Quando diciamo “brocco” o “non l’ho fatto apposta”, non lo sappiamo ma ricorriamo a un linguaggio che ha radici profonde nella scherma. Sfogliare, per credere. Ecco, radici è la parola chiave: questa disciplina così antica, che ha regalato anche la massima soddisfazione a Busto Arsizio nel nuovo millennio – la medaglia olimpica – è immersa nella storia dello sport, del mondo e della città. Ecco perché proprio il mondo viene al Museo della Scherma all’ex Bustese. Ecco perché sommessamente questo gioiello chiede attenzione a tutti i bustocchi e vorrebbe aumentare i suoi spazi. Attualmente – ci spiega il maestro Giancarlo Toran – ci sono 400 libri e altrettante armi, senza contare tutto l’altro materiale, preziosissimo nell’incarnare un’arte che fu di guerra ma poi di sport. Negli armadi altri pezzi scalpitano per raccontare capitoli di umanità.
C’è davvero tutto il pianeta qui e il pianeta attira, tant’è che le scuole prenotano visite per le delegazioni internazionali, fin dalla Cina.
C’è l’arte, nei dettagli, nei materiali, nelle rifiniture. C’è la cultura che si esprime nei trattati antichi, con gli italiani che corrono avanti, e nei libri anche moderni. E c’è il tessile, che non può mancare a pochi passi dal museo dedicato alla tradizione industriale di Busto concepito in questi spazi.
Qui infatti si passeggia anche tra la tela Olona, così usata nella scherma – anche come imbottitura, sostituita in una fase successiva da crine e cuoio - ma non solo. Non lontano, si ricorderà chi fu il fondatore del Teatro Sociale Cajelli di Busto Arsizio: l’aveva voluto, sognato il cavalier Giovanni Candiani, che era proprio l’ideatore della tela Olona. Morì tre anni prima di veder realizzato il progetto di «un’opera che elevasse lo spirito e la cultura della sua Città», ricorda la sala di via Dante.
Anche in via Galvani si elevano spirito e cultura e il Virgilio non può che essere il maestro Toran. Incanta i visitatori con la sua conoscenza e la sua arguzia, conduce da oltre mille anni prima di Cristo ai tempi nostri, «dall’arte del duello per uccidere o difendersi al momento in cui la scherma diventa sport». Sfoglia virtualmente i trattati, a partire da quelli italiani, e fa scoprire personaggi quali Angelo Tremamondo conte dei Malevolti, livornese, che ci porta in Inghilterra e narra di perizia, amore, capacità di forgiare i cardini di una corte.
Mentre il maestro parla mostra un manichino, «attrezzatura abbandonata dai tedeschi a Monza» o si giunge alla storia ardita e romantica di Nedo Nadi. Il cuore del museo è costituito dalla collezione donata da Silvio Longhi, consistente in centinaia di oggetti, tra cui fioretti, sciabole e spade sportive, fino a perdersi tra i libri.
Quindi, si arriva al capitolo in cui Busto si fregia della finora unica medaglia olimpica: la scherma, ça va sans dire, in omaggio all’impronta che ha lasciato e continua a lasciare la Pro Patria Scherma, con la dedizione del presidentissimo Cesare Vago, scomparso lo scorso gennaio - LEGGI QUI -, e oggi mostrata dal figlio Marino. Tessile e sport, che si ispirano, sempre.
È il nuovo millennio, Daniele Crosta che con il maestro Toran si allena da vent’anni, parte per l’Australia: «Ricordo l’ultima lezione, sapevo che sarebbe stata l’ultima volta dopo una carriera già costellata di successi». Ma le Olimpiadi sono un traguardo ineguagliabile e Daniele – già pronto a fare lo psicologo – si concede, e condivide con Busto, questa soddisfazione.
C’è una foto che urla la gioia di una città. La festa a sorpresa organizzata dal “Baffo”, Pinuccio Asta, immortalata in uno scatto dove si vedono anche il presidente Vago, il sindaco Gianfranco Tosi, il presidente dell’Assb Alberto Armiraglio e un campione come Mauro Miele, presidente del Panathlon club La Malpensa.
Ancora, affiora la commozione parlando di Andrea Felli o la fierezza presentando le campionesse. È un viaggio che non finisce mai, conduce così lontano, eppure nel cuore della città.
C’è un tesoro immenso, che chiede a Busto piena consapevolezza. E poi di potersi ampliare per svelare nuovi incantesimi.
GUARDA IL VIDEO