“You have built a rocket ship of a car, well done.” Avete costruito una macchina che è un razzo. Con queste parole Max Verstappen celebra la vittoria al GP del Giappone. Dopo la batosta di Singapore, che aveva fatto alzare un velo di sospetto sulle prestazioni Red Bull dopo le modifiche al regolamento tecnico della discussa direttiva TD018, il team di Milton Keynes voleva dare una dimostrazione di superiorità tecnica. E ci è riuscito, con l’incredibile vittoria del campione olandese. Un weekend pazzesco, con una pole position straordinaria al sabato e una gara “in business class”, terminata con 19 secondi di vantaggio sulle McLaren. RedBull che vince il suo sesto titolo costruttori soprattuto grazie a SuperMax, grande interprete delle caratteristiche tecniche della RB19. La squadra guidata da Christian Horner sarebbe in testa al mondiale costruttori anche con i soli punti del pilota olandese. Anche per questo, il compagno di squadra Sergio Perez esce invece distrutto da questo weekend.
Per la prima volta si corre a Suzuka in settembre, scelta effettuata dall’organizzazione del mondiale per esigenze di calendario ma che permette anche di evitare il classico tempaccio grigio, umido e spesso bagnato che il GP del Giappone ci ha regalato per 25 anni.
E’ proprio per questo motivo che questa domenica c’è un caldo anomalo per la corsa del sol levante, e questo fa si che forse non tutti i team siano pronti a gestire la situazione, anche per mancanza di qualche dato storico. Oltre alle due soste previste da tutti i modelli predittivi usati dagli strateghi, nel paddock e sulla griglia si vocifera che potrebbero rendersi necessarie tre soste per alcuni team.
La partenza delle McLaren è ottima, con entrambi i piloti RedBull che mettono pressione a un Verstappen che non parte particolarmente bene. Il poleman in difficoltà è sempre un grande classico di Suzuka, ma l’olandese si difende costringendo Piastri quasi sull’erba e contenendo l’altro pilota in tuta papaya Norris. Subito dietro, ottima la partenza anche delle Ferrari con Sainz che scavalca Perez e si piazza dietro a Leclerc. Per non tamponare il monegasco, lo spagnolo della Ferrari deve scartare a sinistra, toccando Perez che a sua volta colpisce Hamilton. Qualche piccolo danno per l’inglese, mentre il danno per il messicano è più evidente ed è costretto a rientrare ai box per sostituire alcune componenti aerodinamiche. Non è l’unico contatto durante lo start: nelle retrovie Albon si tocca con la Alfa di Bottas causando detriti in pista e la prima safety car.
La gara riprende al giro 5 e ci regala subito un emozionante duello fratricida tra le due Mercedes: Russell attacca Hamilton alla chicane, ma il 7 volte campione non ci sta e lo ripassa alla priva curva dopo una manovra ruota-contro-ruota. Bell’atmosfera (cit.) in casa Mercedes.
Nella prima fase di gara si fanno notare le AlphaTauri, entrambe in zona punti grazie alla buona qualifica del sorprendente neozelandese Lawson e dell’idolo locale Tsunoda. Il resto del gruppo si concentra a gestire l’elevatissimo degrado gomme, ad eccetto di Perez che decide di animare la gara con una sequenza di errori incredibile: sbaglia la procedura sotto safety car, prendendo 5 secondi di penalità, e tenta un sorpasso impossibile sulla Haas di Magnussen danneggiando nuovamente la sua ala (oltre che la gara del danese), causando un virtual safety car e rischiando di ottenere altri 5 secondi di penalità. Dal box gli chiedono di ritirare la vettura. Weekend disastroso per il messicano, che prima di ritirarsi pensa bene di ostacolare Norris.
Al giro 16, quando Verstappen, Ferrari e McLaren iniziano a valutare il possibile pit-stop, le due Mercedes tornano a duellare tra loro: altro contatto tra i due piloti inglesi della stella a tre punte, con Hamilton che spinge Russell fuori dal curva Spoon.
Al giro 18, con i pit-stop completati, il neozelandese Piastri ha scavalcato Norris, riprendendosi il secondo posto. Proprio Norris e Leclerc si ritrovano nel traffico delle vetture più lente che hanno già effettuato il cambio gomme sotto safety car e si vedono quindi costretti a effettuare una serie di sorpassi su Alonso e Ocon. Dal punto di vista delle strategie, questo è il momento in cui i team si “splittano” tra chi sceglie di montare gomma dura (McLaren e Hamilton) e chi sceglie di rimontare la gomma media (Ferrari e la Red Bull di Verstappen). L’unico con una strategia diversa sembra essere Russell, che si ferma soltanto poco prima di metà gara nonostante l’elevato degrado.
