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Attualità | 07 maggio 2025, 15:48

Fumata vicina, attesa universale: si apre il Conclave, tra i papabili anche i cardinali Pizzaballa e Arborelius

Alle 16.30 di oggi, i 133 cardinali elettori entrano nella Cappella Sistina per scegliere il 267esimo Papa. Tra i nomi più forti anche quello del lombardo Pierbattista Pizzaballa e dello svedese (ticinese) Arborelius, entrambi simboli di dialogo e Chiesa di frontiera. Attesa la prima fumata in serata: servono almeno 89 voti per l’elezione

Il cardinale lombardo Pizzaballa e il cardinale ticinese Arborelius

Il cardinale lombardo Pizzaballa e il cardinale ticinese Arborelius

Prende il via oggi, 7 maggio, il Conclave per l'elezione del 267esimo Papa. Alle 16.30 l'ingresso dei 133 cardinali elettori nella Cappella Sistina, poi il giuramento e l''Extra Omnes'. Nel tardo pomeriggio la prima votazione. Dalle 19 in poi si attende la prima fumata. Gli elettori sono 133. Il quorum per eleggere il nuovo Papa è di 89 voti.

Tra i nomi considerati "papabili", in qualche modo vicino al nostro territorio, c'è anche quello del lombardo cardinale Pierbattista Pizzaballa. Patriarca latino di Gerusalemme e primo cardinale residente nello Stato di Israele, incarna una Chiesa radicata nella storia e proiettata nel dialogo, profondamente francescana nello spirito e coraggiosamente diplomatica nell’azione. A 60 anni, è considerato uno dei profili più forti per dare alla Chiesa cattolica una leadership universale capace di parlare al mondo interreligioso, alla pace, e al martirio silenzioso dei cristiani del Medio Oriente.

Nato a Castel Liteggio (Cologno al Serio, Bergamo) il 21 aprile 1965, ultimo di tre fratelli, Pizzaballa è cresciuto in un ambiente rurale semplice, nutrito da una religiosità concreta.  Nel 1999 entra ufficialmente al servizio della Custodia di Terra Santa, e nel 2004, a soli 39 anni, ne diventa Custode: incarico in cui resta 12 anni, rafforzando la presenza cristiana, promuovendo l’inserimento culturale dei giovani religiosi, e aprendo nuove strade al dialogo con il mondo ebraico e con l’Islam.

Nel 2016, Papa Francesco lo nomina amministratore apostolico del Patriarcato Latino di Gerusalemme, rompendo con la prassi che vedeva nella figura del patriarca un arabo di origine locale. Nel 2020 è confermato Patriarca e, nel 2023, creato cardinale - il primo patriarca latino di Gerusalemme a ricevere la porpora e simbolo di una Chiesa di frontiera.

Dopo l’esplosione della guerra tra Israele e Hamas nell’ottobre 2023, si distingue per coraggio e chiarezza, offrendosi come ostaggio al posto dei bambini israeliani rapiti. Le sue dichiarazioni contro la “violenza insensata” diventano virali nel mondo. Mostra un raro equilibrio nel difendere la dignità di entrambi i popoli, con una sensibilità particolare per la sofferenza del popolo palestinese e per la protezione delle minoranze cristiane. Nel maggio 2024, nonostante le ostilità, assume possesso della sua chiesa titolare a Roma, Sant’Onofrio, e compie una storica visita nella Striscia di Gaza, celebrando la Messa tra le macerie e portando aiuti umanitari con l’Ordine di Malta.

La figura del cardinale Pizzaballa risponde a molte delle tensioni del nostro tempo: conflitto interreligioso, persecuzioni, crisi identitarie e necessità di una Chiesa che si faccia “ponte”. Pur giovane per gli standard cardinalizi, è già stato testimone, leader, educatore e pastore in una delle regioni più martoriate al mondo. Parla correntemente italiano, inglese, ebraico e arabo. La sua elezione a Papa rappresenterebbe una svolta storica: un pontefice residente in Terra Santa, simbolo del martirio cristiano, della riconciliazione tra popoli e della Chiesa delle periferie tanto cara a Francesco. Un Papa così darebbe un volto universale alla missione della Chiesa, radicandola nel cuore della storia della salvezza. 

Un altro papabile "vicino" geograficamente alla provincia di Varese è il cardinale Anders Arborelius, vescovo di Stoccolma, unica diocesi cattolica in Svezia che copre l'intero territorio nazionale. Papa Francesco nel 2022, in un colloquio con i redattori delle riviste dei gesuiti europei nel 2022, disse: "Vorrei indicare un uomo che è un modello di guida: il cardinale Anders Arborelius. Non ha paura di nulla. Parla con tutti e non è contro nessuno. Mira sempre al positivo. Credo che una persona come lui possa indicare la strada giusta da seguire". Alla domanda se si senta pronto per diventare papa, in questi giorni Arborelius ha risposto: "No, non posso dire di sì. Perché è così irrealistico. Ma è vero: è una possibilità".

