«Abbiamo portato l’ossigeno per salvare la Pro Patria. Busto non ha più alibi». Alla conferenza stampa di presentazione Patrizia Testa riparte alla guida della società, con un richiamo agli imprenditori, a partire da quelli giovani e qui la presidente si affida anche alla passione della sua vice, la figlia Stefania che aiuterà in questo compito.
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Dà man forte Sara Tosi, amministratore delegato del San Carlo Istituto clinico, main sponsor ma soprattutto uno dei motori della cordata che scese in campo con Sgai prima del ritorno della Testa. Assicura: «Allo studio Spreafico potranno essere presi in considerazione alleanze sul nostro territorio, che possono essere la base di questa società. Un altro elemento chiave aggiunge la dottoressa Tosi: «La struttura va gestita come un’azienda, motivo per cui siamo stati coinvolti noi imprenditori del territorio».
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Stessi ingredienti del passato? Il “panino” è il solito, assicura la presidente, con ingredienti che non fanno rumore sui menu come l’onestà. Ma il responsabile della comunicazione Nicolò Ramella vi accosta anche gli aggettivi gourmet e genuino. Perché? Non si va nei dettagli, il direttore sportivo svelerà a breve il nuovo allenatore e le evoluzioni sulla rosa, ma già rivendica: «L’obiettivo è quello degli altri anni, cioè la salvezza, poi si cerca di fare meglio possibile. Siamo riusciti a fare cose importanti, speriamo di continuare. Tanti nostri ragazzi riescono a salire di categoria, c’è una voglia di venire a giocare o fare un percorso nella Pro Patria».
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Ancora: «Mi auguro che con il nuovo corso si portino persone nuove – osserva – gente del territorio. Chi viene da fuori ha secondi fini in tutti i posti».
Il "panino" vuole essere gustoso, va bene, si cerca di capire anche di più delle materie prime, ossia le intenzioni sul settore giovanile: è una richiesta a gran voce dei genitori.
«Da quello zoccolo duro di ragazzi il direttore è ripartito a lavorare» insiste Patrizia Testa. E Turotti ribadisce: la Pro ha appeal, ci sono buone sensazioni dopo il ritorno della presidente e aver visto che tre tigrotti sono finiti in B e uno ha esordito in nazionale.
Un nuovo inizio, assicura anche l’assessore allo Sport Maurizio Artusa, dove la parola chiave è programmazione, insieme, ma insiste pure sull'importanza del settore giovanile.
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Poi volano ancora le accuse sul passato, recente, ma passato. Sul campo in sintetico, tiratina d’orecchie da Testa al governatore Fontana che è andata Varese invece che a Busto.
La conferenza stampa ripetutamente naviga nel passato, la cessione del novanta per cento delle quote a Sgai, la burrasca, l’«errore di ingenuità, commesso per eccesso di fiducia» dice Testa.
Ma i tifosi vogliono sapere cosa accadrà ora, se resterà, se questo è un anno di passaggio oppure no: le risposte vengono da questa alleanza e da questa ricerca di crescita con altre forze. Molta attenzione da parte dei bustocchi che seguono la Pro è sul settore giovanile, appunto. Si parla proprio di ragazzi, di riferimenti come capitan Colombo che ora ha appeso le scarpe – lui «conta ancora di più di Del Piero alla Juventus» - , delle fondamenta da costruire.
Fondamenta dove può essere figura chiave Stefania Salmerigo, lei che pianse con tutti i tifosi della Pro e in particolare con il senatore Gian Pietro Rossi nel giugno di 13 anni fa, con la B sfumata, ha sempre sognato che la famiglia facesse qualcosa per i tigrotti, per salvarli e rilanciarli.
C’è molta attesa per questa giovane vicepresidente, che è sempre stata accanto alla squadra, anche nei momenti drammatici. Per le sue idee e l'entusiasmo.
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