Era il 13 gennaio di quest’anno. I capigruppo delle forze consiliari di opposizione di Busto Arsizio – Maurizio Maggioni (Partito Democratico), Gigi Farioli (Progetto in Comune), Gianluca Castiglioni (Busto al Centro) e Santo Cascio (Progetto in Comune) – riuniti intorno allo stesso tavolo si rivolgevano al sindaco Emanuele Antonelli e alla presidente del Consiglio Laura Rogora chiedendo di promuovere momenti di incontro per riflettere insieme a esperti, rappresentanti della società civile, delle associazioni e delle professioni su questioni urgenti (leggi qui). Dal Pgt alla sanità, dai progetti di rigenerazione urbana alla transizione energetica e all’economia circolare, con il nuovo ruolo di Agesp.
«Un’inadeguatezza dell’amministrazione»
«La risposta è stata che per questo tipo di confronto esistono le commissioni – osserva a distanza di oltre sei mesi il capogruppo dem Maggioni –. Peccato che in due anni, queste siano state convocate grazie alle proposte delle minoranze o per gli ordini del giorno della giunta che dovevano necessariamente essere affrontati in quella sede. Non c’è stato un confronto politico e programmatico aperto alle forze sociali. La risposta alla nostra richiesta di un dibattito con associazioni, sindacati e altre realtà è stata, di fatto, “va bene com’è andata finora”».
Questo mancato confronto «col Consiglio e soprattutto con la città», per Maggioni «segnala un’inadeguatezza dell’amministrazione comunale». «La nostra proposta – prosegue – nasceva dal fatto che nel 2022 era stata seguita una logica molto “burocratica”. L’idea era quella di fare del 2023 l’anno del confronto con la città su molti temi concreti. Temi che non possono essere affrontati solo dai tecnici e poi ratificati dalla giunta». Ora l’idea del confronto con la città si rinnova.
L’autocritica: «Anche noi dobbiamo fare di più»
Ma Maggioni fa anche autocritica: «Questa risposta dell’amministrazione pone un problema anche a chi ritiene che questa politica sia insufficiente. Non possiamo andare avanti facendo qualche mozione e basta. Noi come minoranza dobbiamo migliorarci. Altrimenti anche il nostro ruolo è inadeguato».
«Dobbiamo fare di più», dice Maggioni. Anche iniziando a guardare all’orizzonte ancora molto lontano delle elezioni comunali del 2027. «Altrimenti vedo il rischio che si ripetano gli stessi riti del passato», aggiunge.
L’obiettivo è aprirsi alla città, «con un rapporto più attivo anche con i semplici cittadini».
Non è facile, però, coinvolgerli. «Rispetto al passato la partecipazione è zero, perché c’è una grandissima sfiducia. Anche a proposito di temi che dovrebbero generare mobilitazione».
Eppure nella vicina Gallarate sull’ospedale c’è stato un certo fermento. «Evidentemente – afferma il capogruppo del Pd – lì si avverte in modo più forte il fatto che l’ospedale cittadino nel giro di pochi anni non sarà più un ospedale. In ogni caso, su un tema importante come le liste d’attesa non c’è stata nessuna manifestazione a carattere regionale».
Per Maggioni i temi che avrebbero potuto suscitare una maggiore mobilitazione a livello cittadino non mancano. «Penso all’illuminazione disastrosa – dice –. Nel 2022 abbiamo fatto un’interpellanza e in Consiglio abbiamo chiesto più volte di portare le relazioni dei collaudi. Un altro argomento su cui abbiamo insistito è la raccolta puntuale dei rifiuti: abbiamo detto e ripetuto che l’esperienza di Sant’Edoardo doveva essere analizzata con i cittadini. Non è stato fatto e questo crea sfiducia. Se non si ascoltano le eventuali esperienze negative, queste si ripresenteranno quando la raccolta partirà negli altri quartieri».
Temi sempre validi o «da ricalibrare»
Se a gennaio l’appello era rivolto a tutte le forze politiche senza distinzioni tra maggioranza e opposizione, ora Maggioni guarda a chi ha un’idea diversa di amministrazione rispetto all’attuale governo cittadino.
Con queste realtà, vorrebbe fare il punto sul programma, riprendendo quello con cui si era candidato a sindaco nel 2021, col sostegno anche di Movimento 5 Stelle e Verdi. A fronte di «temi che restano centrali come i quartieri intesi come soggetti di rigenerazione urbana, verde, Pgt, area vasta di Malpensa», ve ne sono altri «che sono stati superati dai fatti e devono essere ricalibrati».
Tra questi, Neutalia: «Nel nostro programma si parlava di chiusura nel 2032. È stata fatta una scelta diversa e a questo punto, se non vogliamo limitarci a un’opposizione sterile dicendo cosa sarebbe stato meglio fare, occorre prendere atto di quello che è successo e, ad esempio, mettere a punto una strategia di controllo della qualità del rifiuto che entra».
Sull’ospedale unico: «Noi avevamo chiesto nel 2021 che la Regione valutasse il rapporto costi-benefici sull’utilizzo dell’attuale area bustese. Ormai la questione si chiuderà probabilmente in pochi mesi e di questo si deve prendere atto: se il progetto parte, una raccolta firme diventa sterile, superata dai fatti. L’obiettivo deve essere cercare di trasformare gli aspetti critici in positivi. Dall’utilizzo degli edifici esistenti al Pgt che può prevedere servizi a supporto di quest’area».
Ma tra gli argomenti che hanno «dirette conseguenze sulle spese delle famiglie», Maggioni cita anche il tema casa, le politiche energetiche e dei rifiuti, la rigenerazione urbana. Questioni di cui il capogruppo dem intende dialogare con chi «desidera una diversa amministrazione».