrizione popolare, e le fu appuntata dal sindaco Giacomo Ragazzini.

Compiuti quarant’anni d’insegnamento, e con la salute già compromessa da problemi cardiaci, Gilda presentò domanda di pensionamento e si trasferì a Busto, in casa di Costanza Somasca in Stoppa, nipote della sua sorellastra Carolina Milani, dove morì l’8 luglio 1918.

Quando si costruì la nuova scuola elementare di Borsano, il corpo insegnante propose di dedicarla alla loro benemerita collega: proposta che, appoggiata dai Borsanesi e dal Comune, fu subito accettata. La nuova scuola fu aperta il 1° ottobre 1962, ma fu inaugurata ufficialmente il 5 novembre dal ministro della Pubblica Istruzione Luigi Gui, promotore della riforma che istituiva la “scuola media unica”, che il Parlamento avrebbe approvato il 31 dicembre.

Una biografia di Ermenegilda Rossi è stata pubblicata su “Almanacco della Famiglia Bustocca per l’anno 2018”. Copia del testo può essere chiesta all’autore Mario Colombo (mario.colombo@euroincis.com).

Laura Vignati

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