ELEZIONI COMUNE DI OLGIATE OLONA
ELEZIONI COMUNE DI MARNATE
 / Opinioni

Opinioni | 03 maggio 2023, 17:12

L'OPINIONE. L'orsa è viva, viva l'orsa. La legge della natura non si piega a quella degli uomini

Reintrodurre l’orso non è come farlo con uno scoiattolo, ed è compito delle istituzioni informare chi va in montagna, più o meno preparato, perché trovarsi davanti nella foresta un maschio adulto o una madre che difende i suoi cuccioli non è lo stesso che guardare in tv le storie di Yoghi e Bubu. Soprattutto se nessuno spiega come ci dobbiamo comportare nel caso di un incontro imprevisto

L'OPINIONE. L'orsa è viva, viva l'orsa. La legge della natura non si piega a quella degli uomini

L’orsa è viva, viva l’orsa. Il Tar di Trento ha detto ancora no al decreto di abbattimento del presidente della Provincia autonoma trentina, Maurizio Fugatti, e alla sete di vendetta di coloro che vedrebbero volentieri tutti gli orsi trasformati in braciole. La triste vicenda del runner Andrea Papi e dell’orsa Ji4 prosegue con una nuova puntata, la seconda bocciatura del Tar in un faticoso tira molla all’italiana, che non fa che evidenziare il pressapochismo nella gestione della fauna selvatica, con specie potenzialmente pericolose reintrodotte senza informare adeguatamente residenti e turisti sul loro comportamento, o calcolarne il tasso riproduttivo rispetto alla “capienza” di un ambiente sempre più antropizzato.

Reintrodurre l’orso non è come farlo con uno scoiattolo, ed è compito delle istituzioni informare chi va in montagna, più o meno preparato, perché trovarsi davanti nella foresta un maschio adulto o una madre che difende i suoi cuccioli non è lo stesso che guardare in tv le storie di Yoghi e Bubu. Soprattutto se nessuno spiega come ci dobbiamo comportare nel caso di un incontro imprevisto.

Nell’immaginario della modernità, la montagna, o il semplice bosco, sono troppo spesso visti come un diorama, con tanti bei fiori spontanei, farfalle e magari l’aquila scrutata col binocolo. La mattina si fa colazione in città, poi si parte per un’escursione in quota, senza una preparazione adeguata sull’etologia delle specie che si potrebbero incontrare, sui pericoli nascosti, a volte perfino ignari delle previsioni meteo.

Poi succede il misfatto, e si chiede la pena di morte per chi in quell’ambiente ci vive da sempre, lo rispetta e lo difende, al contrario della specie umana che vede la Natura come un bene di consumo, da fruire in ogni modo, senza attenzione per alberi e animali ma soltanto per la smania di dominare il mondo, a piedi, in bicicletta, in moto, in fuoristrada, con gli sci, col fucile in mano. Ogni mezzo è buono per “segnare il territorio”, proprio come fanno gli animali.

Per fortuna le battaglie per l’ambiente iniziate quarant’anni fa stanno incominciando a produrre frutti, così la vicenda dell’orsa separata a forza dai tre piccoli è diventata un caso mediatico e nei social si sono moltiplicati i pareri favorevoli alla salvezza di Ji4, con chiare prese di posizioni contro i giustizieri che hanno umanizzato l’orsa rendendola simile a noi, alla nostra bestiale «aggressività scientemente omicida» -come ha scritto Tommaso Di Francesco - mentre invece «senza fare un processo fatti alla mano, sappiamo che l’aggressività degli orsi non è contro l’uomo: se diventano tali è solo per paura e difesa».

Ma queste cose pochi le conoscono, perché quasi nessuno le insegna, a partire dalla scuola, e nella nostra epoca fatta di inconfessabili paure, orsi, lupi, ragni e serpenti sono i nemici ancestrali da cui liberarci, perché l’ignoranza è la madre della violenza, sempre e comunque, così l’orsa che nel suo ambiente naturale difende la prole, diventa un’assassina da condannare a morte senza processo, solo perché si è comportata da orso e non da umano.

Non conosciamo la natura, non sappiamo i nomi degli alberi che abbiamo in città, né quelli dei fiori spontanei, o degli uccelli che trovano cibo nei nostri giardini, e se lo sappiamo è solo per cacciarli a fucilate, mentre non ci sfugge nulla delle ultime app, del disco di pinco pallo, delle esternazioni dei Ferragnez, delle formazioni di calcio fino alle categorie estreme. Così quando ci troviamo fuori dal nostro ambiente finto, scopriamo che la montagna è dura e anche crudele, abitata da animali che lottano per sopravvivere e cercano fino all’ultimo di difendere sé stessi e la prole, perché questa è “la legge della natura”, e non quella degli uomini.

In un tempo in cui tutto va consumato in velocità e deve rendere denaro, non importa a quale prezzo, molte persone, per fortuna, si sono accorte che esiste un tempo altro, quello di un’orsa e dei suoi tre cuccioli, consonante al ritmo delle stagioni e all’umore della foresta, un tempo che rischiamo di perdere per sempre se l’ecologia, cioè lo studio dei rapporti tra i viventi e l’ambiente, non diventerà materia quotidiana di approfondimento, a ogni livello. Solo così il “like” che mettiamo su Facebook, o la firma virtuale alle petizioni online per salvare la vita di mamma orsa, avranno un significato morale oltre che emotivo.

Mario Chiodetti

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore