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Politica | 12 ottobre 2023, 12:05

Rebus Province. Tempi incerti sulla riforma, a Varese probabile voto a gennaio

All’assemblea nazionale dell’Upi tenutasi all’Aquila alla presenza di Mattarella, si è ovviamente discusso anche della riforma. La Lega spinge per l’election day a giugno 2024, accorpando il voto per questi enti, che tornerebbero di primo livello, alle europee. I tempi però sono stretti ed è possibile che, a questo punto, il Consiglio di Villa Recalcati venga rinnovato all’inizio del prossimo anno

Rebus Province. Tempi incerti sulla riforma, a Varese probabile voto a gennaio

Si parla ormai da tempo della necessità di riformare il sistema delle province. E se n’è ovviamente discusso anche ieri e l’altro ieri all’Aquila all’assemblea nazionale dell’Upi, l’Unione delle Province d’Italia, a cui è intervenuto anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Presente anche il numero uno di Villa Recalcati Marco Magrini.
Da diversi mesi la commissione Affari costituzionali del Senato è al lavoro per redigere una proposta di legge per riorganizzare composizione e funzioni di questi enti, diventati di secondo livello con la riforma Delrio, mai giunta a pieno compimento per via della vittoria dei “no” al referendum costituzionale promosso nel 2016 dal governo Renzi che ne prevedeva l’eliminazione.

Le tempistiche della nuova riforma influiranno anche sul rinnovo del Consiglio provinciale varesino. Se a breve verrà stabilito che il prossimo giugno si andrà a votare per le Province di primo livello, con il ritorno alle urne dei cittadini e non dei soli sindaci e consiglieri comunali, l’assise di Villa Recalcati rimarrà in standby fino a quel momento.

Se invece il superamento della legge Delrio richiederà tempi più lunghi, allora il rinnovo del Consiglio (non quello del presidente, eletto lo scorso 29 gennaio) da parte degli amministratori comunali si terrà prima. A questo punto, probabilmente, non entro la fine dell'anno ma il prossimo gennaio. E questa, anche se al momento non c’è nulla di ufficiale, sembra l’ipotesi più quotata. Perché i tempi tecnici appaiono stretti.

In realtà la Lega, come si evince dalle dichiarazioni del leader e vicepremier Matteo Salvini e del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Roberto Calderoli, spinge per arrivare all’election day con le europee nel giugno 2024. Una possibilità che consentirebbe al Carroccio di sfruttare il radicamento territoriale nel voto per Bruxelles e su cui Fratelli d’Italia sembra – pertanto – più fredda.

Di certo, all’Aquila anche il presidente Mattarella ha ricordato che «le norme attualmente in vigore sono legate a una transizione interrotta. E anche per questo creano vuoti e incertezze che non possono prolungarsi, rischiando che cittadini e comunità paghino il prezzo di servizi inadeguati, di competenze incerte, di lacune nelle funzioni di indirizzo e di coordinamento».
«La Costituzione richiede di essere attuata», è il monito del capo dello Stato.

«Tutti dicono che le Province devono essere riviste e riqualificate», sottolinea Marco Magrini, rifacendosi alle parole di Mattarella ma anche dei ministri Salvini e Fitto intervenuti all’assemblea dell’Upi.
«Però attenzione – ammonisce il presidente della Provincia di Varese –. Non si può pensare di avere nuovamente assessori e un presidente eletto dal popolo se poi non si danno a questo ente le funzioni e i soldi, altrimenti è una presa in giro. Il tema è proprio se ci siano le risorse economiche».
Senza dubbio, nella due giorni «con il “timbro” del presidente della Repubblica è stato sottolineato il ruolo delle province – aggiunge Magrini –. A Varese abbiamo 34 milioni di investimenti legati al Pnrr sulle scuole. Ditemi voi se le province non contano o non hanno un ruolo…».

Riccardo Canetta

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