Si sono svolti nel Duomo di Milano, alla presenza delle più alte cariche istituzionali, i funerali di Stato di Silvio Berlusconi.
Migliaia le persone presenti all'interno della cattedrale e sul sagrato dove sono stati allestiti dei maxischermi.
A celebrare le esequie l'arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini, che ha pronunciato anche l'omelia funebre di fronte ai famigliari, al Capo dello Stato Sergio Mattarella, alla premier Giorgia Meloni, ai presidenti di Camera e Senato, a tutti i ministri, le autorità regionali e cittadine.
«Quando un uomo è un uomo d’affari, allora cerca di fare affari. Ha quindi clienti e concorrenti - ha detto monsignor Delpini - ha momenti di successo e momenti di insuccesso. Si arrischia in imprese spericolate. Guarda ai numeri a non ai criteri. Deve fare affari. Non può fidarsi troppo degli altri e sa che gli altri non si fidano troppo di lui. È un uomo d’affari e deve fare affari».
«Quando un uomo è un uomo politico, allora cerca di vincere. Ha sostenitori e oppositori. C’è chi lo esalta e chi non può sopportarlo. Un uomo politico è sempre un uomo di parte. Quando un uomo è un personaggio, allora è sempre in scena. Ha ammiratori e detrattori. Ha chi lo applaude e chi lo detesta» ha proseguito l'arcivescovo.
«Silvio Berlusconi è stato certo un uomo politico, è stato certo un uomo d’affari, è stato certo un personaggio alla ribalta della notorietà. Ma in questo momento di congedo e di preghiera, che cosa possiamo dire di Silvio Berlusconi? È stato un uomo: un desiderio di vita, un desiderio di amore, un desiderio di gioia. E ora celebriamo il mistero del compimento. Ecco che cosa posso dire di Silvio Berlusconi. È un uomo e ora incontra Dio» ha concluso Delpini.
Tra i partecipanti al funerale anche il senatur Umberto Bossi, con il quale dopo la rottura del primo governo Berlusconi era nata un'amicizia.
«E’ stato il fondatore del centrodestra, i suoi valori erano il bello, il buono e il giusto» ha detto Bossi arrivando in Duomo, come riferisce l'agenzia Adnkronos.
«Una grande persona, un grande lombardo. Interpretava nel modo migliore quelli che sono i nostri valori, i valori della nostra gente: la voglia di fare, la determinazione, il non spaventarsi davanti alle difficoltà. Un modello per tutti noi». Così il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, entrando nel Duomo di Milano per l’ultimo saluto a Silvio Berlusconi.
«Incarnava il vero spirito lombardo - ha aggiunto Fontana - aveva una grandissima umanità e ci ha insegnato a guardare sempre avanti senza avere paura di niente. Tutta la gente che oggi è qui a salutarlo – ha concluso - è la testimonianza di quante persone gli volessero bene».
Un pensiero per Berlusconi è arrivato anche da Giacomo Cosentino, vicepresidente del consiglio regionale e capogruppo di Lombardia Ideale.
«Caro Presidente, per me rappresentavi un esempio di grandezza che difficilmente avrà eguali nella storia contemporanea. Una grandezza dettata dall’umiltà, dall’educazione e dal rispetto verso gli altri che solo un gigante può continuare a conservare spontaneamente nella tua posizione indiscussa di Maestro. Mi ricorderò per sempre quando, qualche anno fa, ho avuto l’onore di conoscerti a Villa San Martino e ci siamo confrontati su alcune questioni: sono rimasto impressionato da come ti approcciavi verso i tuoi collaboratori e anche con me. Facevi sentire coinvolta e partecipe la gente comune, accorciavi le distanze e avevi coraggio. Un coraggio che ti ha consentito di riportare l’Italia al centro dello scenario politico internazionale. Oggi sono qui in Duomo, sotto la “tua” Madonnina, a darti l’ultimo saluto sul mondo terreno ma, soprattutto, a dirti grazie. Buon viaggio Presidente. Ci mancherai».