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Busto Arsizio | 23 febbraio 2023, 14:10

Addio ad Alfredo Castiglioni, il ricordo dei colleghi: «Era innamorato di Busto e cercava di proteggere il bello»

Carlo Valentini: «Volevo leggere il suo libro sulla Cascina dei Poveri e confrontarmi con lui. Mi spiacerebbe se il lavoro avviato si interrompesse». Daniele Geltrudi: «Era innamorato di Busto e cercava di salvaguardare il bello. Una perdita pesante per la città»

Addio ad Alfredo Castiglioni, il ricordo dei colleghi: «Era innamorato di Busto e cercava di proteggere il bello»

Lo sgomento è, comprensibilmente, il sentimento che prevale nei colleghi dell’architetto Alfredo Castiglioni all’indomani dell’incidente stradale in cui ha perso la vita. Parlano del professionista e della persona, consci di una perdita grave per Busto Arsizio.

«Lo conoscevo bene anche se, per ragioni di lavoro, non ci vedevamo da un po’ – fa presente Carlo Valentini - lo seguivo da lontano, diciamo così, per il lavoro che portava avanti per la salvezza della Cascina dei Poveri. Lo ricordo come una persona degna, un professionista appassionato, specialista di restauro. Ed era bravo, rigoroso. Lavorava in un settore che, ai tempi, io non frequentavo. Lo stimavo e, dopo che anche io ho iniziato a occuparmi di restauri, l’ho stimato ancora di più». Sulla Cascina dei poveri: «Trovo che il suo recupero sia a dir poco un’impresa. Ma sono interessato al libro che ha scritto Alfredo, avevo intenzione di prenderlo in mano di interfacciarmi con lui, anche per sostenerlo. L’area della cascina è quella in cui dovrebbe sorgere il futuro ospedale unico, per il quale alcuni cambiamenti in corsa, per esempio la riduzione dell’occupazione di suolo con un maggiore sviluppo verticale, sono un primo risultato. Alfredo ha come minimo avuto il merito di stimolare un dibattito. Mi spiacerebbe che si interrompesse il suo lavoro».

Così l’architetto Daniele Geltrudi: «Lo conoscevo bene, anni fa, quando ancora studiavo e cercavo di entrare in contatto con i professionisti un po’ più grandi di me. Abitava in via Maino. Ha contribuito a farmi venire la passione per l’urbanistica. Una volta, nel suo studio, mi disse: vorrai mica diventare un architetto di quelli che impazziscono per una lama di luce… il problema è l’urbanistica, come ci si occupa del territorio. Sua figlia, fra l'altro, andava a lezione alla scuola Rossini, da mia moglie. I nostri percorsi, in qualche modo, si sono incrociati, nel tempo. La notizia di ieri ci ha abbastanza sconvolti».

Sulla città: «Come ricordato da Francesca Boragno, dopo Spada e Magini se ne va un altro architetto. Uno innamorato di Busto Arsizio e che cercava di salvaguardare il bello. Per una città che non ha salvato i lampioni di Richino Castiglioni, questa perdita è ancora più pesante».

Stefano Tosi

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