Aumenti dei costi di farine, gas ed energia e concorrenza della grande distribuzione. Fate un mix di questi ingredienti ed ecco servita la ricetta perfetta per mettere in crisi il vostro fornaio sotto casa. Chi più chi meno, dalla grande città al piccolo paesino, nessun commerciante può scampare dal fare i conti con i rincari da cui è attanagliato.
Non fa eccezione, perciò, il Panificio Pisoni, punto di riferimento del settore dell’intera Valceresio, presente sul territorio da ormai oltre sessant’anni. Oggi nel punto vendita di Induno Olona si trovano Monica e Roberto, i cui nonni prima e genitori poi hanno sfornato panini, pizzette, brioche per generazioni di valceresini affamati, prima di passare il testimone al figlio.
Come stanno affrontando questo momento così problematico dal punto di vista dei costi?
«Il periodo sta diventando drammatico, gli aumenti sono costanti per noi - le parole di Monica, la quale, però, mette subito in chiaro quale sia la priorità assoluta della loro attività - Vogliamo continuare comunque a mantenere un livello alto. La qualità del prodotto non l’abbassiamo, anche perché se non punti sulla qualità diventi mediocre come tutti gli altri. Bisogna differenziarsi».
Anche loro, come praticamente tutti i colleghi, hanno dovuto inevitabilmente aumentare i prezzi dei propri prodotti negli ultimi mesi. Questo per fronteggiare l’aumento dei costi delle farine, e non solo.
«Energia, gas… stiamo arrivando con l’acqua alla gola. Stiamo facendo davvero i salti mortali, io non so quanto si possa reggere senza continuare a fare aumenti. Purtroppo noi siamo l’ultimo anello della catena, quindi la gente vede noi che alziamo i prezzi, ma andando a ritroso abbiamo aumenti settimanali che ci buttano nello sconforto più totale».
Al Panificio Pisoni, l’ultimo aumento del prezzo del pane al chilo è avvenuto nel mese di giugno, «ma se le ferine aumentano o fai così o dai direttamente le chiavi al cliente».
«A noi dispiace e capiamo le difficoltà della gente, noi stessi siamo commercianti ma siamo anche dei privati e siamo una famiglia, vado a fare la spesa e anche io vedo il rincaro. Purtroppo è così, vediamo fino a quando riusciamo ad andare avanti».
C’è infine un po’ di amarezza se si pensa al confronto con le catene della grande distribuzione, che giocando sulla quantità e sulla varietà delle merci in vendita può permettersi di tenere più basso il prezzo del prodotto da forno (in cui comunque, va detto, non è specializzato).
«La grande distribuzione, giocando sulla quantità dei prodotti, può permettersi un prezzo più competitivo, cosa che noi non ci possiamo fare - conclude Monica - Il piccolo sta soffocando rispetto alla grande distribuzione, e questo non è giusto: dovrebbe esserci un’associazione di categoria che ci tuteli un po’ di più. Chi ci rimette siamo sempre noi».