Non c’è solo il duello tra Mercedes a rendere piccante l’atmosfera. La fase di metà gara è condita dalla lotta tra Norris e il compagno Piastri, con l’inglese che si lamenta del passo gara dell’australiano e chiede ripetutamente di avere la posizione. Al termine della “contrattazione” via radio, Norris viene lasciato passare da Piastri.
Al giro 35 è Leclerc a fermarsi, seguito da Hamilton. Il monegasco deve da un lato provare a mettere pressione alle McLaren, ma dall’altro deve, soprattutto, difendersi da Russell che è su singola sosta. Dopo il pitstop sia Leclerc, sia le due McLaren si ritrovano dietro l’inglese della Mercedes e partono alla sua caccia. Al contrario, Sainz viene tenuto in pista tre giri in più forse in attesa di una safety car. In questo modo lo spagnolo perde la posizione su Hamilton, un peccato “mortale” per il secondo posto nel titolo costruttori.
Al giro 40 si compie uno scempio. Perez viene rimesso in pista per poter scontare la penalità che gli era stata commissionata ma che non aveva scontato causa ritiro. Per evitare di scontare la penalità nella prossima gara in Qatar (si tramuterebbe in 5 posizioni in griglia), il team decide di rimettere il pilota in pista, fargli scontare la penalità e ritirare nuovamente la macchina. Una piccola vergogna sportiva, oltre che una umiliazione per il messicano. Situazione grottesca, e che personalmente riteniamo antisportiva, ma che è figlia del sistema di penalizzazioni in vigore con questo regolamento sportivo. Non sappiamo se esiste un modo di gestire le penalità che sia nettamente migliore di questo, ma un sistema che incentiva una squadra a inviare un'auto parzialmente danneggiata solo per proteggere un futuro weekend di Gran Premio è... stupido. È davvero stupido
Al giro 45 Leclerc compie un sorpasso spettacolare su Russell, in netta crisi con le gomme, riprendendosi la quarta posizione. Purtroppo però, va detto che il tempo perso nel duello con l’inglese impedisce al monegasco il tentativo, difficile, di rientro su Piastri.
Gli ultimi 5 giri sono conditi da un interessantissimo triello: l’immancabile duo Mercedes che lotta da inizio gara è inseguito "a tiro di DRS” da Carlos Sainz. Lo spagnolo deve in qualche modo attaccare le vetture del team di Brackley per provare a recuperare qualche punto per il mondiale costruttori Ferrari, in lotta per la seconda piazza proprio contro Mercedes.
Mercedes prova lo stesso “trick” di Sainz a Singapore, usando il DRS per difendersi, ma il numero 55 della Ferrari passa Russell con una buona manovra in curva 1. Sainz si mette anche alla caccia di Hamilton, trovandosi a tiro di DRS, ma con due giri al termine l’impresa è improbabile.
La gara si conclude con la straripante vittoria di Max Verstappen e il doppio podio McLaren, per il quale sottolineiamo il primo podio dell’australiano Oscar Piastri, protagonista la scorsa estate del famoso caso contrattuale che vedeva opposta Alpine al suo passaggio in McLaren. Ottimo il lavoro del team di Zack Brown e guidato da Andrea Stella, che dopo un inizio a dir poco complicato ha raddrizzato i problemi tecnici di un progetto sbagliato e ora è stabilmente in lotta con Ferrari e Mercedes. Proprio questi due team escono battuti dal weekend, mai in grado di competere con McLaren sul passo gara ma comunque in piena lotta per il secondo posto costruttori. Il Cavallino Rampante recupera quattro punti sul team di Brackley. La corsa per il titolo di “runner-up” nel campionato costruttori è più viva che mai, con una Ferrari che si difende bene su una pista non proprio favorevole ma sulla quale gli aggiornamenti portati sul fondo vettura hanno funzionato bene. Segno che dalle parti di Maranello gli sviluppi stanno prendendo una direzione sensata.
Tra due settimane si va in Qatar e Max Verstappen avrà la possibilità di vincere il terzo titolo piloti consecutivo già nella gara sprint del sabato.
Di seguito i risultato del GP del Giappone:
1. Verstappen - Red Bull
2. Norris - McLaren
3. Piastri - McLaren
4. Leclerc - Ferrari
5. Hamilton - Mercedes
6. Sainz - Ferrari
7. Russell - Mercedes
8. Alonso - Aston Martin
9. Ocon - Alpine
10. Gasly - Alpine