ELEZIONI COMUNE DI OLGIATE OLONA
ELEZIONI COMUNE DI MARNATE
 / Gallarate

Gallarate | 25 aprile 2023, 15:56

Battaglia sul 25 aprile a Gallarate: sindaco contro Anpi, partecipanti contro sindaco

Dopo i passaggi iniziali al cimitero di viale Milano, il primo cittadino ha attaccato: «Per anni ho digerito, all’interno del cimitero, le bandiere del Pci: rappresentano il regime totalitario che ha mietuto più vittime nel corso della storia. Oggi che il popolo ha finalmente scelto un Governo di centrodestra, tornano in auge le varie proteste, architettate dall’Anpi a livello nazionale e quindi anche a Gallarate». Rumorose contestazioni dai partecipanti. Botta e risposta sui luoghi della cerimonia. I discorsi ufficiali e i due capolinea della manifestazione: piazza Risorgimento e largo Camussi

Il sindaco, Andrea Cassani, 25 aprile 2023

Il sindaco, Andrea Cassani, 25 aprile 2023

«Magari l’anno prossimo faremo qualcosa di diverso, senza coinvolgerli, per non farci perdere tempo». Parla il sindaco di Gallarate, Andrea Cassani. Che ipotizza l’esclusione, in futuro,  di Anpi, dalla commemorazione ufficiale del XXV Aprile, festa della Liberazione (foto in fondo all'articolo).

C’è stata, al cimitero di viale Milano, la messa officiata da monsignor Riccardo Festa. Ci sono stati i passaggi, solenni, con deposizione di corone d’alloro, nei luoghi cari alla memoria dislocati nel camposanto. Ci sono stati, immediatamente fuori dal cimitero, in largo “Martiri delle foibe”, gli interventi di studenti delle Maino. Commoventi, per compostezza, determinazione e capacità narrativa insieme: hanno ricordato persone ed esperienze in un tempo crudele. Poi è toccato a Maia, liceo di viale dei Tigli, che ha citato Piero Calamandrei, collegando Liberazione e Costituzione: «…la Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La costituzione è un pezzo di carta: la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro […]l’impegno, lo spirito, la volontà». Chiude acclamando la Resistenza.

C’è un però. Un pregresso. Anpi – Associazione nazionale partigiani d’Italia, avrebbe voluto che il corteo gallaratese del XXV Aprile, con discorsi, avesse il suo epilogo in largo Camussi, luogo simbolo, vuoi per l’intitolazione a Guido, partigiano, vuoi per la scultura firmata da Arnaldo Pomodoro, dedicata alla Resistenza. L’Amministrazione comunale ha, invece, optato per piazza Risorgimento. Scenario tipico e monumentale, ma dedicato genericamente ai caduti, con il complesso che troneggia al centro della rotatoria. Specificità storica contro volontà ecumenica? Fatto sta: Il sindaco, Andrea Cassani, nel citato passaggio davanti al cimitero di viale Milano, sul XXV Aprile ha esordito come segue.  

Poi: «Dopo cinque anni dal mio primo XXV Aprile e diverse celebrazioni un po’ retoriche,  oggi che il popolo ha finalmente scelto un Governo di centrodestra, tornano in auge le varie proteste, architettate dall’Anpi a livello nazionale e quindi anche a Gallarate. La polemica viene inventata perché si vuole fare l’orazione in largo Camussi. Capite bene – e il sindaco si rivolge ai giovani presenti in viale Milano – quanto poco abbia a che fare con quello che si sta facendo. Interessa solo fare polemica per avere visibilità. Sono parte di un meccanismo politico. Qualcuno, ragazzi, vi vorrebbe parte di questa cerimonia non per ricordare chi è caduto in guerra ma per farvi essere solo strumento di una certa sinistra».

