Oggi ha provato a spiegare con calma la situazione, le procedure che si stanno seguendo perché il giovane tossicodipendente che ha commesso furti ed esasperato i samaratesi, possa entrare nelle prossime ore in comunità. Più tardi il sindaco di Samarate Enrico Puricelli ha postato una bandiera bianca. Ma non perché si sia arreso: la soluzione è tracciata. Piuttosto, sono i commenti sui social che gli fanno scuotere il capo.
Perché il ragazzo ha creato danni e problemi, ma i toni di alcuni messaggi sono demoralizzanti. Continuiamo a chiamarlo “ragazzo”, e non usando il nome - c’è la privacy, eppure in rete è girato pure il cognome - ancor meno il soprannome, che lo definisce per la piccola statura e che non vorremmo più sentire considerando chi si trova nelle condizioni di quella specifica disabilità fisica.
«Buongiorno a tutti, visto che mi state tempestando di messaggi sulla situazione del ragazzo... l’articolo che è uscito ieri mi sembrava chiaro, grazie all’assessore regionale Bertolaso finalmente è stata individuata una struttura pronta ad accogliere il ragazzo - osserva Puricelli, precisando - avvocato, Giudice Tutelale e Cps stanno producendo i documenti necessari per il ricovero».
Si sono unite le forze per risolvere questo caso, difficilissimo, per le fragilità del giovane da una parte e le legittime aspirazioni dei samaratesi di non subire altri furti e di poter vivere in pace.
Ora occorre ancora un poco di pazienza: «Il ragazzo non è come un cane che si trova per strada e si porta in canile ed è finita lì, ci vogliono tutte le autorizzazioni necessarie». Chi conosce bene Puricelli e il suo amore per gli animali, sa quanto non sia minimamente dispregiativa l’espressione da lui usata. Vuol solo dire che stiamo parlando di un essere umano, estremamente fragile, e di procedure che richiedono il loro tempo ma che finalmente sono state avviate.
In fondo, a gettare un po' di luce su questa buia vicenda adesso potrebbe contribuire un elemento chiave: il rispetto.
Quello che il giovane, curandosi, dovrà imparare ad avere per gli altri e le loro cose. E anche quello che pur feriti, giustamente incavolati, impauriti, bisogna cercare dentro di sé anche in situazioni così incresciose, di fronte a una persona vulnerabile. Che ha sbagliato, e tanto, e che adesso può provare a uscire da questo tunnel con l’aiuto di una comunità e ancor più di una Comunità, come è quella di Samarate.