Nato il 24 settembre 1949 a Sorengo piccolo Comune vicino a Lugano in Canton Ticino, in Svizzera, è cresciuto a Lund, in Svezia, in una famiglia luterana. Si è convertito al cattolicesimo nel 1969, a 20 anni, a Malmö. Due anni dopo è entrato nel monastero carmelitano di Norraby e ha emesso i voti perpetui a Bruges, in Belgio, nel 1977. È stato ordinato sacerdote l'8 settembre 1979 a Malmö.

È stato consacrato vescovo di Stoccolma da papa Giovanni Paolo II nel dicembre 1998, diventando il primo vescovo svedese cattolico etnico dai tempi della Riforma protestante. Da allora è considerato la figura cattolica più rilevante del Paese. È stato presidente della Conferenza episcopale di Scandinavia dal 2005 al 2015, e poi vicepresidente dal 2015. È stato anche membro della Commissione della Presidenza del Pontificio Consiglio per la Famiglia dal 2002 al 2009. Nel 2017, papa Francesco lo ha creato cardinale, il primo nella storia della Svezia e della Scandinavia.

Il cardinale Arborelius è laureato in lingue moderne presso l'Università di Lund e ha studiato teologia e filosofia a Bruges e a Roma, dove ha conseguito la licenza in spiritualità presso la Pontificia Facoltà Teologica Carmelitana (Teresianum). Fa parte di diversi dicasteri vaticani, tra cui quelli per il Clero, i Vescovi, le Chiese Orientali, la Promozione dell'Unità dei Cristiani e il Consiglio per l'Economia.

Nel giugno 2022 ha ricevuto una medaglia dal Re di Svezia per il suo significativo contributo alla vita della Chiesa. È autore di numerosi libri in svedese, principalmente dedicati alla spiritualità e a biografie di figure religiose.

Prelato mite e riflessivo, Arborelius è profondamente devoto all'Eucaristia, saldo nella dottrina cattolica e fortemente legato alla Vergine Maria. Difende il celibato sacerdotale, si oppone all'ordinazione delle donne e sostiene con fermezza l'insegnamento morale della Chiesa, specialmente in materia di etica sessuale e identità di genere. È stato tra i critici più netti del Cammino Sinodale tedesco, ribadendo il carattere universale e immutabile della morale cattolica.

È più pragmatico su temi come il dialogo interreligioso e l'ecumenismo, che promuove attivamente, pur opponendosi alla comunione per i non cattolici. Condivide la forte sensibilità ambientale del suo popolo e ha persino sostenuto l'introduzione di una legge internazionale contro l'"ecocidio". È in sintonia con papa Francesco sul tema delle migrazioni.

Sul fronte liturgico, ha applicato "Traditionis Custodes", sopprimendo la Messa in latino tradizionale (vetus ordo) in alcune parrocchie, una decisione che ha sorpreso molti, anche alla luce della sua popolarità tra i giovani e dell'aumento delle vocazioni. Si è detto perplesso nel comprendere "perché le persone desiderino la Messa tridentina". Rifiuta le etichette come "tradizionalista" o "progressista", considerandole una politicizzazione pericolosa della fede.

Nonostante la secolarizzazione avanzata della Svezia, sotto la sua guida si è registrato un leggero aumento delle vocazioni e una crescita nella partecipazione alla Messa, favorita in parte dall'immigrazione. Pur avendo condannato la violenza legata ai problemi di integrazione, il cardinale Arborelius continua a sostenere una politica migratoria aperta, anche nei confronti dei musulmani, insistendo sulla necessità di dialogo e integrazione, piuttosto che su restrizioni.

Nonostante la sua elezione a cardinale lo abbia colto di sorpresa - inizialmente pensava fosse uno scherzo - Arborelius ha accettato l'incarico come volontà di Dio e cerca di viverlo con umiltà. Chi lo conosce lo descrive come una persona veramente umile, sempre disponibile all'ascolto e saldo nella fede, anche quando provocato pubblicamente da atei in televisione. Questa coerenza gli ha guadagnato il rispetto di cattolici e non. Tuttavia, il suo stile di governo è stato spesso oggetto di critiche. Secondo vari sacerdoti e laici, il suo desiderio di evitare i conflitti ha portato a una gestione debole della diocesi, con accuse di vuoto decisionale e un ricambio eccessivo del personale.

Il suo santo preferito è Teresa di Gesù Bambino, predilige la preghiera silenziosa, ama leggere romanzi gialli e cucinare. Il cardinale Arborelius è anche un linguista esperto: oltre allo svedese, parla fluentemente inglese, spagnolo, francese, tedesco e olandese.

(Adnkronos)

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