Quello dell’ospedale nuovo è stato, è e sarà ancora a lungo un tema centrale del dibattito politico del territorio. Maurizio Maggioni, capogruppo consiliare del Partito Democratico a Busto Arsizio, vi ha dedicato nei giorni scorsi una lunga nota (leggi qui).
Una riflessione articolata, ma sono due in particolare gli aspetti su cui Maggioni vuole tornare a porre l’attenzione.
La sua principale preoccupazione, spiega, è che chi si oppone alla politica della giunta di centrodestra non sia riuscito a dare forma a una proposta comune e propositiva sull'argomento. Per questo, a suo dire, occorre un dibattito più approfondito sul territorio per definire una linea precisa (e il discorso riguarda anche il suo partito).
L’altro aspetto è invece relativo al timore che il percorso che porterà all’ospedale di Busto e Gallarate – al netto delle critiche che non mancano anche da parte sua – possa subire nuovi rallentamenti.
«Occorre un approfondimento»
«La mia preoccupazione primaria – rivela Maggioni – è che le forze politiche e le associazioni che fanno riferimento in generale al centrosinistra, o che comunque sono in alternativa alla politica regionale di Fontana, sul territorio non sono in grado di articolare una proposta ma forse nemmeno una valutazione comune o convergente rispetto alle soluzioni che devono essere date in applicazione alla riforma del Servizio sanitario nazionale. In riferimento sia ai servizi territoriali, sia alla situazione ospedaliera».
Maggioni spiega di aver notato una «dispersione che va da chi presenta critiche al progetto (e io sono tra quelli), fino a chi dice “no” a tutto, chi vorrebbe tre ospedali… Fondamentalmente, ritengo ci sia l’esigenza di fare un discorso che sia propositivo. Non si può dire “facciamo una bella ristrutturazione e andiamo avanti così”. Occorre un approfondimento». O, in altre parole, una sintesi che consenta di andare oltre un semplice “no” alla nuova struttura.
Una battaglia politica
Il pensiero di Maggioni è rivolto ai comitati, ma il discorso riguarda in un certo senso anche il suo partito. «ll Pd ha assunto una linea a cui mi richiamo. Majorino aveva parlato di un progetto fuori contesto (in campagna elettorale quando era candidato alla presidenza della Regione, ndr). Per me ciò significa che manca ancora il discorso delle case di comunità, di che cosa fare degli ospedali e dei servizi esistenti… Giusto, ma oltre a questa posizione non ce n’è stata nessun’altra. È ancora una linea da definire».
La preoccupazione porta il capogruppo dem di Busto a «sollecitare un confronto aperto: oltre alla linea favorevole a un ospedale di carattere territoriale, noi tutti dobbiamo lavorare molto di più per definire delle proposte».
Vi è quindi la necessitò di stimolare il dibattito sul territorio: «Qui si deve fare una battaglia politica, creando un movimento propositivo e serio in questa fase».
Un convincimento che Maggioni aveva già esternato nelle scorse settimane, evidenziando la necessità di coinvolgere la città (leggi qui): «Noi abbiamo bisogno di attualizzare il programma e le problematiche emerse. Richiamando alla partecipazione tutti coloro che non si riconoscono nella politica del centrodestra».
Il timore di rallentamenti
L’altra preoccupazione, al netto delle critiche al progetto, riguarda possibili dilazioni delle tappe che dovrebbero portare al nuovo ospedale. «Sono preoccupato perché secondo me si cercherà in qualche modo di rallentare qualsiasi processo di intervento: dalle case e ospedali di comunità alla sistemazione dei nosocomi», dice Maggioni.
Perché questo timore? «Perché vedo dichiarazioni di componenti del centrodestra dubbiosi sull’ospedale nuovo. Secondo me i tempi di definizione di tutte le procedure relative al progetto in itinere si sono allungati».
E ancora: «Per quanto riguarda l’aspetto finanziario, da 340 milioni individuati nel lontanissimo 2017, si sale fino a una cifra che si attesta sui 450 milioni. E il governo nazionale non so quanto riuscirà a garantire degli interventi».
Maggioni, poi, dice di aver «notato una “spaccatura” tra il ruolo dell’assessore alla Sanità Bertolaso e quello del presidente Fontana. Quando è stato a Gallarate, Bertolaso ha detto che lui parla dell’ospedale esistente, mentre quello nuovo è in capo alla presidenza. Secondo me questo è un aspetto significativo. Vedo il rischio che non ci sia una compattezza su questa proposta che, peraltro, è stata difesa a spada tratta senza discussioni. E che quindi ci possano essere dei rallentamenti».