Dal calcio alla politica: che cos’hanno in comune i sindaci di Busto Arsizio e Novara? Che sono al secondo mandato, confermati lo stesso giorno, e per il centrodestra.
Emanuele Antonelli, con il 55% abbondante, partito di appartenenza Fratelli d’Italia, mentre il leghista Alessandro Canelli ha sfiorato il 70%. Sguardo ai social, il primo cittadino novarese ha una pagina con dirette quotidiane e oltre 35mila follower, quello bustocco è seguito da 22mila. Tra le due città c’è una differenza di circa 20mila abitanti. Curiosità: la cupola di San Gaudenzio è a firma di Antonelli. Alessandro, l'architetto che progettò importanti opere in Piemonte, a partire dalla Mole.
Così lontani così vicini
Se si torna a puntare lo sguardo dal Palazzo allo stadio, quei giorni delle scorse elezioni erano felici per la Pro Patria, il clou delle preferenze in consiglio comunale era andato alla presidente Patrizia Testa e ancora non si avvertiva l’uragano in arrivo: vendita, problemi, contenziosi, rischio sia di retrocedere sia di sparire, fino fortunatamente al doppio lieto fine. Ovvero permanenza in serie C e ritorno nelle mani della Testa.
Allora, invece, il Novara aveva messo entrambi i piedi in Purgatorio, da cui è risalito nel giro di un anno. In modo diverso, una stagione di sofferenza e poi riscatto per le due tifoserie: come spesso accade agli avversari storici, così lontani così vicini.
Oggi ovviamente, i sindaci si trovano “divisi” dall’auspicio sul risultato del derby ritrovato, che si svolgerà alle ore 17.30 al “Silvio Piola”.
L'atmosfera a Novara vista dal sindaco
Partiamo Alessandro Canelli, per capire l’atmosfera a Novara. «Dopo un anno di Purgatorio per le note vicende – ci dice – quest’anno stiamo riassaggiando antichi sapori. Non solo il derby delle risaie, con la Pro Vercelli, ma anche quello del Ticino, con la Pro Patria. Sono cose che stuzzicano i tifosi novaresi, sensazioni vissute durante la storia del Novara Calcio». Che aiutano anche a superare la paura e la tristezza del passato.
Novara è la città che chiuse tutto anni fa per trasferirsi nel capoluogo lombardo a sostenere i suoi contro il Milan. Altri tempi, ma la passione qui è ancora una cosa seria: «Per noi è estremamente importante essere nel calcio professionistico – continua il sindaco Canelli – ovviamente sappiamo che è un campionato duro, ma la società è determinata e ha costruito una squadra competitiva. Certo, ribadisco, che sia un girone difficile è dimostrato dalla classifica, basta vincere o perdere due partite e fa la differenza: ti trovi in cima alla classifica o in basso».
Diagnosi sulla sua squadra: «Dopo un avvio positivo, purtroppo nelle ultime giornate non ha brillato particolarmente. Sarà importante tenere duro, i giochi si faranno in primavera per cui bisogna arrivare in forma fisica e mentale». Il morale resta alto, pensando «che un anno e mezzo fa c’era la prospettiva di non esserci più». Canelli in quel periodo scese in campo e ci mise la faccia: «Avevamo il dovere e la responsabilità di mantenere viva la presenza in città della squadra che rappresentasse una storia ultracentenaria e quindi il dovere di fare il possibile per far risorgere la squadra della città. Siamo stati anche fortunati a trovare un patron, un presidente che non solo ha messo risorse economiche ma una grandissima passione».
Il presente, il futuro
Come vede dunque l’impegno per il futuro? «Si dovrà costruire una società non solo basata sui risultati sportivi, ma su una crescita investendo su giovani e strutture e sul rapporto con i tifosi e la città. Cosa che stiamo cercando di fare ognuno nel suo ruolo». Sul fronte dei giovani, stesso discorso su cui sta lavorando la Pro Patria.
Il calcio ha significato e cuore partendo da qui.
Adesso però pensiamo hic et nunc, il derby di oggi appunto.
Il sindaco Alessandro Canelli si pronuncia così: «In bocca al lupo alla Pro Patria per la stagione… tranne che per oggi».
Messaggio chiaro e – ribaltato ovviamente – uguale per Emanuele Antonelli che dice: «Mi auguro che sia una bella partita… e che Busto porti a casa il risultato pieno».