Non c'è niente di meglio di una "staffetta" con i libri per chiudere la scuola e introdurre al prossimo pezzo di viaggio della vita. All'istituto comprensivo Bertacchi di Busto Arsizio i ragazzini di quinta hanno passato il testimone a quelli di prima, futura seconda, proprio così: con uno spettacolo che ha inaugurato la mostra dei libri, anzi due, alla Bertacchi e alla Moro. Tra l'altro proprio dedicate al viaggio, alla scoperta di Paesi e culture.
Una mattina importante, perché significa prima di tutto riprendersi pienamente la mostra dei libri dopo la pandemia. Soddisfatta la dirigente Fabiana Ginesi, per questo evento e per la situazione della scuola, che l'anno prossimo avrà anche un segno positivo in termini di classi: ci saranno infatti due prime in più, nell'istituto di Sant'Edoardo.
“Un bambino che legge sarà un adulto che pensa”, è la frase che sprona, a firma dello psicologo Jerome Bruner. Dietro l'iniziativa della scuola, la convinzione che i libri debbano chiamare anche al di fuori di librerie e biblioteche, una calamita che trasmetta la passione e spinga poi anche a frequentare i luoghi più ufficialmente deputati alla lettura.
Una mostra, come quella che si è potuta respirare e visitare stamattina, capace di porsi anche come una festa: sia per la musica e il balletto dei ragazzi circondati dalle altre classi e dai genitori, e poi per l'allestimento accattivante. Decisivo il contributo delle famiglie.
«I nostri ragazzi hanno partecipato ai laboratori in biblioteca comunale - rileva Fabiana Ginesi - e questo per far sì che ci sia un filo rosso che tenga insieme l'essere studenti con l'essere cittadini». Le fa eco Manuela Maffioli: «Cade come coincidenza favorevole questa festa, perché daremo via alla nostra dieci giorni dedicata ai libri. B. A. Book prevede nel ricchissimo calendario anche incontri e laboratori ai bambini».
Allora in viaggio, tra le pagine e sul mappamondo: «Si collega al nostro progetto sull'intercultura. La scuola cresce sì, anche il dato quantitativo è dalla nostra parte e siamo contenti che le famiglie siano sempre più in linea con il nostro percorso formativo, e noi siamo in ascolto».
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