/ Salute

Salute | 14 giugno 2023, 14:55

Scompenso cardiaco: se ne parla sabato 17 giugno in un convegno organizzato dalla Cardiologia del “Galmarini”

Appuntamento a Villa Truffini, dalle 9.15 alle 18, a cura del Dipartimento CardioToracoVascolare e della Cardiologia di Tradate

Scompenso cardiaco: se ne parla sabato 17 giugno in un convegno organizzato dalla Cardiologia del “Galmarini”

Sabato 17 giugno, dalle 9.15 alle 18.00, Villa Truffini di Tradate, in corso Paolo Bernacchi, ospiterà il Convegno dal titolo: “Lo scompenso cardiaco; nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche”, a cura del Dipartimento CardioToracoVascolare, diretto dalla Dott.ssa Battistina Castiglioni e della Cardiologia di Tradate, guidata dal Dott. Massimo Bignotti, Responsabile scientifico dell’evento.

A spiegare l'impostazione del convegno, ma soprattutto gli argomenti che l'hanno ispirato, è lo stesso Dott. Bignotti: «Il crescente carico assistenziale e le complesse problematiche generate dallo scompenso cardiaco - spiega - non possono trovare adeguata soluzione al di fuori di un approccio integrato multidisciplinare, che ponga efficacemente in rete le strutture di emergenza con le unità di degenza intensiva e ordinaria e con il contesto delle cure territoriali».

Il convegno di sabato, infatti, si apre ad una platea di specialisti altrettanto ampia e variegata, proprio per dare concretezza alla necessità di procedere con un approccio multidisciplinare.

«Le opzioni alternative all’ospedalizzazione - continua Bignotti - dipendono molto sia dalle caratteristiche cliniche e socio-assistenziali del singolo paziente, che dall’offerta di cure disponibili. Per una gestione ottimale del percorso di cura, a partire dal Pronto Soccorso, sono infatti necessarie sia risorse ospedaliere, sia territoriali.

L’obiettivo a cui tendere è frutto di una strettissima integrazione sociosanitaria e sociale che riduca al minimo indispensabile l'ospedalizzazione, senza inficiare la sicurezza del paziente e la completezza dell'assistenza e della cura. Affinché il paziente possa essere dimesso dopo la stabilizzazione clinica e la rivalutazione della terapia, è fondamentale che possa contare su uno stretto e precoce monitoraggio da attivare nell'ambito delle cure primarie sul territorio o a domicilio, entro 72 ore dalle dimissioni, e, ove necessario, programmando l'accesso ad ambulatori specialistici o diagnostici nella tempistica opportuna».

Redazione

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MARZO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare 2024" su Spreaker.
Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore