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Videogallery | 14 agosto 2022, 20:58

«Vi auguro un Ferragosto bellissimo: ovvero il più semplice possibile»

VIDEO. Ginetto Grilli, cantore di Busto e cittadino benemerito, si rivolge ai cittadini con la sua simpatia e uno sguardo indietro tra camane e campi che non è mai nostalgia. Come testimonia anche un suo articolo speciale sull'estate di ieri in cui si pregava per la pioggia

Ginetto Grilli in piazza Santa Maria

Ginetto Grilli in piazza Santa Maria

Un Ferragosto perfetto? «Semplice, il più semplice possibile». A chi resta in città in particolare, ma naturalmente a tutti i bustocchi fa quest'augurio Ginetto Grilli, cantore di Busto Arsizio e Sacconago e cittadino benemerito.

Novantasei anni, incontriamo questa figura amatissima in città per la sua cultura e la sua umanità, il suo slancio generoso verso tutti. In piazza Santa Maria, all'ombra delle pianticelle e con il nuovo look - senza barba dopo tanti anni, scherza - ricorda: «La gente per Ferragosto prima sciamava nei campi, si andava nelle "camane"... che ora non ci sono più». Quelle costruzioni che fungevano da punti di ristoro e riparo per gli attrezzi, dove lavoro e socialità come spesso accadeva si univano spontaneamente. Mitica la camana dul Vitoriu, che è diventato anche il titolo di una raccolta di scritti di Grilli. 

Eppure, quello spirito si può ricreare e Ferragosto rappresenta una buona occasione. Del resto, lo sguardo a ciò che ci hanno trasmesso i padri non è pura nostalgia. È insegnamento, è gratitudine, è qualcosa che resta comunque, a dispetto del fatto che ce ne accorgiamo o no. Grilli l'ha anche espresso recentemente nell'articolo pubblicato sul Canto Novo della parrocchia di Sacconago. "Ieri". Esordisce: «L’avevano detto. Sarà un’estate caldissima, anzi: torrida, bollente, incandescente. Pazienza, mi son detto, mi adatterò come ho fatto con tutte le moltissime che ho passato. Non piove da tre mesi. Tornerò all’asilo della mia infanzia e canterò con suor Alfonsina: “Provvidenza di Dio, miserere nobis, un po’ di pioggia per carità”».

Certo, si spengono le lucciole o «non passa, e non passerà mai più, il carretto del Murlàcu con i pani di ghiaccio avvolti nella bisaccia. Ecco che, ricordo bene il gesto, ne stacca un pezzo con l’accetta, lo porta a mia madre che lo mette nel secchio col panetto di burro appena uscito dalla zangola».

Tracce di un passato che si stingono, ma mette in guarda lo stesso Grilli: «Io non cado in questa vellutata trappola nostalgica, non tiro su il magone perché mi ritengo fortunato di aver vissuto a lungo questo “Ieri” e di poterlo testimoniare».

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Marilena Lualdi

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