Il tam tam echeggia sui social, in particolare su gruppi Facebook dedicati a Busto Arsizio e dintorni. Lo ha innescato Sara Vega, tecnico veterinario, nota a molti per avere fondato Casaringhio, associazione che si occupa soprattutto, ma non esclusivamente, di animali in difficoltà. E la parola che ricorre più spesso è “truffa”.
Merito, si fa per dire, dell’esborso da 60 euro chiesto per un’uscita da un sedicente tecnico idraulico. Cifra lievitata in un amen, e senza segnalazione di alcun tipo, fino a quota 150. «Il contatto – riepiloga Sara – l’ho trovato on line. Un riferimento come tanti. Avevo bisogno di un intervento piuttosto consistente, per un impianto. Ho chiamato e abbiamo concordato un incontro, a un indirizzo privato di Legnano».
Lui per l’uscita chiede, appunto, 60 euro. La preparazione del confronto non è delle più semplici: scorrendo i messaggi intercorsi con il tecnico, si leggono testi scritti in un italiano zoppicante, confusi, a un certo punto il potenziale esecutore sembra non ricordare la cifra richiesta. Lo scambio si interrompe alle 15.39 e consente, in qualche modo, di arrivare al dunque, l’appuntamento avviene.
Esattamente due ore dopo, i messaggi riprendono, con toni e contenuti radicalmente diversi. «Il tipo, – ricostruisce Sara – un omone con pochi capelli e accento del Sud, aveva un Pos portatile. Che ho utilizzato per dargli i famosi 60 euro. Peccato che, a un controllo quasi immediato, ho scoperto di avergliene trasferiti 150. L’ho rincorso, ho chiesto spiegazioni, ho ricevuto mille scuse e la garanzia che mi avrebbe rapidamente restituito il di più. Peccato che non ci siano stati ulteriori movimenti».
Sara, a questo punto, prende rapidamente contatto con la Polizia di Stato («…mi hanno detto che si tratta di una persona con precedenti specifici») e dirama segnalazioni sui social. Ricevendo riscontri inaspettati: «Mi sono arrivati messaggi da altre persone che hanno riconosciuto l’uomo e il modus operandi. Pare che a qualcuno abbiano preso il volo 300 euro, a qualcun altro 700». Nei tanti commenti scatenati dai post, c’è anche chi afferma di avere visto, in passato, due agenti fermare il presunto tecnico. Il quale, accortosi del battage sorto intorno all’episodio, interviene nel dibattito social utilizzando, per sostenere le proprie ragioni, un profilo Fb quantomeno anomalo. Conta 548 amici, pubblica la foto di una caldaia e una grafica con la sigla H24. Le informazioni “In breve”: ha studiato presso Università Bocconi, ha frequentato la scuola dell’obbligo. La lista delle amicizie poco ha a che fare con attività lavorative: pochi profili credibili, molti corpi femminili e formosi, in abiti succinti e pose provocanti.
«Mi sono fidata – ammette Sara – ma mi sono accorta quasi subito di che cosa era successo e ho reagito. Ho sporto denuncia e devo ringraziare la Polizia di Stato, che è intervenuta prontamente. Nell’arco di poche ore, sono stata contattata da otto persone che hanno avuto a che fare con il “mio idraulico”. Il quale, on line, sembra muoversi tra Seregno e Milano, ma pare che in realtà frequenti la zona. Mi chiedo come si sarebbe comportato qualcun altro in circostanze simili a quelle in cui mi sono trovata. Magari un anziano o una persona fragile». Dopo la rabbia, la preoccupazione.