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Economia | 24 settembre 2022, 10:31

INCHIESTA/3 Prezzo del pane, parla l’associazione: «A Varese aumenti dell’8-10%. Ma le bollette sono anche quintuplicate…»

Allarme costo del pane, terza puntata. Intervista a Franco Borroni, segretario dell'Associazione Panificatori della Provincia di Varese: «La maggiorazione da noi è in linea con l’inflazione. I panificatori per ora assorbono i maggiori costi, ma sono preoccupati e in attesa. Novecento milioni in più nel 2022? Le cifre vanno analizzate: sono 10 centesimi al giorno per famiglia… Pane a prezzo vincolato? Non è la strada»

INCHIESTA/3 Prezzo del pane, parla l’associazione: «A Varese aumenti dell’8-10%. Ma le bollette sono anche quintuplicate…»

«In provincia di Varese il prezzo medio del pane si aggira intorno 4-4,30 euro al chilo, con un aumento di circa l’8-10%, in linea con l’inflazione. Siamo quindi ben sotto quanto comunicato dai dati Eurostat a livello europeo (+18%) e italiano (+13,5%)».

A parlare e a fare chiarezza è Franco Borroni, segretario dell'Associazione Panificatori della Provincia di Varese. La sua visione generale è la terza tappa (leggi QUI e QUI le prime due puntate) della nostra mini inchiesta sull’aumento del prezzo di un elemento primario nell’alimentazione delle famiglie italiane e, ovviamente, anche varesine.

L’allarme era scattato in seguito alla pubblicazione delle rilevazioni dell'Ufficio statistico dell'Unione europea e delle rielaborazioni della Coldiretti, secondo la quale le famiglie italiane avrebbero speso ben 900 milioni di euro in più nel 2022 per pagnotte e francesini: «Il prezzo del pane fa sempre notizia - continua Borroni - E a noi d’altronde fa piacere, perché se ne riconosce la funzione sociale. Bisogna però andare oltre i titoli: 900 milioni in più all’anno non sono altro che 36 euro in più all’anno per ciascuna famiglia, ovvero 10 centesimi in più al giorno».

Insomma: la realtà è leggermente diversa sia rispetto a come viene dipinta dalle cifre, sia - soprattutto - a quello che le cifre “dicono” se vengono analizzate superficialmente. L’allarme, tuttavia, non è falso: «Ho visto bollette di associati quintuplicate, anche perché nei nostri laboratori il costo di elettricità e gas è molto impattante: considerate che i forni funzionano o con l’una o con l’altro. Poi c’è stato il rincaro delle materie prime come farina e uova e delle materie sussidiarie, come carta e imballaggi. Ma non si può sostenere che la situazione sia più grave che in altre categorie».

Per Borroni i panificatori varesini «sono in attesa. In questo momento c’è incertezza, ci si chiede se i costi energetici rimarranno sempre questi, ci si domanda cosa fare. Per la maggior parte gli associati stanno per ora assorbendo gli aumenti senza maggiorare i prezzi, cosa che abbiamo consigliato di fare solo a coloro che li tenevano sotto media e non potevano più andare avanti».

A quali strategie sta pensando l’associazione? «In un incontro avvenuto con il ministro Giancarlo Giorgetti e in una lettera aperta - spiega il segretario - abbiamo semplicemente chiesto di non andare incontro a riduzioni delle erogazioni: senza gas e senza energia il pane non esce. E il pane è un segnale di vita per una comunità».

Lato consumatori, ad alcuni sono venuti in mente i tempi in cui esisteva il prezzo del pane vincolato: un tipo di pane, nella nostra provincia erano le michette, costava allo stesso modo in ogni negozio, perché il prezzo era determinato dal comitato prezzi della camera di commercio provinciale. Un’era pre-liberalizzazioni (di prezzi ma anche delle licenze) che non può più tornare: «No, non penso che sia una soluzione percorribile - conclude Borroni - Per questioni legislative ma anche perché sarebbe il polso di una situazione diventata molto più grave rispetto a ora».

F. Gan.

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