Il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, non può essere solo una data. Bisogna contrastare la violenza sempre, giorno per giorno, palmo a palmo. È per questo che, a Cassano Magnago, due giorni dopo la ricorrenza tradizionale, ci si trova e si marcia (foto in fondo).
Sole sfavillante, alberi incendiati dall’autunno. Si balla, grazie ad Arci Sport: bambine e bambini danzano per dire no a un fenomeno odioso. Stringono fra le mani nastri che portano a palloncini rossi. Richiamano l’attenzione e gemmano il cielo. Perché la festa contrasta il cupo delle intimidazioni, delle botte, della sopraffazione, fisica e psicologica. La festa chiama a raccolta, alla reazione. Parte il corteo. Gli automobilisti passano e rallentano. In tanti sono semplicemente incuriositi. Qualcuno si pone domande. La comitiva percorre quasi un anello, poi si indirizza verso il parco della Magana. Prima del pranzo con gli Alpini (all’iniziativa hanno contribuito anche “Noi per te” e Associazione Carabinieri), interviene il sindaco, Pietro Ottaviani. Non usa mezzi termini: «Viviamo in una società che insegna alle donne a difendersi dallo stupro, invece di insegnare agli uomini a non stuprare. Ogni donna ha il diritto di vivere, di amare, di essere amata, in totale libertà».
Ricorda le sorelle dominicane Mirabal, il sindaco, uccise da un dittatore perché consideravano la libertà un valore irrinunciabile. Ricorda la messicana Elina Chauvet, ideatrice delle scarpe rosse, monito squillante, e il muro di bambole pensato da Jo Squillo. «Con la campagna diMOSTRO AMORE vogliamo lottare contro gli stereotipi di genere, alla base della violenza. […] Vogliamo ottenere una società libera dalla violenza sulle donne». Nella mattinata sono state raccolte offerte per la fondazione “Felicita Morandi”, impegnata nella realizzazione del progetto Dea, Donne Empowerment Assistenza, sostenuto da Fondazione Cariplo. Presentata al pubblico un’opera di Dudi Franchin, consigliere comunale. Cuori astratti ma rosso sangue, a sottolineare sofferenze e vicende tragiche. Il volto di Mahsa Amini, uccisa a botte. Aveva 22 anni, non indossava bene il velo. Bisogna farne, di strada. A Cassano, dopo la ricorrenza ufficiale, si è continuato a camminare. E, grazie ad Arci Sport, a ballare.