Un'onorificenza che va a premiare l'impegno di una vita nella lotta contro i tumori, attraverso lo strumento della Radiologia. La Radiologia interventistica, quella con cui il professor Luigi Solbiati ha curato tanti malati oncologici nel suo intenso percorso professionale.
Il bustocco - 70 anni compiuti proprio oggi- a Barcellona è stato nominato "distinguished fellow" dalla Cardiovascular and Interventional Radiological Society of Europe, la più grossa società internazionale di radiologia interventistica. «Dopo due anni, dall'inizio della pandemia - rileva Solbiati - ci siamo trovati in persona quest'anno e sono stato insignito di questa onorificenza, la massima europea». Se n'è incaricato il presidente, il francese Afshin Gangi, e la laudatio è stata affidata a Philippe Pereira, portoghese che ha lavorato in Francia e ora in Germania. Solbiati spiccava nelle citazioni delle pubblicazioni scientifiche, dopo il collega Tito Livraghi. Quest'ultimo è stato menzionato dal medico e docente bustocco nel discorso, come «fondamentale».
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Una famiglia in prima linea
Come è stato ricordato, Luigi Solbiati è figlio di un radiologo: papà Gianfranco, tra l'altro, era il radiologo di riferimento del Milan ai tempi di Rivera e la fede rossonera è condivisa. Il padre lavorava all'ospedale di Gallarate, Luigi ha dedicato una vita a quello di Busto Arsizio: nonostante avesse offerte da tutto il mondo, ha tenuto in particolare a sviluppare qui la Radiologia interventistica, trattando i tumori in maniera meno invasiva con tutta una serie di implicazioni fisiche, psicologiche e sociali.
Ora è docente di radiologia all'Humanitas e consulente di Radiologia interventistica. Nell'intervento a Barcellona, il professore ha ricordato però altri personaggi di famiglia fondamentali.
Solbiati ha infatti voluto esprimere la sua riconoscenza alla moglie Tiziana: «Lavoriamo fianco a fianco dal 1989, nella stessa sala, con gli stessi pazienti». Ma anche il figlio, che ha seguito la strada del padre, a modo suo: «Marco è ingegnere biomedicale. Ha cominciato molto bene e spero che vada avanti lungo questa strada». Marco ha infatti sviluppato un progetto di realtà aumentata, Endosight: «Sistema che è pronto per il fegato, l'unico sul mercato, andrebbe completato». Il sogno di questo giovane, con i suoi colleghi, è poter trovare un sostenitore, un business angel che dia una mano a chiudere il cerchio dando fiducia a questi giovani e aiutando così altri pazienti.