«Un progetto in cui crediamo moltissimo e che stiamo spingendo sin dal nostro insediamento, poiché contribuisce tantissimo a frenare gli episodi di microcriminalità e a rendere più sicuri i quartieri».
Queste le parole con cui il sindaco di Castellanza Mirella Cerini ha presentato oggi il nuovo gruppo di controllo di vicinato a cui hanno aderito ben 35 famiglie residenti nelle vie Cimabue, Giotto, Monteverdi, Vivaldi e San Camillo.
Il gruppo, che comprende circa 125 persone, va ad aggiungersi agli altri quattro già presenti sul territorio, segno, secondo il sindaco Cerini, che i castellanzesi stanno iniziando ad interessarsi ad un’iniziativa che rappresenta una risorsa preziosa per l’intera comunità.
«Il controllo di vicinato è un progetto che funziona molto bene – ha sottolineato la prima cittadina - e anche qui a Castellanza sta iniziando finalmente a dare i suoi frutti poiché sempre più persone scelgono di aderirvi.
La speranza è quella che la costituzione di questo nuovo gruppo funga da sprone anche per altre zone della città a scegliere di impegnarsi in questo percorso».
Un percorso che, come spiega il comandante della Polizia Locale Francesco Nicastro, non richiede grandi gesti eroici, ma solo la volontà di prestare attenzione a ciò che succede ogni giorno nella zona in cui viviamo.
«Questa è una zona ideale per il Cdv – ha ricordato il comandante Nicastro – chi abita in queste strada si conosce da sempre, e queste permette di individuare velocemente eventuali anomalie o persone che si comportano in maniera sospetta.
La richiesta che facciamo a tutti, dunque, è quella di prestare attenzione e, nel caso si notasse qualcosa di strano, di non agire mai in prima persona, ma di contattare il 112 per segnalarlo, in modo tale che le autorità possano intervenire di conseguenza».
Ma l’incremento della sicurezza non è l’unico beneficio che porta la costituzione di un gruppo di Cdv; il fatto che ai partecipanti venga richiesto di prestare particolare attenzione non solo a quanto accade all’interno della propria casa, ma anche a quello che succede fuori dalle mura domestiche, infatti, contribuisce anche a rafforzare quel senso di comunità che negli ultimi anni si va sempre più perdendo nei nostri paesi.
«Quando entrate a far parte del gruppo – concludono il sindaco Cerini e il comandante Nicastro – perché funzioni è importante che parliate tra vicini, che comunichiate tra di voi per fare rete e lavorare insieme. Questo, oltre che a rafforzare l’unione all’interno del quartiere, rappresenta anche una fondamentale risorsa per le persone più fragili, che in questo modo avranno anche dei punti di riferimento fuori dal nucleo familiare a cui rivolgersi in caso di difficoltà».