Ad Haiti serve tutto. Si uccide, si saccheggia, si stupra, si dà alle fiamme, ma la luce della Kay - fondata da suor Marcella Catozza - resiste e chiede aiuto.
La missionaria bustocca è attualmente in Italia, ma pronta a partire per la vicina Repubblica Dominicana per costruire di nuovo un avvenire.
«Vi scrivo per condividere con voi i passi che stiamo facendo per non abbandonare i nostri bambini alla violenza di Haiti che sta loro portando via il futuro - spiega suor Marcella - Tra qualche settimana partirò per raggiungere la Repubblica Dominicana dove mi incontrerò con i sei responsabili della Kay Pè Giuss, confermare loro che noi ci siamo e che non li lasceremo e vedere con loro concretamente le problematiche emerse in mia assenza. Copriremo i loro costi di viaggio e di permanenze ma siamo certi che questo servirà a rianimarli e a non vedersi perduti anche se il paese sprofonda sempre più».
È suor Marcella a tracciare un'analisi che ferisce nella sua drammaticità, leggi realtà: «Le bande armate stanno attaccando interi quartieri saccheggiando, stuprando, uccidendo e dando tuIo alle fiamme prima di andarsene. Diversi dei nostri educatori vivono nei quartieri attaccati e così hanno dovuto scappare e mettersi in salvo da amici o parenti in altre zone della città in attesa che anche quelle vengano attaccate». La scorsa settimana l’ambasciata americana ha imposto ai concittadina di ripartire, con voli speciali.
Come guardare avanti? «Già quattro dei nostri educatori hanno lasciato il lavoro perché non riescono più a raggiungeere la Kay. La gente è stanca, sfiduciata, impaurita - spiega suor Marcella - Noi cerchiamo di sostenerli come possiamo, pensando proprio tutto e cercando ogni mezzo per far loro sentire che non sono soli».
È la ragione che ha spinto a cogliere l'occasione di un container dei Padri Camilliani per inviare alla Kay cibo e materiali di igiene personale e per la casa. C'è una base in Piemonte per ora - DON FRANCO BELLONI, via Umberto 1, 44 Parrocchia San Pietro 28060 San Pietro Musezzo, Novara - ma se si sta studiando un altro punto in Lombardia. Si può anche far pervenire un dono al bambino che si sostiene con un pacchetto e il suo nome.
«Non abbiamo molto tempo ma per un gesto di carità bastano pochi minuti» conclude suor Marcella.