Il mormorio dei presenti si trasforma in contestazione, si moltiplicano le urla: basta. Per brevi tratti i presenti sovrastano la voce del primo cittadino. Vola qualche insulto. Sulla commemorazione 2023, Cassani ripercorre: «L’Anpi ha partecipato a una riunione con tutte le associazioni combattentistiche e le scuole. Una volta presa una decisione, ha dichiarato alla stampa che avrebbe proseguito il corteo arrivando con la propria banda in largo Camussi. Chi vuole celebrare in modo sinistrorso è libero di farlo, ma non sotto l’egida comunale». A bambini e ragazzi: «L’augurio è che in futuo possiate celebrare un XXV Aprile scevro da strumentalizzazioni politiche».

Michele Mascella, presidente Anpi, sulle riunioni per la celebrazione, rintuzza laconico: «Fu lui, il sindaco, a esortarci a proseguire il corteo (fino a largo Camussi, Ndr)». Clima polemico e insofferente, più che teso.

Serpentone lungo il percorso programmato (nel tragitto non manca chi evidenzia l’assenza del presidente del Consiglio comunale di Gallarate), fino a piazza Risorgimento. Segue il “rompete le righe”, almeno per una parte dei partecipanti. Gli altri, come annunciato, tornano in largo Camussi. Non più con l’accompagnamento musicale della Corale Arnatese, legato alla cerimonia ufficiale, ma con quello della Filarmonica di Verghera.

Tanti cittadini, fra Rete degli studenti medi, Cgil, Acli. E, naturalmente, Anpi, per cui Nicol Alejandra Lovazzano, oratrice ufficiale, ripete il discorso già letto davanti al cimitero (VEDI FILE IN FONDO). Testo centrato su due poli: valori da una parte, persone ed esperienze dall’altra. Riferimenti agli eroi di oggi, per motivi diversi: le donne afghane (in pericolosa lotta per il diritto all'istruzione, tanto per cominciare) e giornalisti russi (in traballante difesa dell’informazione) dall'altra. Potente la citazione di Sandro Pertini: «Alla più perfetta delle dittature preferirò sempre la più imperfetta delle democrazie». Riferimenti gallaratesi ai partigiani caduti e alle vittime dei campi.

Ancora, citazioni di don Minzoni e Ivonne Trebbi, focus su Valentino Belloni, sergente alpino, catturato nel 1943, costretto a combattere «…contro i propri compatrioti che facevano parte della Resistenza. Responsabile di una mitragliatrice, si rifiutò di sparare agli alpini inquadrati in una brigata partigiana di Giustzia e Libertà, italiani come lui […] Il maresciallo tedesco, suo comandante in quella azione, lo uccise sul posto».

Michele Mascella, presidente Anpi Gallarate, non tira propriamente le fila. Porta, davanti alla scintillante statua di Pomodoro, una storia in più. Testimonianza e riflessione proveniente dal partigiano di Cedrate Giuseppe Caletti, Brigata Garibaldi Valsesia, datata 25 aprile 1946, a un anno esatto dalla Liberazione. Con passaggi profetici: «Allora vi era veramente un’anima sola, l’anima popolare che si preparava alla riscossa. Ci si sentiva uniti perché unico era il fine: fare cessare al più presto la spaventosa oppressione nazifascista. I nazifascisti sono finiti, ed è cessata anche quella bella unione che ci aveva fatto sentire compagni senza virgolette. Ma quando ricordiamo questi nostri caduti, non possiamo non ricordare la bellezza della cooperazione che ci ha dato il successo […] Possiamo soltanto affermare che tutti sono morti […] ubbidendo alla legge divina e umana della libertà».

Files:
 Discorso di Nicol Alejandra Lovazzano - Oratrice ufficiale 23 (71 kB)

Stefano Tosi

TI RICORDI COSA È SUCCESSO L’ANNO SCORSO A MAGGIO?
Ascolta il podcast con le notizie da non dimenticare

Ascolta "Un anno di notizie da non dimenticare" su Spreaker.

Google News Ricevi le nostre ultime notizie da Google News SEGUICI

Ti potrebbero interessare anche:

Prima Pagina|Archivio|Redazione|Invia un Comunicato Stampa|Pubblicità|Scrivi al Direttore