Un Ferragosto perfetto? «Semplice, il più semplice possibile». A chi resta in città in particolare, ma naturalmente a tutti i bustocchi fa quest'augurio Ginetto Grilli, cantore di Busto Arsizio e Sacconago e cittadino benemerito.
Novantasei anni, incontriamo questa figura amatissima in città per la sua cultura e la sua umanità, il suo slancio generoso verso tutti. In piazza Santa Maria, all'ombra delle pianticelle e con il nuovo look - senza barba dopo tanti anni, scherza - ricorda: «La gente per Ferragosto prima sciamava nei campi, si andava nelle "camane"... che ora non ci sono più». Quelle costruzioni che fungevano da punti di ristoro e riparo per gli attrezzi, dove lavoro e socialità come spesso accadeva si univano spontaneamente. Mitica la camana dul Vitoriu, che è diventato anche il titolo di una raccolta di scritti di Grilli.
Eppure, quello spirito si può ricreare e Ferragosto rappresenta una buona occasione. Del resto, lo sguardo a ciò che ci hanno trasmesso i padri non è pura nostalgia. È insegnamento, è gratitudine, è qualcosa che resta comunque, a dispetto del fatto che ce ne accorgiamo o no. Grilli l'ha anche espresso recentemente nell'articolo pubblicato sul Canto Novo della parrocchia di Sacconago. "Ieri". Esordisce: «L’avevano detto. Sarà un’estate caldissima, anzi: torrida, bollente, incandescente. Pazienza, mi son detto, mi adatterò come ho fatto con tutte le moltissime che ho passato. Non piove da tre mesi. Tornerò all’asilo della mia infanzia e canterò con suor Alfonsina: “Provvidenza di Dio, miserere nobis, un po’ di pioggia per carità”».
Certo, si spengono le lucciole o «non passa, e non passerà mai più, il carretto del Murlàcu con i pani di ghiaccio avvolti nella bisaccia. Ecco che, ricordo bene il gesto, ne stacca un pezzo con l’accetta, lo porta a mia madre che lo mette nel secchio col panetto di burro appena uscito dalla zangola».
Tracce di un passato che si stingono, ma mette in guarda lo stesso Grilli: «Io non cado in questa vellutata trappola nostalgica, non tiro su il magone perché mi ritengo fortunato di aver vissuto a lungo questo “Ieri” e di poterlo testimoniare».
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