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Busto Arsizio | 04 marzo 2023, 09:39

«Così anche papà da lassù potrà continuare a parlare con entusiasmo della Cascina dei poveri»

Ieri al liceo artistico alla presentazione del libro è intervenuta la figlia dell’architetto Alfredo Castiglioni. «Tocca a noi proseguire in quel solco così chiaro che papà ci ha lasciato per restituire a Busto Arsizio la Cascina dei poveri, un luogo significativo e unico, un luogo del cuore». Agli studenti dell’artistico, un progetto di riuso con nuova destinazione. Il 15 marzo quarta presentazione del libro all’Ite Tosi

Tito Olivato con la famiglia di Alfredo Castiglioni: la moglie Mirella, i figli Alessandro e Giulia

Tito Olivato con la famiglia di Alfredo Castiglioni: la moglie Mirella, i figli Alessandro e Giulia

«Questo l’aspetto che entusiasmava papà: recuperare un bene comune di un valore affettivo storico e culturale inestimabile attraverso l’impegno di una comunità, fatta di persone che hanno sentito questo senso di responsabilità e si sono mobilitate per difendere e rivendicare le bellezze del proprio territorio». C’era anche Giulia Chiara, la figlia dell’architetto Alfredo Castiglioni ieri al liceo artistico alla terza presentazione del libro sulla Cascina dei poveri. Nell’aula magna la preside Maria Silanos, promotrice con la Commissione biblioteca dell’incontro, ha accolto la famiglia dell’architetto prematuramente scomparso la scorsa settimana: la moglie Mirella e i figli Alessandro e Giulia.

Una bella serata dove in primis si è ricordata la figura del professionista che aveva restaurato tanti monumenti in città, sottolineando l’entusiasmo, la determinazione, la bontà e generosità, la precisione e l’estrema competenza senza mai sfoderare le numerosi doti che possedeva. Toccante il momento in cui la figlia Giulia ha impugnato il microfono: «Nel dolore che tutti noi proviamo sta succedendo una cosa bellissima perché la traccia che ha lasciato papà, impreziosita dall’amicizia e dalla sinergia con in prof Tito Olivato, non è interrotta, anzi ancora più viva prosegue grazie alla comunità».

Ha voluto evidenziare la forza con cui il papà voleva portare avanti il discorso del recupero della Cascina. «Mi sembra ancora di sentire le parole di mio padre che era solito raccontarmi l’esito degli incontri, dei sopralluoghi, della raccolta firme e di tutte quelle dinamiche che stanno rendendo questo cammino così speciale – ha poi evidenziato - Adesso tocca a noi proseguire dentro quel solco che così chiaro ci è stato lasciato per restituire a Busto Arsizio un luogo significativo e unico, un luogo del cuore. Così anche papà, che adesso è lassù, potrà continuare a parlare con entusiasmo della Cascina dei poveri».

E il Comitato non intende arrendersi. Niente affatto. Anzi ha già in programma i prossimi step: a breve diventerà un soggetto giuridico, l’associazione “Riabitare”, il 27 aprile all’oratorio di San Bernardino il prof di musica del liceo artistico Matteo Turri tiene un concerto di chitarra, prima ancora il 15 marzo all’Ite Tosi quarta presentazione del libro. Dunque il progetto voluto a denti stretti da Alfredo Castiglioni non si ferma: moglie e figli sono in prima linea, sorretti dalla futura associazione Riabitare.

C’è di più: ieri i prof che hanno partecipato in streaming all’incontro hanno portato avanti un’allettante proposta: «Prenderemo in considerazione di far sviluppare ai ragazzi di architettura un progetto di riuso della cascina, con nuova destinazione – ha scritto in chat la prof Marzia – In questo periodo stiamo facendo un progetto di tipologia simile sviluppato su villa Bossi-Radetzky». Poi altri prof: «Gli studenti faranno le loro proposte architettoniche che partono dallo sviluppo storico. Si potrebbero includere molti lavori di Pcto». Così tra alternanza scuola-lavoro e progetti di riuso anche gli studenti dell’artistico verranno coinvolti nel recupero del monumento quattrocentesco.

Un progetto corale, dunque, come corale è stata anche la stesura del testo. «Alfredo Castiglioni – è stato detto – “attraverso la lettura della fabbrica” ha dato voce alle pietre, ai mattoni, alle travi di legno della Cascina, Tito Olivato attraverso la consultazione dei documenti raccolti che risalgono fino alla fine del 1800 alle persone che hanno abitato la Cascina e che non si rassegnano a essere cancellati dalla storia».

Forti anche della classifica dei “Luoghi del cuore Fai” dove il bene bustocco ha conquistato il primo posto in provincia con oltre 7mila 200 voti, i membri della futura associazione hanno tanti obiettivi. Li ha illustrati bene ieri il prof Olivato che, oltre a spiegare nel dettaglio la storia, l’architettura e il possibile futuro della cascina che potrebbe anche essere annessa all’ospedale unico, ha chiarito i valori storici, sociali e spirituali della Cascina, per cui non va lasciata morire. «Il Comune ha offerto il suo patrocinio che comprende anche la pubblicazione del libro – ha detto – Ha sollecitato l’intervento di Agesp per l’eliminazione della vegetazione infestante, della sistemazione di un grande pozzetto di derivazione dell’acquedotto comunale vicino all’oratorio. Inoltre io e l’architetto Castiglioni abbiamo incontrato il direttore generale di Asst Valle Olona, dottor Porfidio per un confronto fruttuoso sul tema del coinvolgimento della Cascina nell’ambito dell’ospedale unico».

Laura Vignati

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