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Politica | 28 aprile 2022, 12:55

Maggioni: «Il Fondo per praticare sconti sulla Tari a Busto? Inventato all'ultimo momento»

Il capogruppo del Pd contesta la misura: «I costi del servizio rifiuti sono strutturali, storici e a dimensione comunale e solo l’amministrazione è protagonista obbligata di ricerca innovativa»

Maurizio Maggioni

Maurizio Maggioni

«Il tanto decantato Fondo per praticare sconti sulla Tari a favore delle utenze non domestiche, è la classica foglia di fico per nascondere la sostanziale immobilità dell’amministrazione ed è stato inventato all’ultimo momento da una maggioranza che ha scoperto solo ieri sera che il sistema bustocco di raccolta dei rifiuti urbani e di misurazione non è stato rinnovato».

Così commenta sul consiglio comunale a Busto Arsizio Maurizio Maggioni, capogruppo del Pd. «Le tariffe Tari  in alcuni casi salgono perché sono commisurate alla necessità di coprire i costi del servizio  che storicamente si collocano attorno ai 15 milioni di euro l’anno - afferma - Che occorra agire per modificare la struttura del servizio e del computo dei rifiuti è problema conosciuto da anni: artigiani e commercianti potrebbero ricorrere per certe tipologie di rifiuto al mercato libero, famiglie e singoli cittadini potrebbero  vedersi assegnata una tariffa commisurata alla propria produzione e non ad una stima potenziale. Non è compito facile, ma è strada obbligata». 

Maggioni prosegue: «Se oggi Busto Arsizio deve constatare che questa strada non è stata nemmeno imboccata è effetto di una guida politica che non crede nell’innovazione e non la pratica anche quando assicura di volerlo fare.                   L’invenzione di un Fondo destinato a sconti Tari per utenze non domestiche che dovrebbe essere finanziato dal Governo è fantasiosa,  perché il Governo sta indirizzandosi a sostenere i costi delle bollette energetiche soprattutto in direzione dei privati,  imprenditori e famiglie,  e gratuita, perché eventuali  ed  auspicabili fondi destinati  ai Comuni prenderanno forma e dettagli che solo allora verranno definiti  ma che prevedibilmente riguarderanno gli oneri energetici non il servizio di raccolta rifiuti».                                  

Infine, «i costi del servizio rifiuti sono strutturali, storici e a dimensione comunale e solo l’amministrazione  è protagonista obbligata di ricerca innovativa. Le dichiarate promesse secondo le quali si faranno studi e valutazioni per applicare i metodi e le possibilità da anni offerte dal legislatore, tanto più sono ripetute ( solo nel nuovo mandato amministrativo tre volte  dal mese di novembre scorso)  tanto più dimostrano inefficienza». 

Redazione

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